Un ragazzo palestinese è stato ucciso da un proiettile in un villaggio vicino Jenin. Sale nel frattempo la preoccupazione per la demolizione di Susiya
di Giuseppe Bozzo
Un ragazzo palestinese, Mohammed Ahmad Alawneh, è stato ucciso stamattina nel villaggio di Birqin, ad ovest di Jenin, nel corso di un’operazione compiuta delle forze militari israeliane. Durante il raid, lanciato per scovare un non meglio precisato ricercato, sono scoppiati scontri tra la popolazione locale e i militari di Tel Aviv, con questi ultimi che hanno fatto ricorso a gas lacrimogeni, bombe stordenti e proiettili, uno dei quali ha colpito Mohammed in pieno petto, causandone la morte poche ore dopo in ospedale. L’operazione si è conclusa con gli arresti di Mohammed Ali Atiq, giornalista, e Yasser Ghalebb Abu Ja’afar, residente di Jenin.
La portavoce dell’esercito israeliano ha confermato i due arresti ma ha negato il coinvolgimento dell’esercito israeliano nell’uccisione del giovane, colpito secondo quanto riportato dall’IDF, dalla polizia di confine israeliana. Secondo quanto riportato dal Jerusalem Post, un portavoce della polizia avrebbe dichiarato che il giovane sarebbe stato colpito alle gambe, circostanza evidentemente smentita dai referti presentati dal personale medico.
L’operazione militare di Birqin si inserisce in un quadro più ampio che ha coinvolto una serie di città della Cisgiordania, con un totale di 18 arresti. Secondo quanto riportato da nena-news, dall’inizio del 2014 le forze armate di Israele hanno ferito in media 35 persone a settimana, mentre i palestinesi uccisi dall’esercito di Tel Aviv sono 16 dall’inizio dell’anno.
Negli ultimi giorni la tensione è salita notevolmente, e si temono disordini in vista del 3 agosto, quando la Corte Suprema israeliana dovrà decidere sulla distruzione del villaggio palestinese di Susiya, in Cisgiordania, e il relativo trasferimento della popolazione. Sulla questione si sono espressi anche i ministri degli Esteri dell’Unione Europea, che hanno chiesto a Tel Aviv di interrompere il procedimento, mentre John Kerry ha definito “dannoso e provocatorio” il progetto israeliano.
Susiya si trova a sud di Hebron, nella cosiddetta area C, interamente posta sotto il controllo israeliano. Il villaggio è circondato da due villaggi israeliani e da un sito archeologico gestito da coloni. La questione, già affrontata in passato, è stata posta nuovamente al centro del dibattito dopo che a maggio la Corte ha cancellato l’ordine temporaneo che da anni vietava la distruzione del villaggio.