Davide Livermore porta in scena l’antieroe di Paolo Villaggio
Il megadirettore galattico e la contessa Serbelloni Mazzanti Vien dal Mare, la poltrona in pelle umana e la salivazione azzerata, l’incontenibile ragionier Filini e l’invadente collega Calboni, l’autobus preso al volo dal terrazzino di casa per entrare in ufficio in orario e lo sprint a timbrare il cartellino per uscirne, l’onnipresente nuvoletta sulle ferie degli impiegati e la vestagliona di flanella, frittata di cipolle, birra gelata e rutto libero, la signorina Silvani e il suo cagnolino pechinese cucinato alla moda di Kyoto al ristorante giapponese. E naturalmente l’imprescindibile corazzata Potëmkin di Sergej Michajlovič Ėjzenštejn che per tutti rimarrà per sempre una cagata pazzesca. Anche e soprattutto per chi il film non l’ha mai visto…
Fenomenologia di un italiano qualunque nella persona di Fantozzi ragionier Ugo, l’indimenticabile personaggio creato dal genio di un genovese doc come Paolo Villaggio. Luoghi comuni di un immaginario nazionale condiviso da più generazioni, che in queste parole e modi di dire trovano un modo di intendersi al volo per inquadrare episodi di vita quotidiana. Tessere di un mosaico antropologico che ricevono oggi la consacrazione tra la cultura “alta” nella trasposizione teatrale che il Teatro Nazionale di Genova mette in scena per la regia di Davide Livermore in coproduzione con Enfi Teatro, Nuovo Teatro Parioli e Geco Animation. E che per il padre dell’antieroe del mondo del lavoro per antonomasia, ha il sapore di un omaggio postumo da parte della sua città.
Uno spettacolo in prima assoluta al Teatro Ivo Chiesa fino all’11 febbraio che grazie al sostegno di Regione Liguria, vedrà realizzata una “prima diffusa” che coinvolgerà strutture sanitarie, Rsa, carceri e Rems di tutta la Liguria, permettendo a chi vive e lavora in queste realtà di vedere lo spettacolo attraverso un video prodotto per l’occasione.
Composto da quattro atti, più coro ed epilogo, Fantozzi. Una tragedia si basa, più che sulle trasposizioni cinematografiche, sui primi tre libri che Paolo Villaggio ha dedicato al celebre ragioniere – Fantozzi (1971), Il secondo tragico Fantozzi (1974), Fantozzi contro tutti (1979). L’adattamento curato da Gianni Fantoni, Davide Livermore, Andrea Porcheddu e Carlo Sciaccaluga.
Nella visione del regista il tutto viene aggiornato a un immaginario contemporaneo e perfino tarantiniano nell’irruzione in scena della figlia Mariangela vestita da Uma Thurman equipaggiata di katana in Kill Bill. «Le parole dello spettacolo sono quelle dei libri di Villaggio, più qualche frammento da Sofocle e Shakespeare con cui ci siamo divertiti a giocare, strutturando lo spettacolo in quattro atti, ciascuno dedicato a un tema – Fantozzi e le donne, Fantozzi e il lavoro, Fantozzi e lo sport, Fantozzi e la coscienza di classe – con tanto di coro ed epilogo» precisa Livermore. Che ha voluto concludere lo spettacolo con un abrasivo monologo che è forse il momento più riuscito e che un Fantozzi ormai passato a miglior vita – come la sua figura di impiegato/massa seppellito da fenomeni globali come automazione esternalizzazione e precarizzazione del lavoro – rivolge a una platea che magari si scopre così poco a poco a invidiare colui di cui ha sempre riso.
Perché Fantozzi e i suoi colleghi godevano di garanzie e certezze che a tanti spettatori sono state strappate nella colossale rapina di ricchezza perpetrata ai danni dei lavoratori negli ultimi 30 anni. La malattia e le ferie pagate, la tredicesima e gli scatti d’anzianità. E infine la pensione. Il posto fisso, insomma. Strano destino per una generazione che aveva imparato a ridere dei propri padri guardando da bambini proprio i film di Paolo Villaggio. E chi è il coglionazzo, ora? – chiosa amaramente Ugo Fantozzi.
Gianni Fantoni, che nella sua carriera ha più volte incrociato Paolo Villaggio, a partire dall’incredibile capacità di ricostruirne la voce, sino a raccoglierne l’eredità artistica, è il Fantozzi di oggi, tragicamente sfigato ma sempre pronto a dare battaglia. Insieme a lui ritroviamo tutti gli altri personaggi interpretati da Paolo Cresta, Cristiano Dessì, Lorenzo Fontana, Rossana Gay, Marcello Gravina, Simonetta Guarino, Ludovica Iannetti, Valentina Virando.