Il Comune di Pomezia ha deciso di servire a scuola due menù differenziati, a due prezzi diversi. Il più economico non comprende il dolce. Il ministro Giannini lascia fare.
Tratto da Generazioneweb.net
Diseguaglianza nelle scuole di Pomezia, la decisione di creare durante l’orario di mensa due pasti diversi, uno low cost, l’altro completo del dessert. Chi potrà permettersi quello completo avrà il dolce, mentre per i bambini che non potranno permetterselo dovranno solo guardare il piatto del vicino compagno di banco.
Il presidente della Regione Lazio Nicola Zingaretti presentando il bando “un taglio alla povertà”, appellandosi all’articolo 3 della Costituzione, dice: «Faccio un appello contro quell’ignobile scelta del Comune di Pomezia, che nega il dolce ai bambini più poveri. È una vergogna. Il bambino con il papà che può permettersi una certa retta avrà il pasto completo con il dolce, l’altro avrà il vassoio senza il dolce. Ma io mi domando: dove andremo a finire?».
A partire dal prossimo anno, nelle scuole elementari e asilo di Pomezia, Comune laziale alle porte di Roma, con a capo il sindaco del Movimento 5 Stelle Fabio Fucci, compariranno due menù: uno meno costoso (4 euro) ed uno più costoso (4,40 euro). In totale, saranno quattrocentosessantamila i pasti forniti ogni anno dal Comune, metà dei quali a un prezzo superiore.
Il ministro dell’istruzione Stefania Giannini ha dichiarato: «Non conosco bene il caso, ma io sono per l’autonomia scolastica e non mi sembra una situazione di discriminazione».
«La scorsa estate, alcuni rappresentanti dei genitori ci hanno chiesto un menu più corposo e uno più leggero, volevano spendere di meno. A me è sembrata una grande discriminazione: vogliamo che tutti abbiano gli stessi piatti», si è difeso il sindaco. «Gli altri bambini si porteranno la merenda da casa. Dov’è la discriminazione?».
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