Durante la crisi la festa del 25 marzo è stata teatro di proteste popolari che hanno messo in fuga i politici. Ora solo qualche agente sparso e disarmato. Ecco la parata degli studenti
da Atene, Elena Sirianni
Festa nazionale, in Grecia, il 25 di marzo. E’ la giornata commemorativa – preceduta alla vigilia da parate studentesche – della Rivoluzione del 1821 che portò dopo 400 anni all’indipendenza della Grecia dalla Turchia. In occasione del 25 Marzo in tutta la Grecia si tengono parate commemorative. Da quando, cinque anni, fa è iniziata la crisi le parate, grande evento popolare, sono diventate lo specchio delle tensioni e delle inquetudini che travagliano il paese. Spesso si sono trasformate da gioiose sfilate in cortei di protesta e contestazioni alle autorità. Gli episodi più gravi si verificarono durante le parate del 2011 dove esplosero manifestazioni spontanee di protesta contro le personalità politiche presenti. A Salonicco fu impedito ai corpi delle forze armate di sfilare in corteo, il grande viale fu occupato dai manifestanti inferociti contro le politiche del governo e l’allora presidente della repubblica Papoulias fu costretto ad abbondonare la “cerimonia”. Ad Atene la Banda musicale del Comune sfilò con un nastro nero al braccio in segno di lutto, uno studente modello “salutò” le autorità con un gesto poco elegante, e intere classi di liceo sfilarono con la testa girata dalla parte opposta alla tribuna delle autorità. Ma incidenti si registrarono un po’ in tutta la Grecia. Dappertutto contestazioni e fughe precipitose dei politici chiamati a presenziare la cerimonia. Non potendo annullare le parate, da allora in poi il governo dispose eccezionali misure di sicurezza per consentirne lo svolgimento, soprattutto ad Atene, con migliaia di poliziotti e recinzioni tutto intorno alla piazza.
Con l’arrivo del nuovo governo, il cui consenso è tuttora crescente, il clima è profondamente cambiato, sono sparite le recinzioni che impedivano alla gente di partecipare mentre la presenza della polizia è stata sensibilmente ridimensionata. Ecco alcune immagini della parata studentesca di ieri a Syntagma. La parata viene aperta dal Liceo di Kalavrita (Acaia), che è una piccola cittadina di montagna da cui iniziò la ribellione.
Le parate studentesche iniziarono a farsi qua e là fin dalla fine dell’800. Ma come istituzione obbligatoria per festeggiare il 25 Marzo si deve aspettare il 1936 e la dittatura di Metaxà. Ovviamente, la posizione della sinistra radicale è sempre stata molto critica nei confronti delle parate, anche di quella del 28 ottobre che ricorda l’OCHI (NO) che il popolo greco pronunciò alle truppe di invasione italiane di Mussolini e la lotta al nazifascismo.
“Mia piccola luna lunimosa, brilla perchè possa camminare, e raggiungere la scuola per imparare a leggere e a scrivere e imparare le cose di Dio”. Si tratta del “krifò scholìo”, la scuola segreta. Questa è una filastrocca popolare greca, che risale a duecento anni fa. Si dice la cantassero i bambini che di sera al buio andavano alla “scuola segreta” che erano scuole nascoste in nascondigli nelle chiese e nei monasteri, oppure dentro le grotte. C’è un famoso dipinto di Nikolaos Ghizis che raffigura la “scuola segreta”. Gli storici sono divisi sull’esistenza del “krifò scholìo” e molti studiosi dicono che sono legati all’immaginario popolare. Insomma non sarebbero mai esistite scuole segrete perchè i dominatori ottomani non vietavano l’esistenza di scuole private dove si insegnasse la lingua greca, anche se sicuramente non esisteva un sistema pubblico di istruzione. I sostenitori dell”esistenza delle “scuole segrete” (a cui fanno riferimento la popolarissima canzoncina e il quadro di Ghizis) affermano che nelle scuole ufficiali non era possibile insegnare ai giovani la storia della Grecia e il sentimento di appartenenza all’ethnos greco. Questi sentimenti, il patriottismo e l’amore per la libertà e l’indipendenza sarebbe state trasmesse ai giovani in clandestinità, nelle scuole segrete.
Per quanto possa sembrare strano, la maggior parte dell’opinione pubblica greca è favorevole alle parate ed è impopolare metterle in discussione. In Italia le parate sono viste come retaggio di un passato da dimenticare, qui in Grecia sono vissute come un momento di riaffermazione della propria identità nazionale che i Greci hanno sempre avuto paura di perdere, forse proprio perchè hanno vissuto per 400 anni la dominazione turca. Questo senso di “minaccia” e di “accerchiamento” non ha mai abbondonato i Greci. Loro sono orgogliosissimi delle loro radici, dei balli tradizionali, dei costumi tradizionali. E non mi riferisco solo alla Grecia classica, ma alla rivoluzione del’21, alle loro origini di popolo di pastori che malgrado tutto ha resistito e ha salvato la lingua e la cultura dei padri.