Il movimento contro l’aumento delle tariffe smonta la decisione di Arera sulla mensilizzazione delle bollette
Super rialzo in vista per il costo della luce del mercato tutelato per i prossimi tre mesi e sarà «una variazione estremamente rilevante per i consumatori», ha avvertito il presidente dell’Arera, Stefano Besseghini nella stessa giornata in cui l’uscente Cingolani ha detto di aver raggiunto l’obiettivo del 90% degli stoccaggi e l’ad di Eni ha ricordato che comunque serviranno i rigassificatori.
Intanto, però, oggi stesso l’Autorità di regolazione per energia, reti e ambiente comunicherà la nuova tariffa dell’elettricità riservata al mercato tutelato per famiglie e imprese dal primo ottobre. La società indipendente di ricerca Nomisma Energia stima un rincaro del 60%. Per quanto riguarda la tariffa del gas, l’Arera ha scelto di aggiornarla ogni mese, non più ogni tre, e sarà ex post e non più ex ante, quindi il prossimo aggiornmento sarà nei primi giorni di novembre, disgiungendo le variazioni di prezzo da quelle dell’elettricità. L’Autorità non farà, infatti, più riferimento al Ttf del mercato di Amsterdam ma alla media dei prezzi effettivi del mercato all’ingrosso Psv italiano molto più bassi.
La stangata in arrivo ha scosso il mondo del consumerismo che al governo di intervenire nuovamente in aiuto di famiglie e imprese, dopo due trimestri in cui le bollette sono rimaste ferme grazie a ingenti iniezioni di denaro da parte dello Stato.
Per Noi Non Paghiamo, il movimento che punta a trovare un milione di adesioni entro il 30 novembre per lanciare lo sciopero della bolletta, quello della mensilizzazione è un trucco ai danni dei 7,3 milioni di clienti in fascia di maggior tutela, quelli che si ostinano a non entrare nel meraviglioso mondo del libero mercato dell’energia.
E’ vero, si legge in un comunicato che vale la pena citare abbondantemente: il costo della materia prima sarà calcolato mensilmente, e non più ogni trimestre, sulla base della media dei prezzi reali registrati sul mercato italiano Psv e non più del Ttf di Amsterdam per il trimestre successivo.
Di fronte all’impennata delle quotazioni del gas, a seguito dell’attacco ai gasdotti Nord Stream, l’Arera ha deciso di sganciarsi dal mercato europeo, dice, per poter «trasferire con tempestività ai clienti finali il beneficio di eventuali iniziative europee di contenimento dei prezzi delle commodity energetiche».
Si tratta dell’ennesima, spregevole, presa in giro
Ancora una volta si ricorre all’accanimento feroce verso le condizioni di vita delle famiglie italiane. Ancora una volta si propongono soltanto misure tese a far ricadere nuovamente i costi delle scellerate scelte governative sulle tasche del popolo, già fin troppo saccheggiate.
L’obiettivo subdolo è fin troppo evidente: indebitare ulteriormente le persone, rendere le vite delle fasce più vulnerabili del paese ancora più precarie. Di fronte ai maggiori aumenti in bolletta previsti nei prossimi mesi, i padroni dell’energia credono che dividendo l’enorme canone bimestrale o trimestrale, potranno continuare a garantirsi gli enormi profitti che stanno realizzando sulla pelle dei lavoratori e delle lavoratrici, delle piccole imprese, dei disoccupati, degli artigiani e delle partite iva.
Sulla scia della campagna Don’t Pay Uk, anche in Italia cresce una forma di insorgenza consapevole delle implicazioni degli aumenti indiscriminati a partire dalla privatizzazione di quello che dovrebbe essere un bene comune, della spirale speculazione-guerra-speculazione, dell’urgenza di una transizione ecosocialista. Lanciata pochi giorni prima della tornata elettorale, la piattaforma ha già raccolto oltre seimila adesioni (è sufficiente registrarsi solo con la mail) e si è dotata di gruppi locali che stanno lavorando per allargare il movimento e la convergenza con altri ambiti di conflitto sociale. Sabato prossimo, 1 ottobre, la Campagna parteciperà a Roma all’assemblea nazionale di convergenza promossa dalla Società della Cura.
“Alla follia e all’indecenza della pervicace volontà di aggredire ulteriormente la nostra esistenza noi opponiamo la necessità del ritorno del costo delle nostre utenze ai prezzi pre-Covid e pre-Guerra.
Se entro il 30 Novembre non otterremo questa riduzione dei costi lanceremo lo sciopero e l’autoriduzione del pagamento delle nostre utenze ! – si legge ancora nel comunicato – L’unica soluzione possibile per mettere in sicurezza le famiglie italiane e abbassare i costi energetici è tassare chi si è approfittato e continua ad approfittarsi di questa crisi provocata dalle scelte belliciste ed antiecologiche del Governo.
L’unica soluzione è tassare la rendita finanziaria e i redditi da capitale che questo modello economico continua a foraggiare ed espandere”.