Venti opere di Keith Haring in mostra a Marassi, il carcere di Genova. Un progetto di Teatro Necessario
Metti un pomeriggio di primavera al vernissage di una mostra di uno dei più celebrati artisti contemporanei statunitensi. Nella casa circondariale del Ministero della giustizia. Si, insomma, in carcere, in prigione, al gabbio… Ovvero in quell’istituzione totale che la cività occidentale ha da sempre preposto alla pena e (augurabilmente) alla rieducazione di quanti si rendono protagonisti della devianza rispetto alle sue norme. E che, nella fattispecie, è la Casa circondariale di Marassi, nel cuore di uno dei più popolosi quartieri di Genova, letteralmente a fianco dello stadio di calcio. Col suo colpo d’occhio straniante di garitte di guardia blindate, affondate in una foresta di condomini, che per un attimo non si capisce se sorveglino la popolazione “di dentro” oppure quella “di fuori”.
In esposizione, aperta fino al 29 maggio al pubblico esterno come a quello recluso, 20 opere di Keith Haring, padre nobile di tutta la street art di oggi, attivo quando correvano i selvaggi anni Ottanta della Grande Mela. E l’arte di strada, prima di essere scoperta e glorificata nelle più glamour gallerie, veniva invariabilmente rubricata alla voce vandalismo e danneggiamento urbani. Reati che valevano ad Haring puntuali arresti da parte della polizia di New York. Esiste quindi il filo rosso di un percorso accidentato con la Legge tra la biografia del famoso artista newyorchese e quella dei detenuti che hanno contribuito ad allestire la mostra. E che si mettono a disposizione come per le visite guidate all’esposizione. Regista dell’intero progetto è il Teatro Necessario, che all’interno del carcere ha collocato, primo caso in Italia, il suo Teatro dell’Arca, aperto ai genovesi con la sua Rassegna Voci dall’Arca edizione 2022/23.
Il progetto Keith Haring coinvolge, infatti, oltre all’amministrazione della Casa Circondariale di Genova Marassi, anche l’Associazione Teatro Necessario (Coordinamento progetto, ELV – CULTURE of Innovation (allestimento mostra, l’Accademia Ligustica di Belle Arti (coordinamento dei detenuti per la realizzazione del murale), la Fondazione Ordine Architetti (organizzazione convegno in concomitanza con la mostra e attivazione di crediti formativi per studenti di architettura, la Bottega Solidale (realizzazione maglietta e gadget a tema)e infine la Compagnia di San Paolo (principale sostenitore.
E se è vero che, come diceva Voltaire, il grado di civiltà di una nazione si giudica dalle sue carceri, buone notizie, per una volta, giungono da Genova.
Tutte le info su
https://www.teatronecessariogenova.org/tno-tda/teatro-dellarca/
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