Passi indietro su aborto e fine vita: intervista choc di Landini all’Avvenire alla vigilia della controversa udienza papale della Cgil [Eliana Como]
In merito all’intervista di oggi del segretario generale della Cgil sull’Avvenire in vista della visita di domani dal Papa, credo che sia necessaria una rettifica.
Che la Cgil vada dal Papa per me è del tutto inappropriato, l’ho scritto, un paio di settimane fa, qui su Micromega. L’intervista di oggi a Landini sull’Avvenire conferma le mie preoccupazioni, introducendone ben altre e più gravi.
Persino il giornalista chiede: «sulla pace avete un giudizio comune con il Papa. Ma sull’aborto e il fine vita?». La risposta poteva essere solo una: la Cgil da sempre sostiene il diritto e la libertà di aborto e così continuerà a fare. Altrettanto sul fine vita. Invece no.
Caro segretario, davvero, la tua risposta è grave e imbarazzante.
Ti sovradetermini sulle donne e decidi di dire che «la Cgil non ha mai promosso l’aborto che rimane un passaggio doloroso e traumatico per qualsiasi donna». QUALSIASI! Perdonami, l’hai deciso tu? Quando nella tua vita di maschio hai deciso e hai verificato che l’aborto è fonte di pena e supplizio per ogni qualsiasi donna? Quando hai deciso che non sappiamo determinarci da sole e che non sappiamo quando e SE avere un figlio? Chi ti ha raccontato che QUALSIASI donna indossa il cilicio della penitenza dopo aver abortito? E soprattutto cosa ti ha suggerito di addossare sensi di colpa, di cui appunto non sai niente e dovresti tacere, alle donne che scelgono di abortire?
Peraltro, il problema non è nemmeno cosa ne sappia tu da maschio. Il punto è che sei il segretario generale della Cgil e la posizione della Cgil non è mai stata così arretrata. MAI!
Altrettanto sul fine vita. Rispondi che «non c’è una posizione formale della Cgil». Ma se siamo da anni impegnati con le associazioni su questo tema! Già nel 2010 scrivevamo nei nostri documenti congressuali che riconoscevamo il sacrosanto diritto di ogni persona di «acconsentire o non acconsentire alle cure proposte».
Su queste dichiarazioni, penso che il segretario della Cgil dovrebbe fare al più presto una cosa: ritrattare, spiegare che magari è il giornalista ad aver capito male. Perché altrimenti è proprio come ho scritto giorni fa, questa visita dal Papa: «mette in discussione la nostra autonomia culturale, politica e di pensiero dagli apparati burocratici del potere cattolico, proprio in una fase storica in cui i diritti civili sono gravemente in discussione».
Eliana Como fa parte del direttivo nazionale CGIL ed è militante di Non Una di Meno