Il rilievo etrusco di Pyrgi, tra le opere più significative dell’antichità, 2500 anni dopo è ancora infelicemente attuale
Il rilievo etrusco di Pyrgi (l’antica Santa Severa) è una delle opere più significative dell’antichità e un potente monito contro l’orrore della guerra. 2500 anni dopo è ancora infelicemente attuale.
Il rilievo è in terracotta e risale al V secolo ac. Era policromo e si trovava sul frontone di un tempio della zona. Racconta un episodio del mito dei Sette contro Tebe, la guerra fratricida tra i figli di Edipo, che culmina, per una feroce vendetta, con l’assalto di Argo contro Tebe.
Atena (sulla sinistra di chi osserva, riconoscibile dalla Gorgone sul pettorale) accorre per salvare l’argivo Tideo, ferito a morte da un tebano. La dea ha in mano l’ampolla dell’immortalità. Ma, quando arriva, lo trova che sta dilaniando con rabbia il cranio del tebano morente che lo ha colpito (sulla parte inferiore del gruppo). È questo episodio che ispirerà Dante nel «fiero pasto» del Conte Ugolino (La bocca sollevò dal fiero pasto quel peccator, forbendola a’ capelli del capo ch’elli avea di retro guasto). Disgustata da tanto orrore, Atena si ritrae e abbandona il suo protetto al suo destino.
Atena è ancora lì, 2500 anni dopo, conservata al museo di Villa Giulia a Roma. Un monito inascoltato a considerare che persino la guerra e la vendetta hanno un limite all’orrore.
Un limite troppe volte superato tra Gaza e Rafah.