Agricoltura sociale per disabili, Forum Terzo Settore Lazio contro il bando del Comune: «Criteri escludenti per coop con più esperienza»
Si chiuderà lunedì 14 ottobre il bando del Comune di Roma riguardante “Percorsi di formazione e tirocini di inserimento o reinserimento finalizzati alla riabilitazione e all’inclusione sociale in ambito dell’agricoltura sociale in favore di cittadini con disagio mentale”.
Spiega un comunicato del Forum del Terzo settore del Lazio che si tratta di «un’importante procedura negoziata rivolta a soggetti fragili, che nasce per: migliorare la qualità della vita e favorire l’integrazione sociale anche attraverso lo sviluppo di relazioni positive; realizzare percorsi formativi che risultino finalizzati allo sviluppo di competenze inerenti all’autonomia personale, sociale e lavorativa; fornire strumenti per l’apprendimento di abilità sia pratiche che di relazione.
L’oggetto della procedura sembra ricalcare fedelmente quello di una ben precisa forma di impresa: le Cooperative sociali di tipo B, che hanno come mission aziendale l’inserimento lavorativo di personale svantaggiato.
Disabili fisici e psichici, rifugiati, ragazze madri, ex detenuti ed ex tossicodipendenti trovano quotidianamente dignità e futuro grazie al lavoro offerto da questi particolari “soggetti giuridici”. Soprattutto con i disabili psichici, le opportunità lavorative sono quasi sempre offerte nell’ambito dell’agricoltura sociale.
Lavorare con il “disagio mentale” non è semplice, è un mestiere che in pochi possono (e vogliono) fare: serve un know how specifico su vari livelli, oltre a capacità umane ed organizzative fuori dal comune.
Per questo, ci lascia basiti che il Comune di Roma abbia deciso di emanare un bando sull’agricoltura sociale, che limita fortemente la partecipazione delle Cooperative sociali di tipo B e non tiene conto del loro patrimonio professionale.
Infatti, nel bando sull’agricoltura sociale del Comune di Roma l’esperienza pregressa nell’agricoltura sociale non è richiesta. Bisogna possedere “terreni idonei” ed aver svolto “servizi di formazione e tirocini in favore di cittadini con disagio mentale”, ma dell’inserimento lavorativo attraverso l’agricoltura sociale non c’è traccia.
Perché relegare ad un ruolo marginale proprio le imprese più preparate, in grado di offrire reali opportunità lavorative e non solo formative? Perché ignorare un’esperienza di oltre vent’anni, rivolgendosi prioritariamente a soggetti terzi privi di qualsiasi know how? Dal Comune di Roma, nonostante le sollecitazioni, non è giunta alcuna risposta.
A pochissimi giorni dalla chiusura della procedura permangono anche molte incongruenze sulle modalità di partecipazione e sugli aspetti economici, nonostante le numerose richieste di chiarimenti inviate.
Ci appelliamo, pertanto, ad un tempestivo intervento del Comune, affinchè il bando venga modificato e possa così rappresentare un’occasione per valorizzare la cooperazione sociale di tipo b e fare qualcosa di importante nel settore dell’inserimento lavorativo delle fasce fragili».