Il ministro delle Finanze greco ha accusato i creditori di diffondere terrore tra la popolazione. “Vogliono far vincere il ‘Si’ per poter umiliare i greci”
di Carlo Perigli
“Terrorismo“, così il ministro delle finanze greco Yanis Varoufakis, nel corso di un’intervista rilasciata al giornale spagnolo ‘El Mundo’, ha definito le azioni poste in essere dai creditori nei confronti della Grecia, aggiungendo tuttavia che il raggiungimento di un accordo sarà un passo inevitabile.
“Quello che stanno facendo alla Grecia ha un nome: terrorismo – ha dichiarato Varoufakis – Perchè ci hanno costretto a chiudere le banche? Per spaventare le persone. E quando si arriva a diffondere terrore, questo fenomeno si chiama terrorismo“. Una pratica che, ha aggiunto il ministro, Bruxelles e la troika stanno portando avanti per far vincere il ‘Si’ al referendum, in modo tale da avere mano libera per “poter umiliare i greci“.
Tuttavia, Varoufakis ha avvertito che i danni provocati dall’eventuale uscita di Atene dall’Eurozona avrebbe ripercussioni dolorose “tanto per la Grecia quanto per l’Europa. Se noi crolliamo – ha dichiarato il ministro – un trillione di Euro – l’equivalente del Pil spagnolo – andrà perso. Sono tanti soldi, e non credo che l’Europa lo permetterà“. In questo senso, Varaoufakis ha dichiarato che il governo greco sta lavorando sul presupposto di un ritorno dei creditori al tavolo dei negoziati, anche qualora il popolo greco non dovesse accettare l’austerità nel referendum previsto per domenica, ma è tuttavia pronto a combattere nel caso in cui non ci sarà una considerevole ristrutturazione del debito.
“Fortunatamente – ha dichiarato Varoufakis al Telegraph – abbiamo riserve di petrolio per i prossimi 6 mesi, mentre i farmaci saranno sufficienti per altri 120 giorni“. È stato inoltre formato un comitato speciale composto di cinque uomini, provenienti da Ministero del Tesoro, Banca Centrale, sindacati e banche private greche, che sta lavorando con intensità in quella che Varufakis ha definito una “war room” accanto al suo ufficio, con l’obiettivo di assegnare riserve di denaro alle priorità più incombenti che il paese si troverà ad affrontare.