Un nuovo sito sulle stragi nell’Italia occupata, nella memoria dei loro autori
Per restituire dignità ai familiari delle vittime delle stragi nazifasciste: a questo serve la conservazione della memoria e un sito come quello appena presentato nella sede del Goethe Institut a Roma: www.ns-taeter-italien.org.
“1943-1945. NS-Täter in Italien. Le stragi nell’Italia occupata nella memoria dei loro autori” è stato inaugurato alla presenza del direttore del Goethe Institut, Joachim Bernauer, dell’ambasciatore tedesco in Italia, Viktor Elbling, del procuratore generale presso la Corte di Appello militare, Marco De Paolis. Sarà proprio lui ad affermare: “questo progetto restituisce onore e dignità alle famiglie delle vittime delle stragi”.
Spiega Carlo Gentile, professore all’Università di Köln e coordinatore del progetto insieme a Udo Gumpel, che il progetto è iniziato nel 2019 grazie al finanziamento del fondo italo-tedesco per il futuro.
«È un fondo stanziato dal Governo Federale Tedesco per finanziare progetti relativi alla storia e alla memoria dei crimini commessi dalle truppe naziste in Italia dopo l’8 settembre 1943. Con questo sito si conclude un ciclo di studio che era iniziato sulla memoria delle vittime italiane, con l’Atlante delle stragi naziste e fasciste in Italia, e che ora si arricchisce con la memoria dei perpetratori», spiega Paolo Pezzino, già ordinario di Storia contemporanea a Pisa e attualmente Presidente dell’Istituto Nazionale Ferruccio Parri – Rete degli istituti per la storia della Resistenza e dell’età contemporanea- che ha collaborato come consulente tecnico d’ufficio con la Procura militare di La Spezia nelle indagini sulle stragi di civili in Italia nella seconda guerra mondiale.
Ma perché occuparsi in particolare dei perpetratori, ossia di coloro che commettono intenzionalmente azioni disoneste, malvagie o illecite? «Perché la loro scomparsa nel discorso pubblico – risponde Gentile – ha causato una memoria divisa, che solo da poco ha iniziato a essere rielaborata, grazie anche al lavoro di giornalisti, come Udo Gumpel, Christiane Kohl, René Althammer, e di procuratori militari, in primis Marco De Paolis, oltre che degli studiosi. In assenza di una ricerca sui perpetratori, tutti i tedeschi indistintamente passano per carnefici, in ‘una notte in cui tutti i gatti sono grigi’, per parafrasare il proverbio. Durante il progetto ci siamo resi conto dell’estrema normalità dei Täter. Non sono mostri. Anzi, molti fanno parte della élite tedesca, erano nell’aristocrazia già all’epoca di Weimar, e restano nell’élite anche dopo la guerra nella Repubblica Federale Tedesca».
Ma tutti i cosiddetti Täter si assomigliano? «Erano accomunati dal contesto di guerra, non tutti però erano uguali” – riprende Pezzino – ad esempio, accanto ad SS efferate come Walter Reder, autore di molteplici stragi fra cui quella di Monte Sole e Helmut Looß, responsabile, per la 16° divisione SS, della lotta antipartigiana, vi erano personaggi, ufficiali della Wehrmacht, che solo determinate circostanze di guerra hanno reso criminali; ad esempio Peter Eduard Crasemann, responsabile della strage del padule di Fucecchio; Klaus Konrad, che era un fine giurista, membro della buona borghesia, divenuto torturatore e omicida di partigiani e civili a san Polo, il capitano Kurt Christian Von Löben, neppure iscritto al partito nazionalsocialista, proveniente da una famiglia di antica nobiltà e tradizioni militari, che si comporta in maniera così sadica verso la popolazione civile da venire trasferito sul fronte orientale dai suoi stessi superiori; infine Franz Smith, neppure lui iscritto al partito, direttore di orchestra di una banda militare, che partecipa ad un’azione a Monte Sole al comando di un gruppo di assalto che uccide 150 persone».
Salta alla mente l’ultima boutade di La Russa su Via Rasella… ma torniamo al sito.
A chi si rivolge? «Ai public historians, ai centri di studio e di documentazione, alle scuole e alle istituzioni culturali e a tutti coloro che sono interessati; insomma si rivolge al grande pubblico sia italiano che tedesco», risponde Gentile. «Ricco di testimonianze e video inediti, è uno strumento innovativo, didattico. Una delle sue missioni è quella di ridurre l’asimmetria di ricordi fra Italia e Germania e di aiutare a capire la complessità della situazione», aggiunge Christiane Liermann, direttrice di Villa Vigoni, Centro italo-tedesco per il dialogo europeo.
Come funziona il sito lo spiega Elena Pirazzoli, ricercatrice e scientific consultant: «Dal menù si accede, oltre che alla home, a queste parole chiave: Stragi, che contiene una casistica di una ventina di esse, ad es. Montesole, Sant’Anna di Stazzema, Pietransieri…
Täter, cioè i “perpetratori”, che ne contiene i profili biografici, comprese la formazione, la divisione di appartenenza e la vicenda nel dopo guerra.
Temi, che contiene “processi” -ad es. quello di Bologna del 1951 o di La Spezia all’inizio del nuovo secolo-, “memoria” -in Germania ovest, est e Austria-, “diserzione” e “8 settembre 1943” – osservato da entrambi i punti di vista, italiano e tedesco-.
Fonti, cioè documenti militari, giudiziari, ego-dokumente, (come diari e lettere, fotografie…), foto e video.
Proposte educative, sviluppate in collaborazione con la Scuola di Pace di Monte Sole e con la compagnia teatrale Archiviozeta.
Udo Gumpel, giornalista investigativo, reporter e autore televisivo a cui in tanti casi si deve la riapertura di azioni giudiziarie nei confronti di ex ufficiali delle SS rintracciati nelle loro città di residenza dopo lunghe e pazienti ricerche, ci mostra un trailer, di cui è anche regista, del sito con estratti di interviste da lui realizzate a “täter”, come Gerard Sommer, da lui scovato, libero privato cittadino, nel 2002 a Amburgo “per me quei tempi sono finiti e non ho sbagliato assolutamente niente” dice scocciato al giornalista nel giardino della sua casa l’SS-Untersturmführer tra i responsabili dell’eccidio di Sant’Anna di Stazzema , o Friedrich Engel (che ai tempi della guerra usava il nome di Siegfried), ex capo delle SS e della Gestapo di Genova fra il ’44 e il ’45, e responsabile, tra l’altro, dell’eccidio della Benedicta, il quale così si giustifica al microfono del reporter “sono diventato nazista per colpa di altri”.
«Ci auguriamo – dice Elena Monicelli, coordinatrice della scuola di pace di Monte Sole – che questo progetto possa essere pioneristico per uno analogo in cui si parli di ciò che gli Italiani hanno fatto nelle campagne coloniali e di espansione». E lo attendiamo, anche se poco fiduciosi, data la nera aria politica che tira…
Se è giusta la risposta data dal sociologo Ralf Gustav Dahrendorf alla domanda “che cos’è l’Europa?”, che “l’Europa è la capacità di tradursi gli uni agli altri”, questo sito contribuisce di sicuro a fare l’Europa.
So, “stay tuned”: www.ns-taeter-italien.org