Successo della regolamentazione della cannabis nei vari referendum per cui si è votato insieme alle presidenziali. Salgono a 15 gli stati che l’hanno legalizzato
Risultati consolidati dei Referendum 2020 su cannabis e droghe
Arizona Legalizzazione cannabis per i maggiori di 21 anni: Sì 60% – No 40% (Spoglio 85%)
Montana Legalizzazione cannabis/i maggiori di 21 anni: Sì 57% – No 43% (Spoglio 84%)/Sì 58% – No 42% (Spoglio 78%)
Missisipi legalizzazione cannabis uso terapeutico: Sì 68% – No 32% (Spoglio 93%)
New Jersey Legalizzazione cannabis Sì 67% – No 33% (Spoglio 63%)
South Dakota Legalizzazione cannabis Sì 53% – No 47% (Spoglio 95%)
South Dakota Legalizzazione uso terapeutico cannabis: Sì 69% – No 31% (Spoglio 95%)
Oregon Legalizzazione psilocibina Sì 56% – No 44% (Spoglio 81%)
Oregon decriminalizzazione possesso di qualsiasi droga: Sì 59% – No 41% (Spoglio 81%)
Washington, DC depenalizzazione psilocibina: Sì 76% No 24% (spoglio 61%)
In Arizona se la Prop 207 sarà approvata, la proposta di regolamentazione legale consentirebbe a chi ha minimo 21 anni di possedere fino a un’oncia di cannabis (28 gr.). La proposta indirizza i proventi delle vendite di cannabis al dettaglio per finanziare vari programmi di istruzione e sicurezza pubblica. Gli adulti potrebbero anche coltivare fino a sei piante per uso personale in una residenza privata. Le persone con condanne per marijuana sarebbero autorizzate a presentare una richiesta ai tribunali per far cancellare i loro precedenti. Nei sondaggi degli ultimi due mesi i favorevoli risultavano in vantaggio di circa 10 punti. Ecco il sito della campagna.
Sono due i quesiti al voto in Montana, entrambi sull’uso non medico della cannabis: I-190, l’iniziativa di modifica dello Statuto del Montana consentirà agli adulti di possedere fino a un’oncia di marijuana (28 grammi) e di coltivare fino a quattro piante mature per uso personale. Lo stato imporrebbe una tassa del 20% sulle vendite al dettaglio e le entrate da tali vendite sarebbero dirette al trattamento dell’abuso di sostanze, ai servizi per i veterani, all’assistenza sanitaria e ad altri programmi. La I-118 vorrebbe stabilire in 21 anni l’età per poter legalmente possedere, coltivare o acquistare cannabis. Vai al sito della campagna.
In Missisipi si vota su due referendum, apparentemente simili, ma con spirito e provenienza ben diversa. Il primo, la proposta 65 è stato promosso dai cittadini, mentre il secondo (proposta 65a) è un quesito proposto dai legislatori. I movimenti antiproibizionisti locali hanno visto un tentativo di creare confusione negli elettori da parte dell’organo legislativo con una proposta più vaga e limitata di quella su cui si sono raccolte le firme di 228.000 cittadini. Per questo chiedono di votare a favore della 65 e contro la 65a. Se approvato Initiative 65, l’emendamento costituzionale stabilisce un sistema di dispensari con licenza statale per fornire prodotti a base di cannabis ai pazienti qualificati. La misura non pone alcun limite al numero di dispensari e impone ai comuni locali “di non compromettere la disponibilità e l’accesso ragionevole alla marijuana medica”. La proposta prevede inoltre che i funzionari statali inizino a fornire licenze per i rivenditori entro e non oltre il 15 agosto 2021. Più vaga e limitata Alternative 65°, sebbene molto simile alla precedente, ma che lascia pericolosamente mano libera al legislatore in sede di applicazione. Qui trovate le differenze. Secondo un sondaggio il consenso rispetto all’Iniziative 65 è molto alto, 65% contro il 18% dell’alternativa, ma questo dopo aver spiegato agli intervistati le differenze.
“Approva la modifica della Costituzione per legalizzare una forma controllata di marijuana chiamata “cannabis”?” chiede letteralmente il quesito che gli abitanti del New Jersey hanno trovato sulla scheda. In questo caso sono stati gli stessi legislatori che con una larga maggioranza hanno proposto di far esprimere gli elettori sul progetto di regolamentazione legale della cannabis che il Governatore aveva già proposta durante la sua campagna elettorale. Solo i maggiori di 21 anni di età potrebbero usare la cannabis. La commissione statale che sovrintende oggi al programma statale sulla cannabis medica supervisionerebbe anche il nuovo mercato della cannabis per uso personale. I prodotti a base di cannabis sarebbero soggetti all’imposta statale sulle vendite. Se autorizzato dall’organo legislativo statale, un comune può approvare un’ordinanza locale per addebitare una ulteriore tassa locale sui prodotti a base di cannabis. Qui il sito della campagna.
Nel South Dakota si è votato per due referendum, uno per la cannabis ad uso terapeutico e un altro per l’uso adulto a fini non medici. Amendment A: si prevede un emendamento alla Costituzione del South Dakota che consentirebbe agli adulti di acquistare e possedere fino a un’oncia di marijuana (21 grammi) e di coltivare fino a tre piante per uso personale. L’iniziativa è sostenuta da un ex procuratore federale e dal Marijuana Policy Project. Measure 26: il referendum istituirebbe un programma sulla marijuana medica per i pazienti con diagnosi di gravi condizioni di salute. Con una indicazione del proprio medico, un paziente potrebbe registrarsi al programma. Stabilirebbe anche un sistema di dispensari supervisionati dal Dipartimento della Salute. Il programma richiederebbe inoltre test di laboratorio per garantire la sicurezza del prodotto.
Il quesito dell’Oregon, Measure 109, autorizzerà l’Oregon Health Authority (OHA) a creare un programma che permette a produttori con licenza di dispensare funghi contenenti psilocibina a persone con più di 21 anni. Questi ultimi, una volta confermata diagnosi e trattamento, potranno procurarsi e consumare la sostanza presso appositi centri sotto la supervisione di personale medico. La Measure 110 prevede di far diventare il possesso personale e non per fini di spaccio di una sostanza illegale al massimo una violazione di Classe E (multa massima di $ 100) e inoltre istituisce un programma di trattamento e recupero dalla dipendenza finanziato in parte dalle entrate fiscali statali derivanti dal mercato legale della cannabis e dai risparmi delle prigioni statali. Attualmente il semplice possesso è considerato una violazione di classe A e prevede fino ad un anno di carcere e una multa sino a 6250 dollari.
Analogamente alle misure passate a Denver, Oakland, Santa Cruz e Ann Arbor, con la Initiative 81 a Washington, DC si propone la depenalizzazione di fatto di uso e possesso, uso e distribuzione personali degli enteogeni naturali, cioè piante e funghi contenenti ibogaina, mescalina, dimethyltryptamina, psilocibina (e l’annessa psilocina). Tecnicamente, il testo parla di “ultima priorità” delle autorità nell’applicare le attuali norme federali che le proibiscono, e quindi di non perseguire penalmente i cittadini locali maggiorenni in queste situazioni.
Per Leonardo Fiorentini, segretario nazionale di Forum Droghe: «il risultato dei referendum USA sulle droghe è straordinario. Nelle ore in cui tutto il mondo è con il fiato sospeso per il risultato delle presidenziali, tutti i quesiti inerenti a cannabis, psilocibina e depenalizzazione del possesso di droghe passano. La gran parte con margini considerevoli. È l’ennesima dimostrazione che laddove si toccano con mano gli effetti positivi della riforma delle politiche sulle droghe, a partire dalla cannabis, sono i cittadini stessi a chiedere di continuare nella riforma delle fallimentari politiche proibizioniste. Le politiche sulle droghe sono uno degli strumenti della repressione delle minoranze negli USA, come numerosi rapporti indipendenti hanno dimostrato in questi anni. La presa di coscienza collettiva del ruolo centrale di queste sulla società e sulla stessa essenza della democrazia, anche conseguente al movimento #blacklivesmatter, è importante e fa ben sperare per il futuro. Negli Stati Uniti come nel mondo».
«A inizio dicembre – conclude il segretario di Forum Droghe – l’ONU dovrà decidere sulle raccomandazioni dell’Organizzazione Mondiale della Sanità sul riconoscimento del valore terapeutico della cannabis. Potrebbe essere, nonostante le resistenze di Cina e Russia, un momento fondamentale. Accogliendole l’ONU potrebbe finalmente aprire un processo di riforma globale, basato sulle evidenze scientifiche e non più sull’ipocrita e fallimentare ideologia proibizionista».
Uno sguardo agli altri referendum. Il Mississippi sceglie la sua nuova bandiera, mandando ufficialmente in pensione quella confederata. Gli elettori, tramite il referendum, hanno scelto una magnolia come simbolo dello stato.
Uber e la compagnia rivale Lyft vincono in California il referendum da loro proposto. Il 58% degli elettori ha approvato una deroga alla legge locale sul lavoro, che permette alle due compagnie di considerare i suoi lavoratori – impegnati come autisti o nelle consegne a domicilio – come indipendenti a contratto, privi quindi delle garanzie per i lavoratori dipendenti. Il risultato rappresenta una sconfitta per i sindacati, che hanno affrontato la campagna elettorale con meno risorse finanziarie delle due potenti compagnie. Uber e Lyft hanno investito 200 milioni di dollari per sostenere la loro Proposition 22. La loro vittoria potrebbe aprire la strada ad altre compagnie che potrebbero seguirne l’esempio, incidendo sulle leggi con proprie iniziative referendarie, sostenute con campagne che usano anche strumenti di marketing. E Uber vola nelle contrattazioni che precedono l’apertura di Wall Street dopo la vittoria al referendum in California sulla classificazione dei suoi autisti. I titoli Uber salgono del 13,67%. Vola anche Lyft, che sale del 15,86%.