Cannabis e CBD. Il digiuno ha “nutrito la Speranza”: il Ministro ha sospeso il decreto sul cannabidiolo
Il ministero della Salute ha firmato il 28 ottobre il decreto che sospende l’efficacia del precedente decreto emanato il 1° ottobre con il quale il CBD finiva nella tabella degli stupefacenti. Si tratta di una delle molecole presenti in percentuale più alta nelle infiorescenze di Cannabis ed è già da anni in uso, ad esempio, come integratore alimentare e nell’industria cosmetica. Ma a differenza del Thc, non ha alcun effetto psicotropo e nessuna efficacia drogante.
Leonardo Fiorentini, segretario nazionale di Forum Droghe, sottolinea come «il decreto era illogico e antiscientifico, collocando fra le tabelle degli stupefacenti una sostanza che l’OMS nelle sue raccomandazioni all’ONU ha chiesto di rimuovere dalle convenzioni proprio perché non psicoattiva. Bene la sospensione, ma il Ministro deve ora cancellare le indicazioni del suo stesso Ministero che in piena crisi COVID ha dichiarato illecita la spedizione dei farmaci a base di cannabis e escluso la possibilità di produrre oli e capsule, riportando indietro le lancette della scienza farmaceutica di due secoli al decotto. Gettando medici, farmacisti e pazienti nella disperazione. E’ necessario aprire un tavolo coinvolgendo la Società Civile per provare a risolvere i troppi problemi legati alla prescrizione e all’approvvigionamento della cannabis terapeutica».
Dal 23 di ottobre aveva preso il via il digiuno collettivo per la cannabis, una iniziativa di dialogo con le Istituzioni a fianco della battaglia di Walter De Benedetto, il malato di artrite reumatoide denunciato per coltivazione delle piante che gli permettevano di avere la cannabis che il Servizio Sanitario non riusciva a fornire, e che sollecita il confronto sulle richieste di una lettera aperta al Ministro Speranza sulla cannabis terapeutica lanciata da Associazione Luca Coscioni, Forum Droghe, Società della Ragione, CGIL, CNCA, LILA nazionale, Meglio Legale, Fuoriluogo, FattiSegreti, La Casa di Canapa, Radicali Italiani, BeLeaf Magazine, Dolce Vita Magazine e sottoscritta da oltre 1700 persone.
Per Denise Amerini, responsabile dipendenze di CGIL nazionale, «la sospensione da parte del Ministro della Salute del decreto che inseriva il CBD tra le sostanze stupefacenti è un risultato importante, da ascrivere alla nostra mobilitazione. Una prima vittoria, che va nella direzione delle recenti affermazioni della medicina e della ricerca scientifica sul CBD, ma che, soprattutto, rende esigibile il diritto alla cura per tante persone affette da patologie spesso invalidanti».
Secondo Marco Perduca, Associazione Luca Coscioni: «Grazie alle 250 persone che in pochi giorni si sono prenotate per digiunare a staffetta perché non si facciano passi indietro sulla cannabis, il Ministro Speranza ha deciso di sospendere il decreto che penalizzava i preparati a base di CBD e avviare un approfondimento scientifico. Salutiamo questo ravvedimento e rilanciamo l’invito a unirsi al digiuno perché occorre insistere col dialogo sulla base di argomenti ed evidenze scientifiche che condivideremo nei prossimi giorni con chi si unirà all’iniziativa nonviolenta e le istituzioni a cui ci rivolgiamo. L’unione e la condivisione fanno la forza!».
Anche il mondo agricolo è parecchio preoccupato dal decreto. «Nell’interesse delle diverse migliaia di agricoltori che hanno deciso di investire con grande coraggio e forza di volontà sulla canapa industriale, esprimiamo grande preoccupazione per le recenti disposizioni ministeriali con le quali le composizioni per somministrazione ad uso orale di cannabidiolo, ottenuto da estratti di cannabis, vengono inserite nell’elenco delle sostanze stupefacenti e psicotrope», ha scritto il coordinamento di Agrinsieme, che riunisce Cia-Agricoltori italiani, Confagricoltura, Copagri e Alleanza delle Cooperative Agroalimentari, in una lettera al sottosegretario alle Politiche Agricole Giuseppe L’Abbate per rappresentare le perplessità della filiera a proposito dei contenuti di quel decreto del ministero della Salute che entrerà in vigore alla fine di ottobre. «Il timore è che con l’entrata in vigore delle nuove disposizioni, aventi ad oggetto la classificazione di composizioni a base di Cbd ottenute da varietà di canapa industriale nel perimetro della legge 242/2016, si possano verificare ulteriori e più forti battute di arresto della filiera canapicola – aggiunge il Coordinamento – il settore necessita di un quadro normativo chiaro che disciplini l’utilizzo delle diverse destinazioni d’uso della canapa industriale, con particolare riferimento a tutti quei settori della bioeconomia che offrono maggiori opportunità di reddito, quali ad esempio la nutraceutica, la biocosmesi e la salute della persona».