Giovedì a Torino l’appello per la revoca della sorveglianza speciale per Eddi, l’attivista che combatte al fianco delle kurde del Ypj. Convocato presidio di solidarietà
di Marina Zenobio
Il prossimo 12 novembre, a Torino, si terrà l’udienza di appello che potrebbe confermare definitivamente la sorveglianza speciale per Eddi, Maria Edgarda Marcucci (28 anni), una misura a cui è sottoposta da marzo dell’anno scorso per aver combattuto ad Afrin, uno dei cantoni del Rojava, a fianco dell’Unità di protezione delle donne kurde (Ypj) contro il regime islamico dell’Isis. Oggi purtroppo Afrin, grazie all’impegno armato anti-kurdo della Turchia, è sotto controllo turco e delle milizie jihadiste alleate di Ankara.
Nella vicenda giudiziaria erano coinvolti anche Paolo Andolina, Jacopo Bindi, Davide Grassi e Fabrizio Maniero, ma la misura restrittiva è stata riservata all’unica donna del gruppo, Eddi. In una intervista a Left che le chiedeva perché sia stata solo lei ad essere condannata, l’attivista rispondeva : “Loro in qualche modo dovevano portare a casa il risultato, hanno pensato che probabilmente su di me potevano portarlo a casa più facilmente, perché faccio parte di una categoria di persone – quella delle donne – ritenuta più addomesticabile. Personalmente penso ci sia il perpetrarsi di una differenziale di genere, che è strutturale alla società in tutti i suoi livelli. I toni di questo dispositivo sono molto tarati sul comportamento della persona e le sue credenze. Chiaramente sotto processo ci sono sempre state le nostre idee e il nostro essere conseguenti con esse: si tratta di due visioni del mondo che si scontrano. Nella loro prospettiva, il fatto che sia una donna a non comportarsi secondo le aspettative e i dettami dello Stato risulta ancora più intollerabile”.
Nel gruppo in Rojava c’erano anche Lorenzo Orsetti, “Orso” e una cara amica inglese di Eddi, Ann Campbell, entrambi uccisi. Orso in uno scontro armato contro l’Isis il 18 marzo 2019, Ann in un attacco missilistico partito da Ankara il 16 marzo 2015. Da anni il padre di Ann sta chiedendo inutilmente alla Turchia la restituzione del corpo della figlia.
Quella della sorveglianza speciale di pubblica sicurezza è una delle misure di prevenzione più pesanti ed ereditate dal Codice Rocco, può essere applicata anche soltanto sulla base di indizi e senza nessuna prova di aver commesso illeciti. Ha subito diverse modiche l’ultima delle quali nel 2011. Per la sua natura sia in Italia che in Europa si è discusso della legittimità costituzionale di questa misura e della conformità ai principi contenuti nella Cedu (Convenzione europea per la salvaguardia dei diritti dell’uomo e delle libertà fondamentali).
Essere sorvegliata speciale significa che a Eddi è fatto divieto di partecipare a riunioni pubbliche, non può avvicinarsi a luoghi pubblici dopo le ore 18 ed è costretta ad un coprifuoco presso la sua abitazione dalle ore 21 alle ore 7. Inoltre non può incontrare più di due persone insieme ed è obbligata ad andare in giro portando con sé, sempre, la carta precettiva, un libretto su cui gli agenti di polizia annotano qualsiasi cosa faccia. Tutto ciò senza processo e senza che le sia stato contestato un reato qualsiasi, ossia in assenza di reato. Se non quello di aver scelto di vivere e combattere dalla parte degli oppressi.
L’appuntamento per il presidio in solidarietà con Eddi è stato convocato dalla community “Noi stiamo con chi combatte l’Isis” per il 12 novembre 2020 ore 9, al Palazzo di Giustizia di Torino (corso Vittorio Emanuele II 130)