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Tsipras ritira il programma parallelo

Tsipras: stop al programma sociale parallelo. Imposizione della Troika o difetti di tecnica legislativa? «Conseguenza naturale della capitolazione», secondo Yannis Varoufakis

di Checchino Antonini

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Il governo greco, riferisce il sito Greekreporter, è stato costretto dagli istituti di credito internazionali a ritirare il disegno di legge sul programma economico parallelo proprio mentre l’eurogruppo verificava i 13 requisiti per l’approvazione del prestito per un bilione di euro. «Una continua umiliazione, conseguenza naturale della capitolazione», dice, dal suo profilo twitter, Yannis Varoufakis, ministro dell’Economia fino a quando Tsipras ha deciso di subire il dictat della Troika liquidando dopo una manciata di giorni la vittoria del referendum del 5 luglio.

Dopo le difficili “riforme” che il governo greco è stato costretto ad adottare, al fine di garantire il terzo programma di “salvataggio” del paese, il primo ministro Alexis Tsipras puntava su un pacchetto di misure in parallelo per allontanare le critiche dal suo esecutivo prima della madre di tutte le controriforme, quella delle pensioni che la Troka aspetta con trepidazione.

Fonti governative non collegano direttamente i due eventi e preferiscono parlare di difetti di tecnica legislativa che sono stati identificati e dovrebbero essere corretti. La decisione è stata presa dal vice primo ministro Yannis Dragasakis – ritenuto l’eminenza grigia del cerchio magico di Tsipras – e il ministro delle finanze Euclide Tsakalotos: il disegno di legge dovrebbe tornare parlamento per le opportune integrazioni e dal governo assicurano che verrà approvato presto nel 2016 sempre che non arrivi il “governo ecumenico” di cui parlano in molti, la possibile estensione dell’area di governo (viste le risicate maggioranze dell’esecutivo Syriza-Anel) che muterebbe drasticamente la natura della compagine di Tsipras.

Secondo Nick Malkoutzis, editorialista del sito di analisi politiche ed economiche MacroPolis, scricchiola anche il rapporto tra il pragmatico Tsipras e il suo stesso partito, benché le ali di sinistra più radicali siano state sconfitte e abbiano abbandonato Syriza durante l’estate. La maggioranza si regge su tre soli seggi, il che rende Tsipras vulnerabile sia nei confronti di chi è contrario all’incombente riforma delle pensioni, sia dei parlamentari in carriera che chiedono incarichi o favori.

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Tuttavia, il sito, citando fonti vicine ai negoziatori, sostiene che quel piano parallelo non sarebbe stato criticato dall’Eurogruppo e, anzi, avrebbe destato la curiosità dei tecnocrati.

«Quasi 2,5 milioni di greci avranno finalmente medici, ospedali e medicine, insieme ai rifugiati e agli immigrati regolari secondo il nuovo disegno di legge del governo di Tsipras, che continua la sua battaglia contro le politiche neoliberiste imposte da Bruxelles, Francoforte e Berlino», aveva scritto un paio di giorni fa, Argyrios Argiris Panagopoulos, “ambasciatore” di Syriza in Italia, presentando il cosiddetto “programma parallelo” di SYRIZA, cioè un grande programma sociale, finalizzato a rafforzare la coesione sociale mediante politiche a favore degli strati popolari e le classi medie, colpiti dalla crisi e dall’austerità imposta dai creditori.

In particolare, il governo Tsipras avrebbe aperto le porte della sanità pubblica a 2,5 milioni di greci, quasi un quarto della popolazione del Paese, che le politiche del socialista Papandreou, del “tecnico” Papadimos e del conservatore Samaras avevano buttato fuori dal Sistema Sanitario Nazionale con la legge che toglieva i servizi di assistenza sanitaria a chi perdeva il diritto al sussidio di disoccupazione dopo non più di 18 mesi dal licenziamento.

Il disegno di legge prevedeva anche tariffe sociali per l’elettricità, agevolazioni per l’accesso ai servizi sociali per le famiglie con almeno tre figli;
 forme di  lavoro sociale per i disoccupati;
 la depenalizzazione delle proteste degli studenti medi con l’abolizione della legislazione dei governi precedenti che prevedeva pesanti pene per le mobilitazioni delle scuole medie e il divieto, praticamente, di qualsiasi forma di protesta;
 il prolungamento di un anno delle mense per i senza redditi e dimora, e dell’offerta di pasti agli alunni delle scuole elementari.

La pressione dell’eurozona sul governo non si allenta ed è difficile immaginare che possa approvare le misure parallele mentre deve ristrutturare le pensioni: il mondo degli affari non si fida di un governo che potrebbe aumentare le tasse e già deve al settore privato qualcosa come 6 miliardi di euro di arretrati. Gli economisti mainstream sostengono che la Grecia tiene lontani gli investitori, diffondendo l’immagine di un Paese schiacciato da una paralizzante montagna di debiti e vittima di creditori rapaci, piuttosto che di una terra di opportunità per fare affari.

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