Già solista di Pina Bausch al Tanstheater, la danzatrice con Behind the light torna a Genova al Teatro Ivo Chiesa
“Mi sono rotta il cazzo di essere gentile!…” E’ l’incipit senza se e senza ma di un monologo danzato, parlato, urlato, riflessione tragicomica di una coreografa/danzatrice in crisi esistenziale. Con Behind the light torna a Genova al Teatro Ivo Chiesa la pluripremiata Cristiana Morganti, per 20 anni e a lungo solista del Tanztheater di Pina Bausch. E da diverso tempo anche autrice di spettacoli dalla cifra auto ironica e poetica. Come questo bilancio senza sconti, neanche a se stessa, degli ultimi 4 anni di una vita attraversata da tempeste esistenziali e professionali a partire da quella piccola sigla, Covid 19, che ha cambiato il mondo. Quello di tutti e anche il suo. E quindi, nell’ordine, in un perfetto effetto domino: pandemia, lockdown, lutti familiari e separazioni, il tutto somatizzato in dermatiti, lombalgie, dolori articolari e aumento di peso di un corpo che è anche e soprattutto lo strumento di lavoro di una danzatrice di mezza età, segnato da una vita di disciplina a volte crudele come forse solo la danza sa essere. Ma che rimane straordinariamente elegante, come anche nella scena di ripetuti collassi, seminuda o vestita, da un divano.
Ne risulta un assolo autobiografico e spiazzante, composto da una serie di quadri, in cui Morganti recita, danza, canta su una scena bianca e sospesa in cui irrompono, per dialogare con lei i, raffinati video di Connie Prantera. Su un collage musicale che spazia da Vivaldi al punk-rock, da Giselle di Adolphe Adam alla musica elettronica di Ryoji Ikeda, si srotolano sullo schermo le immagini del racconto degli ultimi 40 anni di un’esistenza assieme privata e del mondo intero.
Fino al termine di una “personale crisi globale” mostrata, presa in giro, attraversata, evasa e infine superata grazie all potere catartico dell’arte e del teatro.