La Fondazione Gates dona 1,9 milioni di euro a Le Monde, già ingolfato di sovvenzioni pubbliche e soldi privati, ad esempio di Facebook
di Laurent Mauduit/Mediapart
Come tutta la stampa, Le Monde è pieno di sovvenzioni pubbliche e di aiuti da Facebook. Ma per il suo supplemento per l’Africa, il quotidiano riceve anche sussidi dalla Fondazione Gates: 2,1 milioni di dollari nel 2019.
La redazione di Le Monde s’è infiammata, nelle ultime settimane, quando ha saputo che il miliardario ceco Daniel Kretinsky* avrebbe potuto rilevare le azioni del banchiere Matthieu Pigasse e diventare azionista diretto del gruppo stampa. Mentre il conflitto si è finalmente placato, dopo la firma di un diritto di approvazione prima dell’ingresso di un nuovo azionista, la dipendenza del giornale da clienti non sempre disinteressati rimane spettacolare. E questo viene discusso meno spesso all’interno della stessa redazione, anche se il giornale è pieno di sussidi privati, come testimoniano le donazioni fatte dal miliardario americano Bill Gates al supplemento “Africa” del giornale.
Come tutti i quotidiani nazionali e regionali, Le Monde riceve notevoli sovvenzioni pubbliche, ma anche, negli ultimi anni, il sostegno privato di Facebook. All’inizio del 2018 Mediapart ha dedicato una lunga indagine a questo tema. Ma oltre a ciò, Le Monde riceve anche importanti sovvenzioni dalla Bill and Melinda Gates Foundation, a sostegno del suo supplemento “Africa”. In quella inchiesta veniva rivelato l’ammontare degli aiuti forniti a Le Monde Afrique dal fondatore di Microsoft: 299.109 dollari per il 2014; 440.582 dollari per il 2015; 611.001 dollari per il 2016; 680.675 dollari per il 2017. E precisiamo che per quest’ultimo anno l’importo corrispondeva al totale dei costi operativi del supplemento. I dati relativi al 2017 sono disponibili sul sito web della Fondazione.
Tuttavia, per il 2019, i generosi mecenati dell'”Africa mondiale” hanno fatto molto di più. Secondo lo stesso sito web, le sovvenzioni della Fondazione hanno raggiunto i 2.126.790 dollari, ovvero più di 1,9 milioni di euro al tasso attuale. 2,1 milioni di dollari, una cifra considerevole di cui molti giornali africani avrebbero sicuramente avuto bisogno, molto più di Le Monde, e dei suoi ricchi azionisti.
Perché tanta generosità? Guardando lo stesso sito web, non è possibile trovare alcuna traccia di una sovvenzione per il 2018. Forse i mecenati americani hanno quindi ritenuto che per il 2019 dovrebbero essere più generosi. Ma anche tenendo conto di questo anno in bianco, ciò suggerisce che il tasso di credito annuale della Fondazione per Le Monde Afrique è salito a quasi 1 milione di euro all’anno.
Nella precedente indagine, Mediapart s’era chiesto come una redazione potesse rivendicare la piena libertà editoriale quando si trova in una situazione di totale dipendenza finanziaria? Per il 2019, la questione è più che mai attuale.
* Nono, secondo Forbes , ripreso dal Corsera, nella lista dei cittadini cechi più ricchi e accreditato di una fortuna di 450 milioni di euro (12,3 miliardi di corone), Kretinsky è anche proprietario dal 2004 del club calcistico dello Sparta Praga. Nel suo carniere la strategica partecipazione al gasdotto che porta al confine austriaco il gas russo e miniere e impianti elettrici a carbone in Germania, e in futuro ci saranno le centrali italiane. Un reticolo di attività sparse (acquistate da gruppi tra i quali Gdf-Suez e E.On o fondi desiderosi di dismetterle) e tra loro non particolarmente coerenti e spesso in perdita. Il che, al di là delle note ufficiali, ha alimentato diversi dubbi sui reali piani e intenzioni di Eph. Che si aggiungono a quelli sulla nascita, le relazioni e la proprietà reale del gruppo ceco-slovacco.
Dal Foglio apprendiamo che nel 2014 decide di entrare nel mondo dei media e compra il giornale svizzero Ringier. Nell’intervista al Figaro dice che investire nell’informazione è stata “una decisione da cittadino. L’ondata di populismo e nazionalismo in Europa è in parte il risultato dell’indebolimento economico delle testate”. In Francia rileva il settimanale Elle, Tele 7 Jours e Marianne. La stampa ne ha parlato come di un miliardario “controverso”, un oligarca venuto dall’est europeo, da un paese ex comunista come la Repubblica ceca, con un governo filorusso ed euroscettico. Nel suo paese è azionista di maggioranza di Cmi, il più grande conglomerato di media ceco che nel paese possiede tre quotidiani, tra cui Blesk, il più letto, e una ventina di riviste. Macron teme che dietro di lui potrebbero nascondersi i russi. [ndt]