16 poliziotti coinvolti nel massacro della Diaz condannati dalla Corte dei conti ligure a risarcire lo Stato per i soldi che ha dovuto versare a Mark Covell che fu quasi ucciso dagli agenti
di Ercole Olmi
I giudici della Corte dei Conti della Liguria hanno condannato a un risarcimento complessivo di 110mila euro, 16 poliziotti coinvolti a vario titolo nel pestaggio del giornalista inglese Mark William Covell durante il G8 del 2001. La sezione giurisdizionale ha parzialmente accolto la domanda della procura, condannando al risarcimento di 40mila euro l’allora comandante del VII nucleo antisommossa Michelangelo Fournier e a 60mila euro l’allora comandante del primo reparto mobile di Roma Vicenzo Canterini.
Accolta invece la richiesta di 10mila euro in solido per Francesco Gratteri, Gilberto Caldarozzi, Giovanni Luperi, Spartaco Mortola, Nando Dominici, Filippo Ferri, Fabio Ciccimarra, Carlo Di Sarro, Massimo Mazzoni, Davide Di Novi, Renzo Cerchi, Massimiliano Di Bernardini, Massimo Nucera e Maurizio Panzieri.
I fatti contestati risalgono alla notte tra il 21 e il 22 luglio del 2001, quando Covell era stato quasi ammazzato dalla polizia davanti ai cancelli della scuola Diaz, riportando gravissime lesioni. Covell era poi stato arrestato con accuse che si erano rivelate false come per tutti gli altri arrestati di quella notte. Covell aveva sporto denuncia per tentato omicidio, ma il procedimento è stato archiviato in quanto gli inquirenti non erano riusciti a identificare gli autori delle violenze grazie alla complicità o all’inerzia di diversi livelli del Viminale come sottolineato nelle carte dell’inchiesta dai pm titolari. In via transitoria, il Viminale lo aveva risarcito con 350 mila euro (340 per le lesioni subite e 10mila per le calunnie). Ed è proprio quella cifra, che la procura contabile contestava come danno erariale ai poliziotti. I giudici contabili sottolineano come «è accertato che il pestaggio subito dal Covell è stato opera di militari appartenenti alla Polizia di Stato, e in particolare al VII Nucleo speciale comandato da Canterini e Fournier». Anche per i giudici contabili i due comandanti, Canterini e Fournier avrebbero dovuto vigilare sull’operato degli agenti affinché «l’azione non degenerasse in atti delittuosi. Non lo hanno fatto o non sono stati in grado di farlo, neppure quando hanno sicuramente avuto occasione di impedire materialmente comportamenti aberranti dei propri uomini» salvo poi «prendere atto sconsolati (come Fournier che qualifica come ‘macelleria messicana’ le scene cui ha assistito, scrivono i giudici) dello scempio compiuto dagli uomini al loro comando».
La riduzione della richiesta, da 340 mila a 100 mila euro, è dovuta al fatto che il risarcimento andava suddiviso anche con gli autori materiali del pestaggio, mai identificati. Accolta totalmente, invece, la richiesta di risarcire i 10 mila euro corrisposti a Covell a ristoro del danno subito per le false accuse. Per i giudici, i poliziotti hanno «in spregio ai doveri del proprio ufficio, dolosamente attestato in atti di pg fidefacienti circostanze contrarie al vero, allo scopo di sottrarre se stessi e i colleghi alle responsabilità derivanti dagli esiti dell’azione di polizia, attribuendo falsamente fatti costituenti reato a soggetti che sapevano essere innocenti».