Francia: minacciato di essere consegnato all’Italia, Vincenzo Vecchi chiede il rinvio al Consiglio costituzionale
L’attivista italiano antiglobalizzazione Vincenzo Vecchi, rifugiato in Francia e a cui l’Italia ha chiesto di scontare una lunga pena detentiva dopo le violenze anti-G8 di Genova del 2001, ha chiesto martedì un rinvio al Consiglio Costituzionale (CC) sull’applicazione del mandato di arresto europeo nei suoi confronti.
Durante un’udienza davanti alla Corte di Cassazione di Parigi, la più alta corte giudiziaria francese, l’avvocato dell’ex attivista, Paul Mathonnet, ha sostenuto a lungo la “necessità” di sottoporre ai “Saggi” del CC una questione prioritaria di costituzionalità (QPC) sul principio della doppia incriminazione.
È in virtù di questo principio che la Corte d’appello di Angers (Francia occidentale) aveva rifiutato nel novembre 2020 l’esecuzione del mandato d’arresto europeo emesso nel 2016 nei confronti di Vincenzo Vecchi, il cui reato deve scontare in Italia una pena principale di dieci anni di carcere che non ha equivalenti in Francia.
A seguito di un ricorso della Procura, nel gennaio 2021 la Corte di Cassazione ha deciso di sospendere il procedimento e ha sottoposto alla Corte di giustizia dell’Unione europea (CGUE) tre questioni di interpretazione del diritto europeo.
Nella sentenza del 14 luglio, la CGUE ha stabilito che non è richiesta una “perfetta corrispondenza” tra i reati nello Stato membro che emette il mandato d’arresto e quello che lo esegue, e che la Francia non può quindi opporsi alla consegna di Vincenzo Vecchi all’Italia.
“Questa decisione suscita serie preoccupazioni”, in particolare nel “contesto attuale” in Europa e “nell’arrivo al potere di un partito post-fascista” in Italia, ha dichiarato Mathonnet, davanti a una ventina di sostenitori di Vincenzo Vecchi.
In tre forum separati, parlamentari e membri della società civile hanno messo in guardia dalla decisione, che a loro dire minaccia le libertà fondamentali.
Vincenzo Vecchi è stato infine condannato a un totale di dodici anni e mezzo di carcere, di cui dieci per il reato di “devastazione e saccheggio”.
Introdotto nel codice penale italiano sotto Mussolini, questo reato prevede una pena da otto a quindici anni di carcere per la partecipazione a un grave turbamento dell’ordine pubblico attraverso un semplice “contributo morale”, ha ricordato Paul Mathonnet.
La Francia, eseguendo il mandato d’arresto europeo per Vincenzo Vecchi, “sarebbe complice di una legge Mussolini”, ha affermato.
L’Avvocato generale ha sostenuto che la CQC non dovrebbe essere trasmessa e che la sentenza impugnata dovrebbe essere annullata e la causa rinviata a una nuova corte d’appello.
La Corte di Cassazione deciderà il 29 novembre.
Vincenzo Vecchi era uno dei “Dieci di Genova”, attivisti condannati in Italia, spesso a pene molto pesanti, dopo le violente proteste del 2001, in occasione di una riunione del “Gruppo degli Otto”. È stato arrestato nell’agosto 2019 a Rochefort-en-Terre (Francia occidentale), dove viveva da diversi anni.