Russia e 54 paesi africani contro i francobolli pro LGBT disegnati dall’artista di origine cubana Sergio Baradat
di Mirna Cortese
A fine marzo, nell’ambito della campana internazionale “Liberi e Uguali”, l’Amministrazione postale dell’ONU ha presentato sei nuovi francobolli a favore dei diritti LGBT, lesbiche, gay, bisessuali e transgender. L’iniziativa però non è piaciuta a tutti, soprattutto ai 54 membri del gruppo africano e anche della Russia, potenza con potere di veto al Consiglio di Sicurezza.
Justin Kisoka, consigliere ONU per la Tanziana, parlando a nome dell’intero gruppo africano ha rivolto al segretario generale la sua “profonda preoccupazione per l’allarmante presentazione, stampa e distribuzione dei francobolli”, aggiungendo che gli stessi “contraddicono i principi dell’ONU, così come la cultura, le norme e le credenze di molti stati membri, lasciando dubbi sulla conformità con le norme e i regolamenti che disciplinano l’uso del logo e delle risorse dell’Organizzazione”.
Ancora Kisoka ha chiesto alla Commissione ONU che si occupa di questioni amministrative e di bilancio, conosciuta anche come Quinta Commissione, “il blocco immediato dell’iniziativa e misure atte a determinare responsabilità, come il recupero dei fondi destinati a finanziare la campagna dei francobolli”.
D’altro canto, in una dichiarazione rilasciata a Ips, il portavoce dell’ONU, Farhan Haq, ha ribadito “il forte sostegno e appoggio del segretario generale Ban Ki-moon alla campagna internazionale Liberi e Uguali e la sua convinzione a difendere i diritti umani di tutte le persone”.
In appoggio al gruppo africano contrario all’iniziativa pro-LGBT anche il rappresentante della Russia Sergey Khalizov secondo il quale le azioni del segretario generale “stanno provocando serie questioni all’interno di numerose delegazioni” puntualizzando che è prerogativa della Quinta Commissione verificare l’uso delle risorse economiche dell’ONU, pertanto ne chiede la revisione.
La campagna in difesa dei diritti delle persone LGBT è a carico dell’Alto Commissariato per i Diritti Umani con sede a Ginevra, una iniziativa che, secondo Boris Dittrich di Human Rights Watch, “riflette che i diritti fondamentali, come la libertà di espressione, il diritto alla privacy e la non discriminazione appartengono ad ogni persona, indipendentemente dall’orientamento sessuale o d’identità di genere”.
I francobolli infatti riflettono lo spirito di due risoluzione ONU, una adottata nel 2011 l’altra nel 2015 dal Consiglio per i Diritti Umani e che denunciano la discriminazione e la violenza contro le persone in base ad proprio orientamento sessuale o d’identità di genere.
“Piuttosto che attacare l’ONU per la pubblicazione dei francobolli – sostiene Dittrich – il gruppo africano e la Russia dovrebbero concentrarsi ad eliminare la discriminazione la violenza contro le persone LGBT nei rispettivi paesi”. Attualmente ancora in 79 paesi esistono leggi che discriminano la comunità LGBT, 34 di questi sono in Africa e comprendono Angola, Botswana, Kenia, Tanzania, Uganda e Zimbabwe.
A disegnare le immagini sui francoboli è stato Sergio Baradat, artista di origine cubana con un forte interesse per l’Art Deco francese. “In uno dei francobolli c’è una persona transgender – ha spiegato Baradat a Radio ONU riferendosi al disegno che mostra una persona con ali di farfalla e che rappresenta “chi si traforma in ciò che realmente è e fiorisce”.
Continuando nell’intervista Baradat ha dichiarato: “Viviamo in un mondo in cui è vero che le nazioni, soprattutto le più ricche, riconoscono il matrimonio e uguaglianza dei diritti LGBT, ma c’è ancora molta strada da fare. Ci sono paesi dove non solo non si celebrano e non si rispettano, ma le persone LGBT vengono picchiate e spesso uccise. Ho pensato che sarebbe una opportunità meravigliosa usare l’arte attraverso francobolli postali per veicolare il cambiamento, del cuore e della mente”.
Nonostante le proteste africane e russe, la campagna e la serie di francobolli conta sulle rappresentanze permanenti ONU di Germania, Argentina, Australia, Cile, Salvador, Usa, Gran Bretagna, Olanda, Israele, Norvegia e Uruguay, la delegazione dell’Unione Europea oltre all’Ufficio dell’Alto Commissariato per i Diritti Umani e l’Amministrazione Postale dell’ONU.
Sito della campagna “Liberi e Uguali”: https://www.unfe.org/en