Gaza, chi non è stato ucciso soffre da mesi nella zona a più alta concentrazione di fame e sete del pianeta. I dati del genocidio forniti dalle Nazioni Unite [CN]
Avete presente la storia del pastorello ebreo Davide che, armato di una semplice fionda, uccide Golia, il temibile gigante dei Filistei in guerra con il popolo di Israele? È uno degli episodi più famosi della Bibbia, che ha fatto di Davide il simbolo della fede e del coraggio che trionfano sulla violenza bruta. Correva l’anno 1020 a. C.: nella valle di Elah, 25 chilometri a sudest di Gerusalemme, sono schierati, uno di fronte all’altro, gli eserciti dei Filistei e degli Ebrei. I Filistei abitavano la regione litorale della terra di Canaan, pressappoco fra l’attuale Striscia di Gaza, infatti da loro prende il nome la regione della Palestina, traslitterato come Philistia, o tradotto come Filistea, la terra dei Filistei, appunto.
Ecco, prendete quel mito e ribaltatelo.
Sono passati 2050 anni e i due popoli sono di nuovo in guerra.
Adesso la Filistea ha una popolazione di 2.3 milioni di persone in un territorio di appena 365 km quadrati, Israele ha più del quadruplo degli abitanti, è vero, 9.6 milioni, ma in un territorio di ben 22.072 km quadrati, 60 volte tanto. Il reddito pro capite nominale in Filistea è di 3.789 dollari all’anno, quello di Israele di 55.360 (il 14esimo nella classifica mondiale), più di 68 volte tanto. Chi è Davide e chi è Golia adesso?
Vediamo i dati dell’United Nations Office for the Coordination of Humanitarian Affairs (OCHA) aggiornati al 1°luglio. Dall’inizio della guerra 1517 israeliani sono stati uccisi di cui 1162 il 7 ottobre (fra i quali 33 bambini) e 314 a Gaza nei combattimenti; 5432 sono stati feriti di cui 2018 soldati nella Striscia. Si stima inoltre che 120 israeliani e cittadini stranieri rimangano prigionieri a Gaza, compresi i morti i cui corpi sono stati trattenuti. Ma guardiano i dati dei “Filistei”: 37.396 morti palestinesi di cui il 40% uomini, 32% bambini, 20% donne, 8% anziani, 85.532 feriti. Siamo sulla stima di 32 palestinesi per ogni israeliano e fa ancora più impressione la stima dei bambini: 363 bambini palestinesi per ogni bambino israeliano. Chi è Davide e chi è Golia adesso?
Tra il 1° e il 30 giugno, su 115 missioni di assistenza umanitaria pianificate e coordinate con le autorità israeliane nel nord di Gaza, 53 (46%) sono state agevolate, 41 (35,7%) sono state ostacolate, a 11 (9,6%) è stato negato l’accesso e 10 (8,7%) sono state cancellate per motivi logistici, operativi o di sicurezza.
Nonostante gli Stati membri dell’ONU abbiano erogato circa 1,22 miliardi di dollari su 3,42 miliardi di dollari (36%) richiesti per soddisfare i bisogni più critici di 2,3 milioni di persone a Gaza e 800.000 persone in Cisgiordania, compresa Gerusalemme Est, la situazione in Filistea resta drammatica.
Il crollo dell’ordine pubblico sta rendendo difficile per gli operatori umanitari raccogliere gli aiuti dal valico di Kerem Shalom per la distribuzione all’interno di Gaza, aggravando le sfide che le operazioni umanitarie devono affrontare, tra cui l’insicurezza, le strade danneggiate, la mancanza di carburante e le limitazioni di accesso. Parallelamente, i prodotti alimentari disponibili sul mercato sono in gran parte inaccessibili per le famiglie vulnerabili, molte delle quali hanno perso le loro fonti di reddito o hanno esaurito i loro risparmi, hanno sottolineato questa settimana il Norwegian Refugee Council (NRC) e Save the Children International (SCI). Nel nord della Striscia di Gaza, il miglioramento dell’accesso ha permesso al Programma Alimentare Mondiale (WFP) di portare grandi quantità di cibo in scatola e farina di grano, ma questo miglioramento è “fragile” e ci sono gravi carenze di carne, verdure, frutta e zucchero. In generale, in tutta la Striscia di Gaza, il WFP ha ribadito che quasi tutta la popolazione è in condizioni di insicurezza alimentare e “non ha abbastanza cibo per andare avanti. Molti di loro vanno a letto affamati, consumando un pasto al giorno, se sono fortunati”. Il WFP ha inoltre sottolineato che “la carestia non riguarda solo il cibo. Le persone non solo hanno bisogno di nutrizione, ma hanno anche bisogno di accesso all’assistenza sanitaria, hanno bisogno di acqua pulita e di un riparo”.
L’ultimo rapporto sulla classificazione integrata delle fasi della sicurezza alimentare (IPC) a Gaza riporta che il 96% della popolazione sta affrontando un’insicurezza alimentare acuta a livelli di crisi o superiori, con quasi mezzo milione di persone in condizioni catastrofiche.
Il 27 giugno, UN Women ha evidenziato che almeno 557.000 donne a Gaza stanno affrontando una grave insicurezza alimentare, e la situazione più preoccupante è quella delle madri e delle donne adulte, che stanno sopportando maggiori responsabilità di cura e domestiche nelle tende e nei rifugi di fortuna, “portando molte di loro a saltare i pasti o a ridurre l’assunzione di cibo per garantire che i loro figli siano nutriti”. Un’indagine condotta da UN Women in tutta la Striscia ad aprile ha rilevato che il 76% delle donne incinte intervistate ha dichiarato di soffrire di anemia e il 99% ha riferito di avere difficoltà ad accedere alle forniture nutrizionali e agli integratori necessari. Inoltre, il 55% delle neomamme ha riferito di soffrire di condizioni di salute che hanno compromesso la loro capacità di allattare al seno e il 99% ha avuto difficoltà a procurarsi latte materno a sufficienza, compromettendo la sopravvivenza, la crescita e lo sviluppo del bambino. Non avendo alternative, le donne si affidano in gran parte alla combustione di legna, plastica e altri materiali di scarto per cucinare, essendo particolarmente esposte a fumi pericolosi e a sostanze inquinanti che causano problemi respiratori e di salute.
Il Global Nutrition Cluster ha pubblicato la sua ultima analisi sulla vulnerabilità e sulla situazione di periodo relativa al periodo da aprile a maggio. Il rapporto ha evidenziato un alto livello di deprivazione nella diversità alimentare, con il 93% dei bambini intervistati che hanno mangiato due o meno gruppi di alimenti nelle 24 ore precedenti l’indagine. Inoltre, l’85% dei genitori ha riferito che il proprio figlio ha trascorso un’intera giornata senza mangiare a causa della mancanza di denaro o di altre risorse. Il 96% delle donne e dei bambini fra i 6 e i 23 mesi non assumono le sostanze nutritive adeguate a una dieta diversificata, 346.000 bambini sotto i cinque anni e 160.000 donne incinta o che stanno allattando hanno bisogno di alimenti e di sostanze nutritive supplementari ed è stato stimato che circa 50.000 bambini hanno bisogno di trattamenti per la malnutrizione acuta.
Ricordate Davide e Golia?
Dalla Bibbia: Samuele libro1°, capitolo 30, versetto 17: “Davide lasciò in vita solo quattrocento filistei, che riuscirono a fuggire”.
Parola di Dio.
[…] * Articolo originale pubblicato da PopOffQuotidiano […]