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Grillo, il figlio, lo stupro e la fiera degli stereotipi

Grillo e la fiera degli stereotipi per difendere il figlio accusato di stupro. Uno show disgustoso

di Marina Zenobio

Beppe Grillo vaffanculo tu. Ma cosa credeva di fare il garante del Movimento 5Stelle attraverso quel video, che tutti e tutte ormai avranno visto, in difesa del figlio accusato di stupro insieme ad altri suoi amici? Prima di questo video del fatto che il figlio, Ciro Grillo, avesse da due anni un procedimento penale in corso per violenza sessuale quasi nessuno lo sapeva. Ora lo sanno tutti. E se l’ex comico pensava che il suo disgustoso sfogo via web portasse acqua al suo mulino ha fallito alla grande. A parte la solidarietà a papà Grillo espressa dagli inetti Alessandro Di Battista e Vito Crimi, c’è pure quella della vice presidente del senato, in quota M5S, Paola Taverna che si auspica che giornali e talk show lascino che questa vicenda la risolva la magistratura. E così sarebbe stato se papà Grillo non avesse lui, per primo, esordito con il suo show via web.

Ora il mondo politico e non solo è in attesa di una presa di distanza da parte di Giuseppe Conte, nuovo leader del Movimento 5 Stelle.

Per il resto è una esplosione di reazioni critiche sull’inqualificabile video-show dell’ex comico. Per difendere il figlio ha rivolto accuse gravissime alla ragazza che ha denunciato la violenza. A partire dal fatto che la giovane ha denunciato lo stupro solo otto giorni dopo. Ma la legge consente la denuncia entro sei mesi dalla violenza subita, proprio per dar tempo alla vittima di rendersi conto di quanto le è accaduto e prendere anche consapevolezza di quanto sarà doloroso il dopo denuncia.

Grillo sostiene che il figlio è innocente perché, altrimenti, avrebbe dovuto essere subito arrestato. Ma per la legge in caso di stupro l’arresto è previsto solo in casa di fragranza di reato o inquinamento delle prove. No, signor Giuseppe Piero Grillo, ha perso l’ennesima occasione per stare zitto.

“Con il suo video sbraitante in difesa del figlio Ciro, Beppe Grillo mostra in tutta la sua evidenza il funzionamento della vittimizzazione secondaria: le donne non sono credute, la violenza viene minimizzata, il comportamento della ragazza giudicato quasi fosse lei l’accusata”, afferma Antonella Veltri, presidente di D.i.Re, a proposito del video diffuso dal comico e leader del M5S in cui si scaglia urlante in difesa del figlio Ciro Grillo, che potrebbe essere rinviato a giudizio oggi con l’accusa di stupro.

“Non si è consenziente perché si denuncia ‘dopo’. E quanto tempo dopo una vittima di stupro perfetta dovrebbe denunciare la violenza?”, chiede provocatoriamente Veltri.

“Nonostante tutto ciò che sappiamo sulle dinamiche della violenza, ogni comportamento di una donna che denuncia uno stupro viene guardato con sospetto. Non si è consenzienti quando si è obbligate ad avere rapporti sessuali contro la propria volontà o quando non si può prestare consenso perché ubriache”, fa notare ancora la presidente di D.i.Re.

“A volte tacere in attesa che la giustizia faccia il suo corso può essere un valore”, aggiunge Veltri. “Qui invece vediamo un fulgido esempio della cultura dello stupro, e un noto personaggio pubblico che in poche battute dà voce a quella squallida quanto utilizzata e vergognosa vittimizzazione, che rimette al centro la donna come soggetto consenziente di una cultura patriarcale che purtroppo alberga anche nei nostri tribunali e viene legittimata e diffusa dai media”, conclude la presidente di D.i.Re.

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