Lucido, feroce commedia degli equivoci di Spregelburd, messa in scena da e con Jurij Ferrini, a Genova alla Sala Mercato del Teatro Modena
Ritratto di famiglia con rene. Trapiantato. Dato in prestito, però, mica regalato. E quindi da restituire in caso di necessità. Proprio quella che si presenta quando, dopo 15 anni di assenza, Lucrezia torna a casa da sua madre a reclamarlo. Lo aveva donato da bambina al fratello minore Luca e ora lo rivuole indietro, per poterlo “passare” al marito dializzato. Una richiesta bizzarra ma suffragata, in fondo, da tanto di impegni scritti, dato che lei stessa in una letterina diceva di averlo solo prestato al fratellino malato. E’ la premessa da cui prende il via Lucido, feroce commedia degli equivoci di Rafael Spregelburd, messa in scena da e con Jurij Ferrini, a Genova alla Sala Mercato del Teatro Modena di Sanpierdarena fino a domenica 12 gennaio nell’ambito della stagione del Teatro Nazionale di Genova, che coproduce lo spettacolo insieme a Progetto U.R.T. Lucido, esattamente come il sogno lucido ricorrente che Federico Palumeri, che interpreta il più giovane di questa famiglia assai disfunzionale, crede di poter controllare e dirigere a piacimento grazie a una tecnica che gli ha insegnato il suo analista. Con scarso successo, dato il progressivo e inesorabile deterioramento di una situazione onirica che continua a intrecciarsi e confondersi con la realtà. Fino a precipitare in un vero e proprio incubo nella rivelazione di una scena finale dove nulla è come sembrava.
Nome di punta del teatro argentino, Rafael Spregelburd, nato a Buenos Aires nel 1970, imprime alla sua scrittura la piega di una comicità caustica, spietata e mai banale. E che in questo testo, premiato con l’Ubu come migliore testo straniero al suo debutto, si presenta come una telenovela eccessiva. Che allo spettatore genovese può ricordare a tratti le schermaglie dialettali negli interni borghesi di una commedia di Gilberto Govi. Virata sotto acido, però e accuratamente costruita in modo che si possa afferrarne il significato solo alla fine, nello svelamento delle reali motivazioni dei personaggi, interpretati nelle parti femminili da Agnese Mercati e Rebecca Rossetti.
«Rafael Spregelburd parla di noi – commenta Jurij Ferrini, qui nel doppio ruolo di regista e attore – di un’umanità che ha perso ogni contatto con il mondo reale, e si diverte a mostrarci la sua anti-tragedia: l’eroe classico combatte alla ricerca della verità o di una soluzione a un problema creato dal destino. L’anti-eroe moderno cerca solo di schivare la catastrofe, pronto anche a mentire a sé stesso pur di evitarla. E così la paura della catastrofe fa sì che il senso del tragico venga spodestato dal senso del ridicolo. Per questo la risata, amara o atroce, è l’unica porta di ingresso nel mondo di Spregelburd» Autore, traduttore e attore di teatro e cinema, Spregelburd ama definirsi “teatrista” e ha lavorato intensamente anche in Europa. Sempre suo anche l’esilarante Fine dell’Europa, che il Teatro di Genova aveva già prodotto nella stagione 2017/18.