Un convegno a Roma, alla Casa Internazionale delle donne, del Bin Italia che si batte per il diritto al reddito di base
Roma 18 gennaio 2020 ore 17:00
Verso il reddito di base e oltre. Una chiave per il terzo millennio
Sala Carla Lonzi, Casa Internazionale delle Donne, Via della Lungara 19, Roma
Una società ansiosa, nella quale il lavoro manca e che non ha fiducia nel futuro. Per evitare pulsioni antidemocratiche è obbligatorio partire da una riforma del Welfare State che contempli l’introduzione di un basic income incondizionato. Il 18 gennaio, alla Casa Internazionale delle Donne di Roma, un confronto sul tema tra De Masi, Ferrajoli, Fumagalli, Granaglia e Marella
Dalla scorsa primavera è stato introdotto nel nostro ordinamento un nuovo strumento di politica attiva e contrasto alla povertà che, per quanto impropriamente chiamato “reddito di cittadinanza”, segna una significativa discontinuità nelle politiche di welfare del nostro Paese. Un numero considerevole di persone possono accedere a una misura di sostegno simile, nei suoi caratteri generali, ai modelli di reddito minimo europei, pur sottoposti a tagli e limitazioni.
Tuttavia, molta strada resta da fare. Mentre le statistiche mostrano impietosamente le difficoltà nelle quali inciampa la società italiana, bloccata tra crisi demografica, mancanza di fiducia nella collettività, senso di solitudine, precarietà generalizzata che si trasforma in disoccupazione generalizzata, la sensazione è che tale complesso ordine di problemi possa costare alla politica, e in particolare alla “sinistra”, una perdita di credibilità e di consensi sul proprio stesso terreno.
Per tali ragioni, il Basic Income Network Italia insiste sulla necessità di introdurre in Italia un reale basic income e non una indebolita e pauperista imitazione del medesimo. L’Associazione, che dal 2008 riunisce sotto un logo comune giuristi, ricercatori, filosofi, economisti, sociologi, attivisti, ha deciso di inaugurare il nuovo decennio con un dibattito il 18 gennaio prossimo nel quale si confronteranno Domenico De Masi, sociologo italiano che molto si è occupato del problema del tempo, Luigi Ferrajoli, filosofo del diritto, Andrea Fumagalli ed Elena Granaglia, entrambi economisti. Coordinatrice del dibattito, che si terrà alla Casa Internazionale delle donne di Roma, sarà Maria Rosaria Marella, giurista dell’università di Perugia, da tempo impegnata sul tema dei beni comuni, che intreccia strettamente la questione del reddito. Il convegno verrà aperto dal presidente di Bin Italia, Sandro Gobetti.
L’idea di fondo dell’iniziativa è che il reddito di base non vada inteso come misura per contrastare l’emergere di vecchie e nuove povertà, ma come una delle chiavi per entrare con rinnovata fiducia nel terzo millennio, per una nuova idea di società, economia e relazioni sociali.
Per fare ciò è obbligatorio partire da domande, cruciali e coraggiose, utili ad aprire sentieri nuovi: è possibile, e come, avanzare una proposta di un reddito di base incondizionato anche nel nostro Paese? Potrebbe essere accordata, già a partire dalla legge sul reddito di cittadinanza, una formula di incondizionalità a figure sociali specifiche? Si potrebbero avviare forme sperimentali o progetti pilota, come avviene altrove nel mondo? Si può arrivare finalmente a parlare di un reddito che non si limiti alla questione del contrasto alla povertà estrema? Può essere inteso come un riconoscimento del valore prodotto, ad esempio dai Big Data elaborati dalla comunicazione informatica, e dunque come redistribuzione di questo valore? Il reddito di base può essere un modo per riconoscere tutte le forme di partecipazione alla ricchezza sociale, oltre il lavoro formale?
In questo orizzonte, anche il lavoro può assumere un nuovo senso emancipatorio e di senso, a partire dalla possibilità di sceglierlo e non dal fatto di essere mezzo di pura e semplice sopravvivenza. Il reddito rappresenta, insomma, quella possibilità di autodeterminazione della vita e dei corpi, già indicata da una parte del femminismo, che oggi manca a tutte e tutti noi.