A Genova va in scena, per la quindicesima edizione, il Festival di Teatro Akropolis Testimonianze ricerca azioni
L’Acropoli che non ti aspetti. Dove non te l’aspetti. Su una collina di Sestri Ponente a Genova, per esempio. E pazienza se lo stesso Mediterraneo su cui si affaccia l’Acropoli ateniese è in questo caso celato dal sipario di stabilimenti dei cantieri navali di questa delegazione di antica tradizione operaia.
Per il resto identici sono I fantasmi che agitano una gigantomachia delle idee messa in scena nella forma teatro come nell’infanzia incantata di una cultura occidentale data troppe volte per spacciata. Altrettante volte risorta. Eros e Morte, il Sacro e la Violenza, il Fato e la Volontà: niente di più e niente di meno che la materia incandescente di cui è fatto l’esistere. Che il Festival di Teatro Akropolis Testimonianze ricerca azioni, giunto al suo quindicesimo anno di vita, tematizza con l’urgenza dell’adolescenza che non conosce ancora lo scorrere del tempo dell’età adulta. Quando tutto questo sembra retrocedere a sfondo indistinto del quortidiano, come mostri ancestrali che vediamo guizzare, con la coda dell’occhio, sotto la superficie di ghiaccio sottile sul quale scorrono i nostri passi di tutti giorni.
Tredici giorni di festa di compleanno cui, fra danza, cinema, musica, eventi fino al 17 novembre; sono invitati artisti, intellettuali e pubblico per condividere un anniversario importante. Come ogni adolescente il Festival è in crisi e in ricerca, esplorando linguaggi, tematiche, ambienti e opportunità. Un percorso itinerante che parte da Teatro Akropolis a Sestri Ponente, passando da Villa Durazzo Bombrini a Cornigliano fino a irrompere a Palazzo Ducale con la danza butō. Ovvero una finestra sulle inquietudini del Paese del Sol levante che è diventato uno dei pochi appuntamenti regolari in Italia con questa forma espressiva. Una giornata dedicata che vede perfomer come Stefano Taiuti, che con DANZA OMBRA non si nasconde alla potenza di un incontro con lo sguardo ravvicinato del pubblico.
O la prima assoluta di Alessandra Cristiani, in scena con TRILOGIA_IL LINGUAGGIO CORPOREO E L’ARTE DI A. MENDIETA, C. CAHUN, S. MOON compimento di un lavoro che il Festival segue dal primo studio. La danzatrice butō Yuko Kaseki e la ballerina classica Megumi Eda, infine presentano in prima il loro DIVINE, ispirata a figure femminili come Giselle e Oiwa i cui spiriti divini hanno sopportato coercizione, violenza e imprigionamento in immagini e vite non scelte. Un pas de deux che inizia nei toni di commedia con una lezione incrociata tra danza classica e danza butō in cui le due artiste si fanno il verso e si scambiano le parti, fino a ad approdare inesorabilmente al mood emotivo del trauma indelebile dell’unico popolo sulla terra che ha sperimentato sulla propria carne l’apocalisse della guerra nucleare.
INFO E PROGRAMMA Teatro Akropolis