Il terrorismo non ferma i kurdi turchi. Hdp, la nuova sinistra kurda, supera il 10% e stoppa le pulsioni autoritarie di Erdogan che resta sotto il 50%
di Checchino Antonini
Sei città nel Kurdistan del nord, come spiega il sito della Rete Kurdistan, invieranno solo deputati dell’Hdp al parlamento dello stato turco: l’HDP avrà due seggi da Dersim, 4 da Şırnak, 3 da Hakkari, 3 da Muş, 4 da Ağrı e 2 da Iğdır.
La sinistra filo kurda supera la barriera del quorum al 10% e Erdogan non acciuffa la maggioranza assoluta con cui avrebbe voluto manomettere la costituzione e cancellare i residui di democrazia nel Paese. Secondo Cnn Turk, l’Akp di Erdogan si ferma al 41,2% – contro il 50% alle politiche del 2011 – e perde la maggioranza assoluta in parlamento con 260 seggi su 550. Il Chp è al 25,2% (130 seggi), il Mhp al 16,6% (82), i curdi dell’Hdp al 12,4% (78). Insieme i tre partiti di opposizione hanno 280 deputati. Ora Erdogan potrebbe anche ricorrere al voto anticipato. Si è votato in 81 province per eleggere i 550 membri del Parlamento unicamerale.
Tutto ciò dopo le due esplosioni pre-elettorali al grande comizio di Diyarbakir che hanno causato quattro morti tra cui un ragazzo di 16 anni e 350 feriti durante una delle più imponenti manifestazioni di popolo nelle province del Kurdistan turco. Decine di migliaia di attivisti e sostenitori del partito di sinistra filo-kurdo Hdp che attendevano l’arrivo del leader del movimento alle spalle della stazione di Diyarbakir. La massiccia presenza di agenti in borghese aumenta i dubbi sulla natura dell’attentato visto che a controllare i poliziotti c’è Fetullah Gulen, inquietante figura di predicatore islamico “moderato” ma nemico giurato delle trattative di pace dei kurdi turchi.
La parola d’ordine del confederalismo democratico, quella per la quale la resistenza kurda combatte nel Rojava, la provincia occidentale vale anche per la Turchia dove il «nuovo paradigma» è stato adottato dal 2002 in un clima di ferocissima repressione da parte dei vari governi. Il XXI secolo non è quello dello Stato nazione ma è il secolo della convivenza, ha spiegato Ocalan dalla sua prigione di Imrali. Il suo Pkk (ancora sulla lista nera delle “democrazie” occidentali), il partito dei lavoratori kurdi, è nato nel 1978 sul classico programma “indipendenza più socialismo”. Ma ogni tentativo di rappresentanza politica dei kurdi si è infranto sulla repressione di Ankara che non risparmia nemmeno i parlamentari. I partiti kurdi vengono messi ripetutamente fuorilegge ma la resistenza ha prodotto un nuovo orginale esperimento: Hdp, partito per la democrazia della Turchia, coalizione di minoranze etniche (assiri, armeni, ebrei, greci, ceceni, circassi, aleviti. I Turchi sono solo la metà della popolazione di 76 milioni. Invece, dei 42 milioni di kurdi, 22 vivono in Turchia. Hdp ha avuto un ruolo cruciale a Gezy Park, un suo deputato s’è messo a fermare una ruspa. In Turchia ci sono almeno 5mila prigionieri politici, molti altri sono stati liberati dopo l’entrata in vigore della legge che fissa a 5 anni il termine della carcerazione preventiva. La polizia ha ucciso decine di kurdi che manifestavano per Kobane. La Turchia appoggia l’Isis, cura i suoi feriti e vuole distruggere quell’embrione di autogoverno. E per chi lo scrive c’è perfino l’ergastolo come per il direttore di Cumhuriyet colpevole di aver rivelato la fornitura di armi ai ribelli anti-Assad in Siria, e che spioni turchi del Mit hanno scortato in Siria miliziani jihadisti.
ricordo il PKK (partei kommunist kurdis) e Ocialan, i curdi sono fieri, abbastanza bellicosi peccato che abbiano raggiunto solo il 10%. Erdogan ha annullato la rivoluzione di Ataturc degli anni 20……Ataturc inserì l’alfabeto nelle scuole, iniziò una lingua turca più consone all’Europa, abolì il velo obbligatorio, aprì l’università alle donne…e varie altre innovazioni moderne, negli ani ’20……no pasaran