8 Marzo. Storia minima ferrarese di come la giornata internazionale della donna possa diventare un’occasione di autocelebrazione della politica degli uomini
da Ferrara, Barbara Diolaiti
“Dovrebbe aver ricevuto l’invito cartaceo del Sindaco…”
“Probabile, ma non apro la buchetta della posta da un paio di giorni, comunque mi dica per cortesia di cosa si tratta.”
“Volevamo invitarla ad un evento importantissimo, sabato 12 marzo: per celebrare la giornata della donna e il 70° anniversario del voto alle donne sono state invitate tutte le consigliere comunali dal dopoguerra in poi. Interverrà l’assessora alle pari opportunità, il sindaco, una docente dell’Università di Ferrara.”
“E’ prevista la possibilità di parlare?”
“Non esattamente, però una giornalista farà delle domande ad alcune ex consigliere, lei compresa se è d’accordo, cioè una sola domanda ma non di politica…”
“Non di politica? Perché, eravamo in Consiglio a lavare i piatti?”
“No, no, non mi sono spiegata bene, una domanda tipo come vi siete trovate con i consiglieri uomini, se vi era disparità…”
“La ringrazio, ma non sono interessata ad autocelebrazioni dell’Amministrazione. Non verrò. Mi perdoni, nulla contro di lei che sta solo facendo il suo lavoro, ma non partecipo ad iniziative sul voto alle donne così organizzate e da chi fa parte del partito di governo che il voto oggi lo sta togliendo a tutti sul Senato e l’ha già tolto sulla Provincia.”
“E io che volevo anche invitarla all’altra iniziativa di domani mattina per la festa della donna! E’ alle 10,30…”
“Alle 10,30 sono a scuola.”
“Ah, ecco, anche questo è un tema molto interessante: come conciliare, per le donne, i tempi del lavoro e i tempi della politica….”
“No, guardi, non è questione di donne: è questione di gente che fa politica senza aver mai lavorato in vita propria e così organizza convegni alle 10,30 del mattino.”