Roma, la denuncia a Popoff di un volontario: un ragazzo ospite di una casa famiglia è in ospedale pestato da quattro giovanissimi. Un senza dimora: «Che non lo sai? Sono stati i fascisti»
di Ercole Olmi
Dove sta Andrea? I volontari della casa famiglia lo hanno cercato con apprensione perché non era rientrato a dormire sabato notte finché Roberto, trentacinquenne calabrese che dorme sotto certi portici a Trastevere, ha gelato le speranze dei volontari: «Che non lo sai, l’hanno pestato i fascisti!». Andrea, 48 anni, ospite di una casa famiglia, adesso è al San Camillo dopo essere stato pestato sabato notte pare da quattro cinque ragazzi «molto giovani», come ha spiegato un altro testimone, un rumeno che dorme a Santa Maria in Trastevere ha raccontato di essersi svegliato, alle 3 per forti rumori di bottiglie. «Ho visto che menavano, menavano menavano». Anche Ibrahim, albanse: «Gli hanno menato i fascisti». Andrea è in medicina d’urgenza con un trauma cranico facciale. Probabilmente dovrà subire un’operazione. A Roberto il calabrese è andata meglio, gli aggressori hanno “solo” trafugato e buttato via tutti i suoi vestiti e le coperte. Anche lui: «Mi hanno portato via tutto». Ma chi? «I fascisti». Il volontario non aveva mai sentito una cosa del genere. «E’ un contesto tutt’altro che politicizzato questo mondo». E’ allarme tra le associazioni di volontariato romano dopo questo episodio avvenuto la sera in cui, per il centro della Capitale, scorazzavano gruppi di ragazzotti reduci probabilmente dalla kermesse di Salvini e dei suoi alleati di Casapound. Stasera, nei “giri dei panini” delle associazioni, continuerà il monitoraggio per appurare evntuali altre vittime dei raid.
“Un gravissimo episodio di violenza e intolleranza ha sconvolto, nella notte tra sabato e domenica, la vita di una persona, ospite di una casa famiglia a Trastevere. Secondo alcuni testimoni sarebbe stato pestato da quattro-cinque persone, tutte molto giovani, che hanno seminato il panico tra altri senzadimora che trovano rifugio nel quartiere. Il ferito è ricoverato in un ospedale romano con un trauma facciale. Probabilmente dovrà subire un’operazione”. Informata da uno dei volontari della casa famiglia, preoccupato dal mancato rientro dell’uomo, Francesca Danese, assessora di Roma Capitale alla Casa e alle Politiche sociali, denuncia il “clima di intolleranza che sta inquinando l’aria della nostra città. Sono in contatto con la direzione sanitaria dell’ospedale in cui è ricoverata questa persona e le farò visita per portarle la solidarietà e l’affetto dei romani per bene, quelli che non discriminano e che condannano i branchi violenti”.
Interpellata da alcuni giornalisti, la polizia prima ha negato il pestaggio: “solo un alterco verbale”. Poi una versione alternativa non meglio specificata di un testimone che avrebbe riconosciuto «l’accento straniero» degli aggressori. A che gioco gioca la questura? Un ruolo quasi mai neutrale.
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