Aosta, c’è chi si vergogna per le porte chiuse di Rollandin ad accogliere 50 immigrati richiedenti protezione umanitaria
di Checchino Antonini
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Augusto Presidente, siamo basiti di fronte alla sua risposta al Viminale, che segnalava ad ogni regione la necessità di fare la sua parte di fronte all’emergenza profughi mettendo a disposizione un numero definito di posti: pare che in Valle d’Aosta ci troviamo “nell’impossibilità di assicurare una civile accoglienza ai gruppi di migranti e di richiedenti asilo. Eventuali trasferimenti potranno essere disposti nei limiti della disponibilità già comunicata pari a un posto”».
C’è un pezzo di Valle d’Aosta che non accetta l’atteggiamento pilatesco – e un po’ xenofobo, forse – del presidente della ricca regione a nord del Piemonte. E’ l’Altra Valle d’Aosta (Avda), la lista nata durante l’eccezionale sforzo di raccolta delle firme compiuto da quelle parti in occasione delle europee.
«Caspita Presidente, ci sta annunciando la bancarotta?», chiede la sinistra vallese in una lettera aperta. Presidente, siamo seri: ci è stato chiesto di ospitare, dei 6500 migranti previsti per tutto il territorio nazionale, 50 immigrati in aggiunta ai 62 già divisi in 3 centri di accoglienza. Pare che in piazza Deffeyes abbiate valutato tale impossibilità dopo un serio confronto con gli enti locali e che in nessuno dei 74 comuni valdostani ci siano strutture idonee all’accoglienza: Presidente, è una notizia inquietante considerando la gran quantità di case e hotel del tutto deserti sotto gli occhi di ognuno.
Facendo due rapidi calcoli, i comuni della Valle d’Aosta non sarebbero quindi in grado di ospitare un immigrato ogni 1000 abitanti? E nemmeno le parrocchie hanno nulla da aggiungere, solo il mortifero silenzio dell’evangelica indifferenza? Signor Rollandin, ci scusi ma la sua risposta proprio non è credibile: il popolo non è sempre bue, a volte attiva il cervello e si chiede da dove venga tanta arroganza di voler essere la voce stessa della Valle d’Aosta».
Non è sempre stato così: Cogne seppe accogliere donne e bambini in fuga dagli stupri etnici in Bosnia. E la Regione autonoma Friuli-Venezia Giulia sta già accogliendo 100 richiedenti asilo in un hotel che ha da poco chiuso l’attività turistica invernale. Lo stupore dei valligiani antirazzisti aumenta quando leggono sul sito del Viminale che: “si realizza nel nostro Paese un sistema di accoglienza che vede al centro la rete degli enti locali. Per attivare il sistema, gli enti locali possono utilizzare le risorse finanziarie messe a disposizione dal ministero dell’Interno attraverso il Fondo nazionale per le politiche e i servizi dell’asilo.”
Presidente, le offriamo la nostra collaborazione perché ci pare evidente il vuoto di progettualità del suo governo e le chiediamo a gran voce di tornare con urgenza sui suoi passi perché non sono quelli di tutti i valdostani, a meno che non sia in atto anche nella nostra comunità un pericoloso rigurgito di xenofobia e razzismo che lei per primo dovrebbe denunciare con sollecitudine.
Noi ci vergogniamo della decisione sua e dei 74 enti locali, ci vergogniamo di fronte ai barconi carichi di esseri umani, tra cui molti bambini, che hanno annegato i loro sogni nel cimitero del Mediterraneo».
Questo signore non lo conosco però cosi si fa, i migranti si respingono e non si accolgono e ce lo avessimo anche noi nel Lazio un pres. cosi’, invece abbiamo quei freakettoni di Marain l’americano e Montalbano che invece li accolgono a palate……E oggi stavo in Caffarella a prendere il sole e per la prima volta ho visto un extracomuitario che vendeva bibite…..come al mare e ancora si parla di accoglienza? Ma andate in Africa a fare i volontari….brutti frakettoni che non siete altro
c’è un abusivo e un mendicante sraniero ogni 10 metri e ancora si parla d’accoglienza, ma non li scrivete più questi articoli da freakettoni che sono pietosi. ciao :)))
caro cecchino e carissimi di popoff. val d’aosta ha fatto benissimo, e così dovrebbero fare tutte le regioni italiane. dopo questa richiesta di accogliere immigrati ce ne saranno altre, e altre regioni diranno di no. non è certo con l’accoglienza che si risolve il problema, e se tutte le regioni si rifiutassero magari il governo comincerebbe a pensare a qualcosa di più efficace