La nona edizione della rassegna di danza contemporanea Resistere e Creare al Teatro della Tosse di Genova
Un dio che danza. E se suona surreale e un po’ blasfemo immaginare il Dio cristiano che scende dalla croce per mettersi a ballare, è solo per la distanza che corre tra l’esperienza del religioso nella cultura occidentale e quella di altre tradizioni. E Il focus dottrinario che la prima pone sul cortocircuito di una divinità che assume su sé stessa, nell’economia simbolica del sacrificio, la violenza del mondo. Ma se in principio fosse il Ritmo, invece, ancora prima del Verbo della tradizione veterotestamentaria?
Anche perché senza la cadenza di vuoto e di pieno che connota qualunque testo nella punteggiatura, come qualunque voce nella sua intonazione, qualunque Logos rimarrebbe una monotona, incomprensibile, litania… Venendo così meno al suo compito ontologico di connettere, col/leg/are in un Mondo coerente i frammenti del Tutto.
Spunti di riflessione che hanno aperto – nella presentazione del volume “Il dio che danza. Viaggi, trance, trasformazioni” del docente universitario di filosofia Paolo Pecere – la nona edizione della rassegna di danza contemporanea Resistere e Creare al Teatro della Tosse di Genova, che per il 2023 prende il titolo di Corpo e Anima. E che propone da ottobre a dicembre un programma di spettacoli entrato nel vivo con MAZUT, visione onirica della compagnia franco catalana Baro D’Evel/Blaï Mateu Trias and Camille Decourtye.
Un uomo e una donna in un ufficio dove tutto sembra svolgersi all’insegna della ripetitività quotidiana del lavoro, ma dove in realtà tutto accade nella cifra dell’irripetibile: lui indossa la maschera di una testa di cavallo per esaminare meglio le pratiche, lei è scossa da continue cadute, che cerca di affinare progressivamente e che sembrano parte integrante delle sue mansioni d’ufficio. Il tutto al suono di uno sgocciolio d’acqua dal soffitto che scandisce l’intera azione.
Nata nel 2015 da un progetto di Michela Lucenti (Balletto Civile) e Marina Petrillo (Teatro della Tosse), la rassegna dal 2022 ha affidato la direzione artistica al duo Linda Kapetanea e Jozef Fruĉek, fondatori della compagnia greca di danza RootlessRoot e creatori del metodo Fighting Monkey. E che propone i lavori di alcuni “maestri” della scena contemporanea: SIOPE/SILENCE, nuovo lavoro di RootlessRoot, compagnia guidata dagli stessi Kapetanea e Fruĉek, che arriva a Genova in prima nazionale, SONOMA, lavoro della compagnia spagnola La Veronal/Marcos Morau ispirato alle opere e alla vita del regista Luis Buñuel, CULTUS, ultimo lavoro di Zappalà Danza e il ritorno di Abbondanza e Bertoni, Fattoria Vittadini, Compagnia Sanpapié.
Molti gli appuntamenti performativi e di approfondimento fuori dalle sale, mescolando gli amanti della musica popolare con appassionati ed esperti della danza accademica: come il ritorno di DANCING BRUNO, spettacolo co–prodotto da Resistere e Creare e Sanpapié, che ha debuttato al Teatro del Ponente nel maggio 2022 e VAGUE, performance site-specific di Piergiorgio Milano che arriva in anteprima dopo un periodo di residenza nelle nostre sale, in versione indoor che debutta a TorinoDanza nell’ottobre del 2023. Centrale poi resta l’attività di scouting e sostegno al lavoro di “young choreographers”, per favorire la crescita professionale delle nuove leve della danza con i lavori del collettivo Poetic Punkers e FUNA Performing Arts.
Infine numerosi appuntamenti dedicati alla formazione, per un riequilibrio territoriale tra periferia e centro della città. Il Teatro del Ponente diventa così residenza stabile di progetti di creazione di spettacoli di danza e circo e sede della scuola di alta formazione “Azione Silenziosa” diretta da DEOS Ensemble sotto la guida di Giovanni di Cicco; diversi infine i seminari tenuti da RootlessRoot, Roberto Zappalà, Poetic Punkers e Danzare Oltre, il progetto di Claudia Monti e Nicoletta Bernardini rivolto agli over 50.
SONOMA – ©ALBERT_PONS_Sonoma SHOOTING69691