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Omicidio Bergamini, chiesto processo per l’ex fidanzata

Omicidio Bergamini. Il 2 settembre l’udienza preliminare per il rinvio a giudizio di Isabella Internò

«Donata Bergamini: Il 2 settembre si terrà l’udienza preliminare per il rinvio a giudizio di Isabella Internò, accusata di omicidio pluriaggravato di tuo fratello Denis», scrive Fabio Anselmo. Sulla pagina di Donata Bergamini, sorella del calciatore del Cosenza, si legge: «Dal 18 novembre 1989». Questa vicenda, avvenuta sulla statale 106 all’altezza di Roseto Capo Spulico, nel cosentino, si arricchisce di un nuovo capitolo. Forse non l’ultimo. La Procura della Repubblica di Castrovillari, a conclusione della terza inchiesta su quel decesso, ha chiesto il rinvio a giudizio dell’ex fidanzata di allora di Bergamini, Isabella Internò, con l’accusa di omicidio premeditato aggravato dai motivi abietti. Ma l’accusa è in concorso con soggetti al momento ignoti. Circostanza che potrebbe preludere ad ulteriori sviluppi.

«Possiamo concludere che gli elementi acquisiti, illustrati nella presente informativa, ci consentono di affermare che a carico di Isabella Internò sussistano fondati indizi di colpevolezza quale ideatrice, organizzatrice e partecipe dell’omicidio di Donato Bergamini, con il concorso di altri elementi del suo nucleo familiare». È quanto si legge, tra l’altro, nelle conclusioni dell’informativa redatta dalla sezione di Pg della Polizia alla Procura di Castrovillari

Escono dall’inchiesta il marito della donna che era indagato nell’inchiesta per favoreggiamento in relazione alle dichiarazioni fornite dalla moglie in fase di escussione come teste e Raffaele Pisano, l’autista del camion che il 18 novembre di 32 anni fa finì sopra il corpo del centrocampista rossoblu. L’uomo fu anche processato e assolto dall’accusa di omicidio colposo. In quegli anni, infatti, la tesi portata avanti fu quella del suicidio, con Bergamini che, secondo la ricostruzione dell’epoca, si sarebbe gettato sotto le ruote del camion dopo una discussione con la Internò che si trovava insieme a lui. Un suicidio al quale non hanno mai creduto i genitori di Bergamini e, soprattutto, la sorella Donata che ne corso degli anni ha, a più riprese, raccolto elementi per fare riaprire le indagini. E ci era riuscita una prima volta nel luglio 2011, quando la Procura di Castrovillari riaprì le indagini, alla luce anche di una perizia dei carabinieri del Ris di Messina secondo i quali Bergamini era già morto quando finì sotto al camion. La Internò ed il camionista Raffaele Pisano, ricevettero un avviso di garanzia in cui si ipotizzava l’omicidio per la prima e il favoreggiamento e le false dichiarazioni per il secondo. La stessa Procura, però, al termine delle indagini, nel dicembre del 2014, chiese al gip l’archiviazione per entrambi. Archiviazione che giunse il 1 dicembre 2015.

«L’evolversi dell’attività di indagine e le risultanze emerse – si legge ancora nell’informativa – dopo aver portato a ritenere destituite di fondamento le altre ipotesi investigative circolate in questi lunghi anni sulle cause che portarono alla morte del calciatore ferrarese, hanno impietosamente fatto emergere come l’omicidio di Donato Bergamini sia maturato nell’ambiente strettamente familiare di Isabella Internò e che le dinamiche scatenanti il fatto delittuoso siano da ricercare nella tormentata relazione sentimentale tra la vittima e Isabella Internò e la fine del rapporto stesso».

Donata, insieme all’avvocato Fabio Anselmo, tornò a chiedere la riapertura delle indagini nel 2017 trovando la disponibilità dell’allora procuratore di Castrovillari Eugenio Facciolla che fece riesumare il corpo. Dagli esami fatti emersero quelle che furono definite «incongruenze» con l’autopsia effettuata all’epoca della morte. Una perizia disposta dai pm giunse poi alla conclusione che Bergamini era morto «per soffocamento». Tutti elementi che hanno portato adesso alla richiesta di rinvio a giudizio per la Internò accusata di avere ucciso, con l’aiuto di qualcuno ancora da identificare, Denis, «colpevole» ai suoi occhi di avere troncato la relazione sentimentale che li legava. L’udienza davanti al gup di Castrovillari è stata fissata per il 2 settembre prossimo.

 

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