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Scatti di un Paese che cade, e si rialza. Forse

A Genova, L’Italia di Magnum da Robert Capa a Paolo Pellegrin. Alla loggia degli Abati di Palazzo Ducale fino all’8 luglio 

Ritratti di un Paese che cade, e si rialza. Scivola, e si rialza. Inciampa, e si rialza. Si aggiusta sulla testa la corona turrita, che l’iconografia istituzionale effigiata sui francobolli attribuisce all’Italia, e riprende il suo tormentato cammino. Scavalcando ostacoli ingombranti come guerre mondiali e crisi economiche,  criminalità organizzata e discesa in campo di imprenditori prestati alla politica, turismo di massa e sciagurati vertici globali come il G8 di vent’anni fa. E perfino pandemie. Sempre. O, almeno, finora.

La loggia degli Abati di Palazzo Ducale a  Genova ospita fino all’8 luglio la mostra L’Italia di Magnum. Da Robert Capa a Paolo Pellegrin: una carrellata di oltre duecento immagini che raccontano la cronaca, la storia e il costume del Belpaese negli ultimi 70 anni.

ITALY. Naples. W.W.II. Germans Mine Post Office.October 7th, 1943.
The main Post Office, destroyed by a time bomb left behind by the Germans before the liberation of the city.

L’esposizione,  curata da Walter Guadagnini con la collaborazione di Arianna Visani e organizzata da SUAZES in collaborazione con CAMERA – Centro Italiano per la Fotografia e Magnum Photos, vede venti autori chiamati a raccontare eventi grandi e piccoli, personaggi e luoghi dell’Italia dal dopoguerra a oggi. In un intreccio di fotografie note e altre meno note, di luoghi conosciuti in tutto il mondo e di semplici cittadini.  Introdotta dal prologo cronologico di  un omaggio a Henri Cartier-Bresson e al suo viaggio in Italia negli anni Trenta, la mostra prende avvio con due serie, una di Robert Capa, dedicata alla fine della Seconda Guerra Mondiale e che ritrae una nazione in rovina, distrutta da cinque anni di conflitto, e una di David Seymour, che nel 1947 riprende invece i turisti che tornano a visitare la Cappella Sistina: l’eterna grande bellezza dell’arte italiana come segno della rinascita di un’intera nazione.

ITALY, Sicily, Bagheria, sunday in the street Images for use only in connection with direct publicity for the group exhibition “Magnum 70 years in Italy ” presented at Palazzo Ducale, Genoa, Italy,

La mostra, in un percorso scandito per decenni consecutivi, prosegue con le immagini di Elliott Erwitt, René Burri e di Herbert List, con il primo che racconta Roma e le sue contraddizioni con lo sguardo affettuosamente ironico che lo ha reso famoso. E il secondo che ci porta all’interno della storica mostra di Picasso del 1953 a Milano, un evento per la cultura italiana che tornava a confrontarsi con i grandi miti della contemporaneità. Il terzo infine, con una serie di scatti strepitosi, porta lo spettatore all’interno di Cinecittà, dove stava nascendo la “Hollywood sul Tevere”, che tanta fama porterà all’Italia nel decennio successivo.

Un decennio che in mostra è raccontato da tre figure forse meno conosciute ma non per questo meno interessanti: Thomas Hoepker, che presenta tre immagini del trionfo di Cassius Clay alle Olimpiadi di Roma del 1960, Bruno Barbey, che documenta i funerali di Togliatti, figura centrale della politica italiana, e non solo, figura amata dal popolo al di là del giudizio che ne darà poi la storia, ed Erich Lessing, con un servizio che riporta direttamente ai tempi del “boom” economico, con una carrellata sulla spiaggia di Cesenatico, con i suoi riti e i suoi miti.

Cambia il clima negli anni Settanta e Ferdinando Scianna racconta il passaggio tra i due decenni attraverso le immagini di una Sicilia sempre uguale a se stessa, Leonard Freed riprende frammenti dello storico referendum sul divorzio che cambiò per sempre la società italiana, mentre Raymond Depardon presenta una delle sue serie più struggenti, quella sui manicomi, realizzata nel momento in cui la Legge Basaglia, che ne prevedeva la chiusura, segnava un altro grande passo del costume nazionale.

ITALY. Rome. 1955.

Una decina di fotografie ancora realizzate da Scianna aprono gli anni Ottanta: sono le immagini di un Berlusconi in versione imprenditore di successo, appena prima della discesa in politica, che illuminano il rapporto tra potere e immagine a partire da quel momento storico. Ma il decennio è anche quello della definitiva affermazione del turismo di massa: le grandi fotografie di Martin Parr colgono genialmente il contrasto tra la bellezza dei luoghi e il cattivo gusto dei nuovi visitatori, con effetti di mirabile comicità. Patrick Zachmann racconta invece la Napoli della camorra, prima del successo  di “Gomorra” ma con la stessa intensità: un documento crudo, la faccia nascosta dell’Italia da bere del decennio.

Alla fine del percorso si arriva alla contemporaneità: gli anni Novanta e Duemila sono un viaggio tra i nostri ricordi più recenti e le nostre vicende attuali: Alex Majoli racconta le discoteche romagnole di allora e di oggi, in un lavoro concepito appositamente per questa occasione; Peter Marlow riporta alla più tragica vicenda della guerra nella ex Jugoslavia, rispecchiata occhi dei soldati americani su una portaerei al largo delle coste italiane; Chris Steele-Perkins torna invece in Vaticano – presenza costante nella mostra nella storia e nella cronaca d’Italia – per raccontare questa volta un aspetto letteralmente giocoso, il torneo di calcio tra religiosi “Clericus Cup”, quasi un’anticipazione delle immagini surreali di “The Young Pope”. Paolo Pellegrin chiude il decennio, con le immagini della folla assiepata in Piazza San Pietro nella veglia per la morte di Papa Giovanni Paolo II e con quelle di un’altra folla, quella dei migranti su un barcone, tragico segnale dell’attualità.

Uscendo il visitatore incontra infine la grande, straordinaria sequenza di immagini di Mark Power dedicate ai luoghi simbolo della cultura italiana, da Piazza San Marco alla Basilica di San Petronio a Bologna, dal Museo del Cinema di Torino al Duomo di Milano.

ITALY. Genoa. G8. Anti-globalisation riots. July 20th,2001.

Una menzione particolare, poi, per gli scatti di Thomas Dworzak che ci riportano alle drammatiche giornate del G8 di Genova e che tornano di stretta attualità, in questi giorni di vigilia di ventennale. Proprio Palazzo Ducale ospiterà, infatti,  dopo un travagliato accordo raggiunto con l’Amministrazione cittadina, le iniziative di ricordo e dibattito su quei 4 tragici giorni. Curati da Amnesty International, che definì quanto accaduto la più grande violazione di diritti umani avvenuta in Europa in tempo di pace,  gli eventi del prossimo luglio espugneranno con le idee di una moltitudine offesa e violentata, quello che fu il fortino assediato dei potenti del mondo asserragliati nei loro privilegi.

E tu chiamale, se vuoi, piccole rivincite.

Prenotazione e vendita biglietti

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