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Raid contro bengalesi. Perquisita sede Forza Nuova. 13 indagati

Raid contro bengalesi. perquisizioni a Roma, Ferrara, Chieti. Tredici indagati tra cui un esponente di spicco di Forza Nuova che, nel frattempo, prepara una manifestazione a Milano per Assad

di Ercole Olmi

banda

Roma, Ferrara, Chieti. Per i Ros c’è un filo nero tra queste città. Nerissimo. I militari del Ros dei carabinieri hanno eseguito una perquisizione all’interno della sede del partito Forza Nuova a Roma nell’ambito dell’inchiesta che ha portato oggi gli investigatori dell’Arma ad eseguire controlli non solo nella Capitale, ma anche in altre città d’Italia. L’indagine, denominata Banglatour, attiene una serie di episodi di razzismo a danno di cittadini bengalesi. Il gruppo aveva lo “scopo di incitare alla discriminazione e alla violenza per motivi razziali e religiosi”. Le basi erano le sezioni di Forza Nuova a Roma in via Lidia e successivamente di via Amulio. L’attività si concretizzava “con la diffusione, anche on-libe, attraverso profili facebook come quello aperto sotto lo pseudonimo ‘Barzum’, di idee fondate sulla superiorità della razza bianca e sull’odio razziale ed etnico e con la realizzazione di atti di violenza nei confronti di cittadini del Bangladesh”. Era questo il profilo degli estremisti di destra perquisiti oggi dal Ros dei carabinieri su disposizione della Procura di Roma.

Il nome che spicca nell’elenco dei 13 indagati è certamente quello di Giovanni Maria Camillacci, 43 anni, noto esponente del movimento, residente a Castelnuovo di Porto. Camillacci, stando a quanto si rintraccia in rete, sarebbe un nome di spicco dell’organizzazione tanto da figurare accanto al nome di Roberto Fiore, leader indiscusso della sigla, in occasioni cruciali, come la conferenza internazionale di Yalta della fine di agosto di un paio di anni fa, accanto a leader nazi e fascisti di Belgio, Polonia, Ungheria, Bulgaria, Gran Bretagna e neo stalinisti di Finlandia. L’idea era quella di invertire simbolicamente i risultati della Conferenza di Yalta del 1945 là dove i leader dell’alleanza dell’anti-Hitler discussero la riorganizzazione dell’Europa del dopoguerra.

Un convegno come quello di domenica 24 Gennaio, a Milano, del Partito pan-europeo APF (Alliance for Peace and Freedom, di cui Forza Nuova costituisce la componente italiana). Titolo: “Siria: la guerra al terrore” contro “il lassismo ed il doppiogiochismo di USA, NATO e UE nella gestione della questione siriana e nella lotta all’ISIS. Sono attesi ospiti dalla Russia, dalla Siria ed importanti esponenti del mondo politico e giornalistico italiano”. La sede del convegno (Milano città) verrà resa nota solo in prossimità della data prevista.

Secondo gli inquirenti del Ros, la caratteristica comune ai soggetti al centro delle verifiche è “una vocazione ideologica di estrema destra nazionalsocialista caratterizzata dal propugnare sia le tesi negazioniste dell’olocausto sia la tesi della superiorità della razza bianca”. Gli accertamenti del Ros sono stati coordinati dal pm Sergio Colaiocco.

L’operazione nelle province di Roma, Ferrara e Chieti (la perquisizione è avvenuta, pare, ad Atessa, dove Fn ha espresso il vicesindaco di una passata consiliatura) – le ipotesi di reato sono associazione finalizzata all’incitamento alla discriminazione e alla violenza per motivi razziali, istigazione alla discriminazione e alla commissione di atti di violenza per motivi razziali, minaccia, lesioni, detenzione di armi da sparo e altri reati – è partita nel novembre 2013 dopo alcuni episodi avvenuti a Roma, ai danni di soggetti bengalesi. Dalle indagini è emersa l’esistenza di un gruppo criminale gravitante nell’ambito dell’estrema destra romana che, per la risoluzione delle controversie, faceva sistematico ricorso alla violenza e alle aggressioni nei confronti dei militanti di opposta o concorrente fazione politica.

Il gruppo “attuava un rigoroso e talvolta violento indottrinamento dei suoi appartenenti, anche minorenni, al fine di assicurare il rispetto delle regole interne al gruppo e consolidarne le gerarchie. Con riferimento a tale aspetto, l’indagine ha documentato, nell’ottobre del 2014, la punizione, con vessazioni e percosse inflitte secondo un particolare rituale, di alcuni militanti resisi responsabili di una violenza sessuale in danno di una ragazza e dell’uso di sostanze stupefacenti”.

Il gruppo “diffondeva, attraverso il web, messaggi, proclami e iniziative volte ad incitare alla discriminazione e alla violenza per motivi razziali; eseguiva raid punitivi nei confronti di cittadini bengalesi. In tale ambito, nel maggio 2012, a Roma, due soggetti gravitanti nella medesima area politica, venivano tratti in arresto per rapina in danno di un cittadino bengalese”.

Un colpo ennesimo, se l’inchiesta dovesse arrivare a dama, alla reputazione del partitino che non riesce ad andare oltre le pagine di cronaca nera o giudiziaria. Sette anni fa, la presenza del suo leader in televisione, a Porta a Porta, aveva destato l’indignazione di Franco Turigliatto, senatore uscente di Sinistra critica (oggi Sinistra Anticapitalista) che lasciò lo studio televisivo. Fiore s’era sentito così diffamato da denunciare Turigliatto.

Molti osservatori ritengono che una delle strategie del partito di estrema destra, il fratello di Fiore è un prestigioso avvocato del foro di Roma, sia quella di trascinare in tribunale i giornalisti che si occupano delle sue gesta per alzare una cortina di intimidazione e, almeno limitare i danni di una esposizione mediatica quantomeno imbarazzante per chi vede suoi militanti e simpatizzanti al centro di vicende gravi in numerose città d’Italia. A Lucca, Bari, Palermo, Bologna, Verona – solo per citare alcuni esempi – si sono celebrati processi in cui quei personaggi sono stati condannati.

Questo è quanto alcuni giornali (lo abbiamo ripescato dalla rete) attribuirono a Turigliatto: “Forza nuova è una forza politica esplicitamente e dichiaratamente neofascista e neonazista, le liste di Forza Nuova non avrebbero dovuto essere accettate dalle Corti d’Appello dello Stato italiano e non dovrebbero essere presenti sulle schede elettorali. La nostra Costituzione sancisce l’antifascismo e il divieto della ricostituzione del partito fascista. In più Forza Nuova è responsabile di gravissimi atti di violenza nei confronti di giovani, immigrati e donne. Finché ho potuto parlare senza la presenza di Fiore l’ho fatto, poi ho ringraziato Vespa e sono dovuto uscire.”

Mentre cresce l’aggressività delle forze di estrema destra in tutta Europa (Forza nuova è stata la prima organizzazione italiana ad avere stabili relazioni con Alba dorata e alcuni suoi membri sarebbero in prima linea nella guerra ucraina come risulta da varie fonti di stampa, Popoff compreso), una sentenza della quinta sezione penale della Corte di cassazione ha stabilito che non è reato definire fascista la formazione capitanata da Fiore. La sentenza, emessa l’8 giugno 2010, riguarda la querela per diffamazione intentata da Forza nuova nei confronti di un cittadino di Trieste, che il 13 novembre 2000 aveva definito, in tre lettere al quotidiano Il Piccolo, gli aderenti all’organizzazione di Roberto Fiore “nazifascisti” e “neofascisti”. La sentenza, nell’assolvere il querelato, chiarisce bene come «l’identificazione fascismo/nazismo, nel quadro delle scelte di razzismo, non è frutto di errore storico, ne è manifestazione di critica realizzata sulla base di una falsità» e che «i verdetti della storia non si cancellano con successive disinformazioni, amnesie, sottovalutazioni», concludendo che è «pienamente giustificato l’uso delle espressioni».

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