Donne sull’orlo di una crisi pandemica. Diretta Facebook. Venerdì 5 giugno, 18.30 sulla pagina di Sinistra Anticapitalista (Donne Di Classe)
Lo scopo dell’iniziativa è dare una lettura femminista di come il lockdown e l’uscita da esso, la rinomata e famigerata fase 2, abbia aggravato la condizione della stragrande maggioranza delle donne in termini di perdita di salari e diritti sul posto di lavoro, di violenza domestica, di povertà, di incremento del lavoro di “riproduzione sociale” scaricato ora più che mai sulle spalle delle donne a costo zero dal capitalismo.
Questa pandemia ha fatto emergere come ci sia un lavoro di cura, spacciato per “lavoro d’amore”, estorto alle donne senza costi per il capitalismo e il cui carico in questi mesi di emergenza sanitaria è aumentato notevolmente. Pensiamo ad esempio alla chiusura di tutte le scuole e al conseguente carico di lavoro per seguire bambine e bambini, ragazze e ragazzi nell’ impresa della Didattica a Distanza.
Ma questa pandemia ha messo in luce tutte le contraddizioni del sistema capitalista come il ricatto tra salute e lavoro al quale vengono obbligati lavoratrici e lavoratori, l’incompatibilità tra tutela e rispetto per l’ambiente e mantenimento dei profitti, impossibilità di garantire l’autodeterminazione delle donne e dei popoli in un sistema dominato da patriarcato, violenza e sopraffazione. Questa situazione può aprire dei nuovi possibili fronti di lotta, per liberarci dall’oppressione di genere, dallo sfruttamento sui posti di lavoro e poter vivere in un mondo in cui l’affrancamento dai beni materiali e dalla povertà sia una premessa e non un obiettivo irraggiungibile per i più.
Non vogliamo tornare a una “normalità” in cui se sei una donna puoi essere uccisa se non ti sottometti alle volontà del maschio di turno;
non vogliamo tornare a una “normalità” in cui se sei una donna che subisce uno stupro, in un modo o nell’altro è sempre colpa tua;
non vogliamo tornare a una “normalità” in cui se sei una donna percepisci un salario minore a parità di mansione rispetto ad un uomo;
non vogliamo tornare a una “normalità” in cui se sei una donna il tuo lavoro viene considerato come “accessorio” al lavoro maschile;
non vogliamo tornare a una “normalità” in cui se sei una donna e non sei madre, non sei una “vera” donna;
non vogliamo tornare a una “normalità” in cui se sei una donna e sei migrante, la tua vita non vale niente.
Nonostante tutto, in giro per il mondo c’è chi non si arrende all’imbarbarimento e lotta affinché possano esserci giustizia ed equità sociale, in cui non si taglino le spese dei servizi pubblici per garantire i grandi profitti e in cui il welfare sia pubblico e garantito a tutte e tutti.
Molto spesso le donne sono alla testa di questi movimenti . Il protagonismo che le donne hanno messo in campo in questi ultimi anni, anche in Italia, è un argine e un terreno sul quale continuare a costruire la nostra lotta quotidiana contro patriarcato e capitalismo, perché questi sono i due nemici che abbiamo di fronte.
Ne parleremo con quattro compagne:
Tania La Tella, del centro Donna Lisa di Roma sul tema della violenza di genere e di come “stare a casa” non sia affatto sicuro per molte donne;
Eliana Como, dell’area sindacale di opposizione Cgil “Riconquistiamo tutto”, che non ha smesso durante tutto il lockdown di informarci sulla situazione nelle fabbriche e di come i padroni facessero di tutto per non perdere i loro profitti, anche a costo della salute delle lavoratrici e dei lavoratori;
Elena Majorana, di Donne di Classe e Sinistra Anticapitalista Sicilia, sul tema della precarietà femminile, in particolare nel Sud, e di tutte quelle donne “ai margini” dei contratti collettivi nazionali e quindi ancor meno tutelate.
Maria Giuseppina Izzo, insegnante a Napoli, sul tema della scuola, emblema dell’incompatibilità tra bene collettivo e profitto.
Coordina la discussione Giovanna Russo, compagna femminista e militante di Donne di Classe Napoli.
Le nostre vite valgono più dei loro profitti!