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Pigneto, il primo Patto romano di Rete e di Comunità

Una ricerca azione del consorzio Next e Arci Lazio sui processi di riorganizzazione degli spazi urbani

Anche in una città come Roma, la pandemia e la crisi economica hanno scavato nelle condizioni di disagio dilatando le disuguaglianze spaziali, sociali, nella fruizione del welfare e dei servizi culturali, nelle dotazioni di infrastrutture sociali e nell’accesso al lavoro. Tuttavia resiste un protagonismo associativo che, al di fuori dei tradizionali circuiti formali, sperimenta soluzioni innovative per rispondere ai bisogni sociali scoperti o solo parzialmente coperti dalle istituzioni. L’emergenza Covid ha reso ancora più visibile questo arcipelago di realtà associative, spesso auto-organizzate ma non di meno capaci nei mesi scorsi di sperimentare nuovi percorsi e aggregativi e quindi capaci di sviluppare sinergie tra soggetti formali e informali assicurando In molti casi interventi capillari su tutto il territorio urbano.

Il coinvolgimento e la valorizzazione di queste reti è un motore importante per la città post-pandemia, in particolare per la progettazione di nuove modalità di interazione tra l’organizzazione sociale, i cittadini e le istituzioni, per lo sviluppo di azioni comunitarie e la promozione della partecipazione alla costruzione delle politiche degli interventi sul territorio. Molte di queste esperienze, se da un lato testimoniano della vivacità del tessuto sociale della città di Roma, soprattutto nei quartieri più periferici e disagiati, dall’altro rischiano di rimanere isolate, se non accompagnate da iniziative volte a rafforzare i network associativi e il raccordo con i bisogni sociali emergenti nei territori conquistati. È in questo contesto che si inserisce la proposta progettuale di Social Community Connection, progetto, nell’ambito dell’Avviso pubblico Comunità Solidali 2020, che coinvolge da febbraio 2022 Arci Lazio, per il suo obiettivo principale di promozione della partecipazione democratica e delle opportunità di accesso al welfare, e NEXT Nuova Economia Per Tutti. L’ambizioso obiettivo è quello di arrivare alla costituzione di un vero e proprio Patto di Rete e di Comunità tra le istituzioni, in particolare il Municipio V di Roma Capitale, e il reticolo di relazioni che cresce nello spazio polivalente formato dall’ampia adesione di più realtà aggregative nel quartiere Pigneto, un contesto particolarmente ricettivo per la sperimentazione di un progetto di questo tipo. Da una prima analisi, infatti, è emerso che proprio in questo quartiere in veloce crescita, in cui sono aumentate in modo esponenziale le famiglie monoparentali, sussista un alto indice di povertà relativa.

Il lavoro delle associazioni e dei circoli ARCI presenti sul territorio, e che durante la pandemia hanno lavorato attivamente in sinergia tra loro e con le istituzioni, si configura come presidio di comunità in cui attivare servizi utili a rispondere ai bisogni emergenti e favorire processi di partecipazione tra cittadini, reti sociali e istituzioni, sul modello delle case di quartiere di Torino.

La fase finale, in corso mentre questo articolo comparirà sulle pagine di Reti Solidali, vede intervenire Arci Lazio e NeXT con una ricerca-azione sui problemi connessi ai processi di riorganizzazione e rifunzionalizzazione degli spazi urbani, aggregando esperienze positive nate durante la pandemia e avviandone di nuove a partire dai bisogni del territorio. In particolare, si vuole fare spazio a servizi di welfare innovativi, pratiche di mutuo-aiuto condivisione, momenti di socialità. Oltre a ciò configurare uno spazio di confronto e ascolto tra istituzioni, cittadini, gruppi sociali per un diritto alla città esercitato da più parti anche considerando i rischi della gentrificazione che ha interessato il Pigneto.

Ulteriori attività e servizi saranno definiti dagli stessi cittadini grazie all’analisi della condivisione dei loro bisogni sociali nel contesto in questione, attraverso una apposita metodologia di ricerca-azione che è parte integrante del progetto. Del resto le case di quartiere sono un modello di spazio polivalente e flessibile di intervento, attivato proprio a partire dalle specifiche esigenze e specificità del contesto, in cui gli stessi cittadini possono contribuire a formarsi e a co-costruire risposte per sé stessi e per gli altri.

Un percorso particolarmente innovativo proprio perché parte dalla rilevazione dei bisogni emergenti tanto delle persone quanto del reticolo associativo e conferisce loro un oggettivo protagonismo nell’individuazione degli spazi da rigenerare e nell’attivazione di un circuito di comunicazione in grado di produrre effetti concreti sul territorio e sul piano della trasferibilità del progetto in altri quartieri.

Il consorzio Next ha individuato due bisogni specifici. Il primo è quello di “misurare” il Terzo Settore, quali benefici e che tipo di impatto generano le associazioni. Per questo è stato elaborato uno strumento, NEXTINDEX, elaborato con i partner del consorzio anche in vista dell’entrata in vigore del Runts. Il secondo è un bisogno di amministrazione condivisa per eliminare il rischio di procedere solo per bandi, l’urgenza di superare le complessità della co programmazione (che, assieme alla co progettazione, è uno dei cardini del Codice del Terzo Settore), appunto, il Patto di rete di comunità per dare forma stabile alla co progettazione e co programmazione di una serie di beni comuni del Municipio V.

Social community connection si articola in 4 fasi: la mappatura (valutazione dei livelli di coesione e delle linee di progettazione), l’analisi qualitativa (con la somministrazione di un questionario a un campione mirato di cittadine/i), la formazione e l’accompagnamento delle associazioni al RUNTS, la sperimentazione dell’alleanza a partire dal patto di rete.

Questo municipio potrebbe vedere la nascita di un hub sperimentale e il progetto potrebbe poi svilupparsi a cerchi concentrici in altre tra le 18 aree (tra quartieri e zone urbanistiche) che compongono il complesso territorio del Municipio.

Per il governo del Municipio V, Social community connection è l’opportunità per una cessione di sovranità, per un approccio sistemico che, nel restituire senso alla politica, superando la logica delle consulte e la logica dei bandi che deforma l’azione stessa delle amministrazioni. La posta in gioco è un’amministrazione condivisa, un welfare di prossimità per intercettare le fragilità esplose dalla pandemia in poi. Dopo tutti i passaggi formali e informali (dalla somministrazione dei questionari alla costruzione della rete fino all’analisi dei bisogni) attivati dai ricercatori e dai volontari dei circoli ARCI del quartiere, Social Community Connection troverà un momento pubblico di restituzione con un evento dedicato al quartiere entro il prossimo mese di gennaio.

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