Dal 25 al 27 febbraio, a Roma, il Forum della convergenza dei movimenti. E sabato tutte e tutti in piazza contro la guerra
Quante volte, nei giorni del lockdown, abbiamo sentito gli analisti mainstream ripetere che nulla sarebbe stato come prima, che la pandemia ci stava impartendo delle lezioni che non avremmo potuto ignorare. Beh, non era vero. E nemmeno è andato “tutto bene”. Ora sappiamo che crescita, concorrenza e competitività continuano ad essere le stelle polari delle politiche delle classi dirigenti, che sarebbe meglio chiamare classi dominanti.
L’escalation di guerra in Ucraina non fa che confermare le più fosche previsioni. In generale è una fase ancora più difficile e complicata, dal punto di vista sanitario, sociale ed ecologico, quella che i movimenti sociali si trovano ad affrontare mentre il Pnrr, la finta transizione ecologica, la gestione della pandemia e la guerra globale comprimono i diritti del lavoro, i diritti individuali e sociali, i beni comuni e i servizi pubblici destinandoli a restare variabili dipendenti dei profitti.
E’ il tempo in cui lo scontro tra un modello insostenibile e le alternative possibili vive dei momenti decisivi.
La ripresa delle lotte – dall’insorgiamo della Gkn all’indignazione studentesca contro la “scuola che uccide” – ha bisogno che sia ancora più forte un percorso di convergenza che s’è avviato già nel tempo del lockdown. E’ quel percorso della Società della cura, coalizione composita di soggettività sociali e politiche, che dopo aver incrociato le iniziative del ventennale di Genova, ha individuato come possibile salto di qualità collettivo la costruzione di una tre giorni di confronto sulle grandi domande che abbiamo di fronte e sulla costruzione di una piattaforma comune di lotta.
Società della Cura e la Rete Genova2021, le due reti che hanno costruito la proposta, daranno vita al Forum della convergenza dei movimenti dal 25 al 27 febbraio allo Scup di Roma, spazio occupato a ridosso della Stazione Tuscolana e dunque estremamente facile da raggiungere con i treni urbani.
In queste ore convulse e drammatiche, c’è stato un fitto scambio tra i promotori e tutte e tutti hanno sottolineato tanto l’importanza di scendere in piazza per fermare la nuova follia, tanto la necessità – a maggior ragione – di tenere il Forum della convergenza dei movimenti come appuntamento di azione concreta contro un modello sociale che, tra le altre drammatiche conseguenze, dimostra di non essere in grado di uscire dalla logica del dominio e della guerra. Per cui i lavori del Forum si trasferiranno nell’appuntamento romano contro la guerra del sabato mattina mentre la sessione sulla crisi internazionale, dal mattino verrà spostata alla sera del sabato con una plenaria che inizierà alle 20. Il tema della guerra sarà uno dei fuochi del dibattito dell’assemblea finale della domenica.
Crediamo che sia la soluzione migliore per mettere a frutto l’intenso lavoro collettivo fatto in questi mesi e nel contempo stare nelle piazze con tutte e tutti coloro che da sempre dicono “Contro la guerra, senza se e senza ma”
«Tanto la gestione della pandemia quanto le scelte di fondo per uscirne continuano ad avere come faro il profitto e come strumenti crescita, concorrenza e competitività. Governo, grandi imprese e interessi finanziari hanno dimostrato di non aver compreso nessuno degli insegnamenti indotti dalla pandemia – si legge nella convocazione – il profitto delle imprese continua ad essere identificato con il benessere della società. Il mercato continua ad essere considerato l’unico regolatore sociale. Il limite ambientale continua ad essere usato solo per un nuovo ciclo di accumulazione basato sulla crescita infinita. Continua l’orrore contro i migranti alle frontiere, prosegue il riarmo e sul mondo si addensano nubi di guerra (…) La pandemia ci ha confermato che solo la convergenza e l’intersezionalità delle lotte, delle pratiche e delle esperienze possono mettere in campo la sfida per un’alternativa di società.
E’ giunto il momento di metterle a frutto, dimostrando l’esistenza di una classe dirigente diffusa e dal basso che sa come affrontare le grandi sfide del nostro tempo ed è capace di produrre tessuti di speranza contro coloro che impongono reti di rassegnazione».
La sfida (come spiega anche Marco Bersani in questo articolo) è quella di superare l’idea del Forum diviso per temi “specifici”, per mettere a valore l’intersezionalità dei contenuti e la connessione fra le lotte e le esperienze: di conseguenza non sarà organizzato per seminari con temi giustapposti, bensì per sessioni plenarie che rispondano a grandi domande che richiedono la convergenza.
L’assemblea generale conclusiva avrà il compito di raccogliere quanto emerso nelle sessioni plenarie e di lanciare una proposta collettiva di iniziative, campagne e mobilitazioni.
Le sessioni plenarie in cui si declinerà il Forum saranno cinque e articolate intorno a una grande domanda
- CRISI CLIMATICA – Dal cibo all’acqua, dall’energia alla produzione di beni e servizi, come si attua la transizione ecologica della società?
- LAVORO E NUOVA ECONOMIA – Come si attuano la redistribuzione della ricchezza, del reddito, dei diritti e della funzione del lavoro?
- DIRITTI SOCIALI UNIVERSALI – Quale sanità, quale istruzione, quali politiche sociali per un welfare di tutt*?
- DEMOCRAZIA DEL COMUNE – Tra territorio e beni comuni, spazio civico e conflitto sociale, come si attua l’autogoverno democratico delle comunità?
- CRISI INTERNAZIONALE – Tra debito, politiche europee e commercio internazionale, respingimenti dei migranti, corsa al riarmo e guerre, come si attua una politica di pace, cooperazione e solidarietà internazionale?
All’orizzonte le mobilitazioni della primavera, con un movimento studentesco che sembra avere ancora molto da dire, dall’8 marzo femminista, al nuovo sciopero dei Fridays for future fino all’appuntamento del 26 marzo a Firenze lanciato dal Collettivo di Fabbrica della Gkn, catalizzatore finora di gran parte delle nuove energie di resistenza. I lavoratori Gkn arriverano al Forum dopo l’”Insorgiamo tour” che, tra il 5 e il 19 febbraio, ha toccato – Jesi (presidio Caterpillar), Bologna, Bari, Lecce, Taranto, Cosenza.