Fervono i preparativi per l’organizzazione dell’incontro nazionale “Educare alle differenze” dentro e fuori la scuola, che si terrà a Roma il 20 e 21 settembre.
di Marina Zenobio
Hanno risposto in oltre cento – tra associazioni, comitati, reti, veramente tante per elencarle tutte –all’appello lanciato da Stonewall di Siracusa, Scosse di Roma e Progetto Alice di Bologna per un incontro nazionale tra associazioni, insegnanti, gruppi, educatori ed educatrici che quotidianamente lavorano nelle scuole e con i genitori, nella cultura e negli spazi pubblici e sociali con l’obiettivo di costruire una società inclusiva e libera.
L’iniziativa,presentata ieri sera (15 luglio) al Roma Vintage nel corso di una divertente lettura dedicata a bambini e bambine, organizzata dal Semaforo Blu e Altramente, vuole provare a “stabilire sinergie e connessione tra quanti realizzano progetti dedicati alla valorizzazione delle differenze, alla pluralità dei modelli familiari, al contrasto agli stereotipi di genere, alla prevenzione di bullismo, omofobia, transfobia e violenza maschile contro le donne, tra chi intende la scuola come spazio in cui coltivare rispetto e senso critico”.
La necessità di un incontro nazionale per un confronto collettivo delle attività che ogni associazione o gruppo svolge sul proprio territorio sul tema dell’educazione alle differenze, è nata anche da una aggressiva battaglia oscurantista messa in atto nei mesi scorsi da ambienti cattolici e forze di destra contro progetti educativi “diversi” da modelli tradizionali che vedono la maschilità e la femminilità come un’unica e possibile opzione di organizzazione sociale. Proprio quella forma di organizzazione sociale che nella storia ha prodotto e legittimato comportamenti discriminatori e violenti fuori e dentro la scuola.
Le organizzatrici e gli organizzatori dell’evento ricordano che già nel 1973, l’insegnante montessoriana Elena Gianini Belotti pubblicò “Dalla parte delle bambine”. Una straordinaria analisi dei comportamenti dei bambini e delle bambine per spiegare come le differenze tra uomini e donne, a partire dal mondo dell’educazione, siano tutt’altro che innate o naturali, bensì “frutto di un complesso processo di costruzione sociale che provoca disparità”. Da allora sono passati più di quarant’anni e seppur vero che da allora la società, le scuole e le famiglie in Italia sono cambiate ed hanno – faticosamente – guadagnato spazi di libertà individuale e collettiva, permangono tuttavia forti spinte verso l’intolleranza che vede, proprio nel mondo della formazione, uno dei suoi bersagli privilegiati.
Eppure, la costruzione dell’identità di genere, lo sviluppo della libera espressione della personalità nel rispetto degli altri/e e delle differenze individuali, la parità donna-uomo, la pluralità dei modelli familiari e dei ruoli sessuali, il contrasto al sessismo della lingua e nella cultura italiana, la lotta all’omofobia, al bullismo e a ogni forma di violenza sulle donne sono obiettivi che rientrano tra l’altro anche nelle Linee guida espresse e ribadite dal Consiglio d’ Europa e dall’Unione Europea.
Per contrastare quindi l’offensiva culturale della chiesa e delle destre, a volte anche di una certa sinistra complice silenziosa, e per tessere un filo tra tutte le esperienze che sul territorio promuovono libertà, pluralità e diritti per tutti e tutte, l’appuntamento è a Roma i prossimi 20 e 21 settembre.
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