Dieci mesi tra il terremoto di Mafia capitale e le dimissioni di Marino. Delibere e memorie approvate al fotofinish su casa, rom, senza dimora, disabili e povertà
ROMA – Disagio abitativo, piano freddo, abbattimento dei costi delle utenze per le famiglie in difficoltà, trasporto disabili, nuove risorse per i servizi sociali, Casa del volontariato, mercati della solidarietà e molto altro ancora. La riunione della giunta Marino ieri in Campidoglio, non è stato solo un colpo di coda delle politiche sociali di Roma Capitale. Ora la giunta Marino è caduta definitivamente, è stato anche il traguardo di una corsa contro il tempo per l’ormai ex assessore al sociale e alle politiche abitative, Francesca Danese. Diverse le delibere e le memorie presentate e approvate al fotofinish per onorare le promesse fatte da un assessore il cui incarico è circa dieci mesi, forse troppo pochi per cambiare le politiche sociali di una città metropolitana, ma utili per fare qualcosa di “storico”. Raggiunta da Redattore sociale, Danese non nasconde la commozione nelle sue ultime ore all’assessorato. “Sto facendo gli scatoloni – racconta -. Abbiamo fatto tante cose importanti, ma qualche rammarico rimane. Avessi avuto altre cinque ore, soltanto cinque ore, avrei fatto anche altro”.
Dieci mesi di corsa, sotto scorta. Per Francesca Danese, figura di spicco del volontariato romano alla sua prima esperienza in una amministrazione comunale, abbracciare l’incarico di assessore al sociale a Roma è stata un’esperienza segnata da uno dei più grandi scandali che ha coinvolto il sociale, ovvero Mafia capitale, e che ha vissuto sulla propria pelle per le minacce subite. “Sono stata assessore per poco – spiega Danese -, malgrado la lotta contro il tempo in un momento molto difficile con due assessorati importanti e nell’occhio del ciclone, ho lavorato 18 ore al giorno, sotto scorta, con impegno e mantenendo fede ai principi che mi hanno sempre ispirato”. Per Danese, però, il sociale a Roma ha ormai imboccato una strada nuova. “Non si può tornare indietro rispetto ad alcune questioni nodali – spiega -. Mi auguro che le associazioni e le cooperative, che tutti insieme si continui a vegliare affinché questi atti vengano portati avanti. Sono sicura che ci sarà un commissario che ne terrà conto. Mi auguro che Roma rinasca. Roma ha 600 mila volontari, ha cooperative che hanno fatto un lavoro prezioso e che non possono essere accomunate a Mafia capitale”.
Il colpo di coda da assessore. A suggellare l’impegno da assessore, ieri in giunta, l’applauso degli altri assessori a seguito dell’approvazione della delibera sul trasferimento al buono casa delle risorse che altrimenti sarebbero state destinate ancora una volta alla gestione dei residence. Con una delibera approvata ieri, infatti, si è disposto il definitivo superamento del sistema dei residence dirottando cifre che si aggirano intorno ai 20 milioni in tre anni verso il buono casa che verrà esteso anche a quelle famiglie indigenti che per mancanza di risorse non rientravano nelle strutture. “Sono l’assessore che chiude definitivamente i residence – afferma Danese senza nascondere la propria soddisfazione -, con un accordo storico fatto con i piccoli proprietari, con il sindacato dell’unione inquilini e tireremo fuori le famiglie dei residence. C’è stata una gara che è andata deserta e la legge per gli appalti mi dava la facoltà, essendo una gara europea, di fare proroghe, ma io ho sempre sostenuto la chiusura. Queste famiglie finalmente avranno la possibilità di vivere in tutta la città e avranno a disposizione appartamenti a canone concordato. Alle politiche abitative ci sarà personale dedicato per accogliere al meglio queste famiglie”.
Il bilancio in un giorno. Nella giunta di ieri, però, l’assessore non ha solo portato un insieme di delibere e memorie, progetti da approvare in extremis e indicazioni per il futuro. E’ stato come fare un bilancio di dieci mesi. Con tanti obiettivi raggiunti che lo stesso assessore definisce “storici”. “L’altro ieri è stata condannata una persona che in questo dipartimento si occupava di campi rom – racconta Danese -. Quando sono arrivata qui, fra le competenze del dipartimento c’erano anche quelle che riguardavano i lavori nei campi rom, ma questo dipartimento non ha competenze di lavori pubblici e questa responsabilità è passata alla macro struttura dei lavori pubblici”. Novità anche per il trasporto disabili. “Un evento epocale perché il trasporto deve essere fruibile da tutti”, spiega Danese. Al Dipartimento politiche sociali resterà il compito di “selezionare gli aventi diritto al servizio, ma tutte le altre questioni vanno all’assessorato competente alla mobilità. E’ un atto da capitale europea”.
Piano freddo e altri interventi. Cambio di passo anche per quel che riguarda il Piano freddo, che per la prima volta anticiperà i bruschi cali delle temperature nella capitale. “Fra pochi giorni verranno aperte le buste – racconta – e questa città avrà il piano inverno agli inizi di novembre. Cosa mai accaduta nella storia del comune di Roma”. Un’altra delibera approvata in giunta, inoltre, dispone l’abbattimento dei costi delle utenze luce e gas per le famiglie in disagio economico. Tra gli interventi anche il recupero della Casa del Volontariato. “I centri anziani finalmente avranno una sede dove poter fare il coordinamento – spiega Danese -. La Casa del volontariato è un bene sequestrato alla mafia e verrà rilanciato in occasione del Giubileo con molte attività di volontariato e accogliendo la Cabina di regia del volontariato”. Tra gli interventi anche, quello di adeguamento delle rette per l’accoglienza dei minori nelle case famiglia. “Non ho fatto solo un aumento simbolico delle risorse – aggiunge l’ex assessore -, ma ho prodotto un atto nel quale si dice che innanzitutto abbiamo le rette più basse d’Italia. In seconda battuta, facciamo differenze perché un conto è avere un minore affidato da un tribunale in casa famiglia, un conto è avere un minore con handicap grave o gravissimo”.
Farmacap, servizio antitratta e immigrati. Tra le deleghe affidate a Danese, tra capo e collo è finita anche quella di gestire la questione dell’Azienda Farmacap, l’azienda speciale farmasociosanitaria capitolina. Un intervento che è riuscito a evitare la svendita e risanarne il bilancio. “Abbiamo fatto subito la nomina del nuovo direttore e abbiamo scelto di non svendere le 44 farmacie, ma di cominciare invece un’opera di risanamento – racconta Danese -. Farmacap chiuderà il bilancio del 2015 in pareggio, perché immediatamente è stata fatta anche una gara europea sui farmaci generici. Cosa mai fatta. Oggi c’è un marchio sui farmaci del comune di Roma. C’è un accordo per far sì che in alcuni quartieri è l’unico punto di riferimento, sia riempita anche di una presenza nel territorio di sicurezza sociale. Ora doveva partire una fase sperimentale di aiuto ai malati cronici che hanno difficoltà a pagare i farmaci con una tessera, per rateizzare le spese”. Stabilizzato anche il progetto Roxanne, dopo anni di sperimentazione. “Stavo firmando il protocollo con la questura e con il policlinico Casilino – racconta con rammarico l’ex assessore -. Il servizio parte ora ed è un progetto importante per la città. Ha avuto una fase di sperimentazione pluridecennale e a questo punto noi abbiamo deciso di chiamarlo ‘servizio’”. Novità anche sul fronte dell’impegno dei migranti accolti a Roma nel volontariato. “Ho firmato l’accordo con la prefettura l’altro ieri – racconta Danese -. Gli immigrati accolti possono fare attività di volontariato e vedono riconosciuta l’assicurazione e tutto passerà attraverso le associazioni”. Ci sono poi gli interventi realizzati sull’accoglienza, fino a quelli a favore dei minori che escono dal carcere, per cui tra meno di un mese sarà pronta una struttura ad hoc e il “rammarico grande” per non aver avuto tempo per aprire un’altra struttura per il prima e dopo di noi.
“L’ho fatto per Roma”. Tanti altri gli obiettivi raggiunti, spiega l’ex assessore, come i cinque milioni da destinare ai servizi sociali dei municipi, il progetto per i minori scomparsi, i mercati della solidarietà, il rilancio del Laboratorio teatrale integrato Gabrielli, portato avanti dal Teatro dell’Opera, dal Comune di Roma impegnato nel teatro integrato tra attori normodotati e attori con disabilità. Ora, aggiunge Danese, sarebbe dovuta partire la fase due. “Dopo aver avuto finalmente nuovi dirigenti, ora che la regione Lazio stava destinando le risorse per i piani di zona, dovevamo partire con il piano strategico per i diritti. Ero pronta”. E invece l’esperienza Marino si conclude qui. Così come quella di Danese da assessore, non senza il timore che il caso mediatico possa prevalere sul buon lavoro portato a termine. “Ho fatto degli interventi radicali e anche coraggiosi – racconta -. Non a caso lascio degli atti. La mia paura è che finisca tutto in questo calderone mediatico. Consegnerò tutto al commissario che verrà. Tutto dettagliato fino all’ultimo secondo e spero che questi atti vengano portati avanti”. Sul futuro, Danese scherza: “Coerentemente mi sono dimessa da tutto prima di diventare assessore. Quindi da domani andrò a cercare lavoro con la scorta. In realtà, ho bisogno di riposarmi e rielaborare. E’ stata una bella esperienza a favore della mia città. L’ho fatto per Roma”.(ga)
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Hai fatto molto, cara Francesca, ma non hai fatto ciò che avevi promesso che avresti fatto, entro due mesi dal nostro incontro: nessun investimento su Dopo di Noi, come il precedente, niente, per il nostro settore.