On line dal 2 dicembre “Il più amato dagli italiani”, podcast scritto da Massimiliano Di Giorgio e Giorgio Cappozzo
«Quella del 1982 è un’estate di passione, la nazionale di calcio è impegnata nel Mundial…». Inizia così, dal presidente tifoso, un podcast su Pertini on line dal 2 dicembre. Il presidente è in carica da 4 anni e ha deciso di non vivere al Quirinale. Il primo racconto è quello dello storico Sandro Marucci.
Sandro Pertini ha avuto una vita straordinaria. Ha sconvolto i protocolli e ha vissuto con energia e spontaneità. “Il più amato dagli italiani”. E proprio così si intitola un podcast disponibile su Spotify, Google, Apple, l’app Emons, Audible e Storytel, voce narrante quella dell’attore Marco Cavalcoli.
Sette puntate, quanti sono stati gli anni della sua presidenza, scritte da Massimiliano Di Giorgio insieme a Giorgio Cappozzo, giornalista e autore televisivo, per Emons, piccola ma prestigiosa casa editrice di audiolibri (la sua formula vincente è stata quella di pubblicare soprattutto romanzi importanti letti da bravi attori). Spiega Di Giorgio, classe ’65, giornalista per lungo tempo a l’Unità, poi alla reuters e autore di un bel saggio su il manifesto, che l’idea è nata un paio di anni fa, nel novembre 2019. «Ho pensato a Pertini: nel 2020 sarebbe stato il trentennale della morte. Era un personaggio ancora popolare ed apprezzato. Mi ricordavo di aver visto e ascoltato il presidente di persona, durante una visita scolastica, mi pare proprio al Quirinale, ai tempi delle medie. Nel corso degli anni erano usciti alcuni reportage, piuttosto celebrativi e ufficiali nei toni. Poi c’era stato il documentario “Il Combattente”, tratto dal libro di De Cataldo, che però a me era sembrato un’occasione sprecata. Insomma, c’era sicuramente spazio per un podcast».
«Un racconto a salti – dice ancora Di Giorgio – non tutta la vita di Pertini, ma alcuni momenti significativi della biografia sua e della nazione. Cercando di collegare in qualche modo una puntata con l’altra. E, soprattutto, di raccontare non il “solito” Pertini, ma quello che ha rappresentato, con pregi e difetti. L’ultimo dei risorgimentali e insieme il militante di sinistra. Uno che veniva dalla politica istituzionale (era parlamentare dall’inizio della Repubblica ed era stato presidente della Camera per 8 anni) e che pure sembrava così anti-establishment. Il presidente più votato della storia repubblicana, che riuscì a tenere un Paese unito in momenti drammatici, e insieme quello più interventista, che aprì tutto sommato la strada a Cossiga (anzi, a Kossiga). L’uomo che invocava le “mani pulite” ed era amico dei magistrati ma che non riuscì a evitare il crollo della Prima Repubblica. Insomma, un personaggio complesso, che è stato anche una delle prime vere star della cosiddetta politica-spettacolo».
Tra gli ospiti intervistati, lo storico Davide Conti, Aldo Giannuli, Marco Tarchi (politologo, ex ideologo della Nuova Destra e ancora prima, negli anni Settanta, dirigente del Fronte della Gioventù), il partigiano Giotto, al secolo Giordano Bruschi (che è stato anche sindacalista, cronista, memoria storica della Genova antifascista, a sua volta protagonista di un bellissimo documentario di Ugo Roffi e Ludovica Schiaroli), Vincenzo Mollica e Pippo Baudo, intervistati da Maria D’Amico (ma gli autori si rammaricano di non essere riusciti a convincere Raffaella Carrà), (anche qui, non devo dire niente), Giuliano Amato e altri ancora.
Di Giorgio si definisce produttore seriale di playlist. Naturalmente ne ha buttata giù una: la trovate su Spotify col titolo Is Pertini.