Un libro, mille domande e risposte per capire che il sesso è un dialogo di piacere e mai sopraffazione.
di Marina Zenobio
Lavorare per denunciare, rimuovere e mettere in discussione gli stereotipi culturali di formazione del maschio, in una società che lo vuole arrogante, prevaricatore e aggressivo, vuol dire contribuire alla prevenzione della violenza maschile contro le donne; e per prevenire la violenza contro le donne non serve fare più luce nei parchi, serve fare luce nella testa degli uomini. E’ il punto di partenza da cui l’associazione di solidarietà internazionale Medu (Medici per i diritti umani), ha sviluppato il progetto “Maschio per obbligo. Contro la cultura della prevaricazione” e che oggi si è arricchito di un nuovo intervento attraverso la pubblicazione di “Sesso, quanti dubbi”.
Il libro, che riporta mille domande sul sesso, scritte in forma anonima da bambini e adolescenti delle scuole fiorentine, dalla quinta elementare alle scuole secondarie, è stato curato dal pediatra Paolo Sarti e la copertina disegnata da Sergio Staino che, nel corso della presentazione, ha dichiarato: « Bisogna partire sin da piccoli per capire che il sesso è un dialogo di piacere e non dovrà mai essere una sopraffazione». Il volume, finanziato dalla Regione Toscana, si può scaricare gratuitamente sul sito di Medu
La sessualità, si legge in un intervento introduttivo di Stefania Polvani, della Direzione educazione alla salute Asl di Firenze, è un fenomeno complesso che vede intersecarsi influenze psicologiche, biologiche e culturali e nel suo concetto coinvolge il sesso, l’identità, i ruoli di genere, l’orientamento sessuale, l’erotismo, il piacere, l’intimità, la riproduzione ecc. Da qui la necessità di un libro che si vuole intendere come un ponte fra i ragazzi, le famiglie e la scuola, uno strumento per favorire il dialogo fra le varie generazioni sui dubbi ispirati ad un argomento, qual è il sesso, da troppo tempo considerato spinoso, imbarazzante e le cui domande restate spesso senza risposte adeguate.
Ma quali sono queste domande sul sesso, espresse da bambine/i e adolescenti, considerate imbarazzanti o scomode?
A parte quelle con richieste di informazioni sui metodi anticoncezionali, pillola, preservativo ecc., sulle malattie veneree, sulla masturbazione o ancora sulla verginità, molti giovani chiedono se “l’omosessualità è una malattia?”, “cosa sono i preliminari?”, “perché le donne sono considerate puttane se vanno con tanti uomini e gli uomini ganzi se vanno con tante donne?”, “secondo lei qual è l’età giusta per fare quella cosa?”, “lo sperma è infiammabile?”. Domande, tante – in un libro di 77 pagine diviso per argomenti in cui sono stati collocati i biglietti scritti dai ragazzi delle scuole in forma anonima – che possono anche far sorridere, ma che invece nascondono una forte necessità dei giovanissimi di capire, sapere, comprendere.
Nel suo insieme, il progetto Medu “Maschio per obbligo”, si propone di contribuire alla prevenzione della violenza sulle donne avviando processi di liberazione del maschio da stereotipi oppressivi, disagianti e fonti di conflitto sociale e relazionale, attraverso l’individuazione e la denuncia di quei fattori informativi/formativi – la pubblicità, i libri scolastici, i testi militari, i manuali educativi, i mass-media in genere e non ultimo le esternazioni di certi intellettuali e politici – che giungono ai giovani orientandone negativamente la loro formazione di individui sociali. Obiettivo è attivare una riflessione sullo stereotipo dell’uomo inquadrato nel cliché della virilità intesa come prevaricazione.
L’attribuzione di aspettative di ruolo maschili o femminili cominciano da subito, prima ancora della nascita e la coccarda, rosa o azzurra, diviene un simbolo di questa attribuzione. Anche in tal senso Medu è intervenuto lanciando una campagna per l’utilizzo della coccarda multicolore, senza distinzione di sesso, che vuole essere il simbolo della nascita di un nuovo individuo, libero da stereotipi, futuro cittadino del mondo portatore di pace.