Materiale Umano, la V edizione di Resistere e creare, il festival di danza contemporanea del Teatro della Tosse
Requiem per una città. Difficile, almeno per un genovese, sottrarsi a questa sensazione ascoltando il suono basso di archi che accompagna la prima parte di Versus. Nel nome del padre del figlio e della libertà, la nuova coproduzione della compagnia Balletto Civile e Fondazione Luzzati- Teatro della Tosse, presentata in anteprima nazionale nell’ambito del Festival di danza contemporanea Resistere e Creare. Strozzato da due lati dal crollo di due cavalcavia autostradali, dopo che qualche giorno fa anche un tratto dell’A6 verso Torino si è aggiunto alla catastrofe del ponte Morandi, collassando sotto i colpi di nubifragi che non hanno dato tregua per quasi tutto il mese di novembre, il capoluogo ligure vive uno dei momenti più difficili della sua storia recente. Scandito quasi quotidianamente da frane, smottamenti, blocchi del traffico, code quasi immobili di tir che faticosamente escono dal porto per raggiungere le loro destinazioni…
E Michela Lucenti, coreografa e regista che con Genova ha da tempo un legame speciale sembra rendere, al qua o al di là delle sue stesse intenzioni – nella densità affollata di corpi in movimento che mette in scena, ognuno schiacciato e rimbalzante contro gli altri, ognuno assorbito nel suo personale ritmo e nella sua personale storia – la sinfonia urbana cacofonica di una città che vive da circa un anno e mezzo, cioè da quel 14 agosto 2018, sull’orlo di una crisi di nervi. Non manca poi il momento del coinvolgimento del pubblico, autentico feticcio di tanta avanguardia teatrale, nella forma inconsueta e conviviale, di un risotto in preparazione sulla scena per tutta la durata dello spettacolo e infine offerto agli spettatori.
Giunta alla sua V edizione col sottotitolo di Materiale Umano, la rassegna internazionale con la direzione artistica di Michela Lucenti e Marina Petrillo porta sul palco del Teatro della Tosse, fino all’8 dicembre e col sostegno di MIBACT, Regione Liguria e Comune di Genova, un palinsesto di appuntamenti pensato a partire dall’idea di un corpo declinato nelle sue prerogative femminili, come suggerito anche dal layout dell’immagine guida del festival. In un percorso che inizia, nelle parole delle curatrici, “da un’immagine: quella delle Baccanti che si avventano su Penteo e lo fanno a pezzi. Le donne folli che uccidono il re. Uno sguardo femminile non remissivo e non compassionevole sul mondo. Partire dal corpo come azione e dal bisogno di farsi sentire, senza urlare, con la forza di quello che si è per natura sin dalle origini. Il passo successivo è stato, come sempre accade alle donne, rifare il punto per ritrovare il centro e la forza del femminile e passare dalla furia alla cura, alla comprensione, alla conciliazione, alla generazione, alla seduzione e a chi siamo noi uomini e donne: materiale umano”.
Ad affiancare le compagnie più interessati del panorama nazionale, anche ospiti internazionali, in un cartellone di danza, teatro-danza, circo, balli della tradizione insieme a workshop, incontri e eventi legati a meditazione, cinema, arti visive, musica, letteratura. E con un’inedita incursione nel mondo delle arti marziali, prevista l’8 dicembre alle 20.30 in “Tutto ricomincia, sempre”: un esperimento di contaminazione tra danza contemporanea e Aikido, arte di combattimento giapponese che ha il suo epicentro genovese nel Dojo Giustiniani, in pieno centro storico. E che utilizza la spinta aggressiva dell’avversario reindirizzandola verso di lui in una strategia di dispersione consapevole della violenza.
Resistere e creare, dunque. E poi contrattaccare.