Non resta che l’orrore
di Micaela Bodeleri
L’orrore, non si sente
che l’orrore in quella striscia
di terra piena di bambini.
L’orrore, non si vede
che l’orrore in quella striscia
di terra piena di donne.
L’orrore, non si respira
che l’orrore in quella striscia
di terra piena di uomini.
L’orrore.
Di corpi massacrati,
di ossa bruciate,
di sogni (o vite) bombardati. Di nuovo.
L’orrore.
Di armi terribili,
di politiche barbare,
di petardi al comando.
È l’orrore di un’umanità
che si estingue mentre indossa
gli abiti migliori della guerra,
quella in generale.
Quella in particolare
di quella striscia di terra,
o di Gaza.
Le parole sono figure, facili a chiunque.
L’importanza, di quella se ne fregano tutti.
Del ricordo, delle macellerie, dell’orrore.
Quelle immagini. Ci appesteranno.
Ultimo odore di un sentimento
confuso, irrazionale.
Primitivo, come la schifosa guerra.
Vittorio l’aveva detto: restiamo umani.
Ma l’orrore, non resta che l’orrore.
In quella striscia di Gaza.
In quella striscia di terra.
Il video con il messaggio al mondo di Mayssam, una bambina di dieci anni che vive a Gaza.
“Ciao, mi chiamo Mayssam, ho dieci anni, sono palestinese, vivo a Gaza. Voglio dirvi che sono ancora viva e non sono una terrorista: quindi non uccidetemi, datemi la possibilità di restare viva.”