L’esordio a Cannes di Alessandro Felici nellla sezione Short Film Corner. “La cosa più bella” è il frutto della caparbietà di un artista che ci fa riscoprire la bellezza nella consapevolezza dell’essere
di Giampaolo Martinotti
Un cittadino del mondo alla ricerca della pura bellezza. Un giovane regista che invia un messaggio carico di emozioni. Alessandro Felici, brillantemente rientrato nella sua Roma dopo anni di studi universitari in arte contemporanea e fotografia a Parigi, regala al pubblico della Croisette un’opera d’arte dai forti contenuti emotivi, un meraviglioso cortometraggio in bianco e nero privo di manipolazioni e di qualsivoglia retorica d’occasione.
“C’era l’irrefrenabile desiderio di espressione, sentivo la necessità di creare qualcosa, un video”. L’avventura di Alessandro comincia da qui, sviluppandosi in un percorso creativo che, dalla fotografia al cinema, proietta sullo schermo il savoir-faire multiforme di una persona che ha avuto in primo luogo il coraggio di porsi una domanda e di ripeterla poi a chi gli sta intorno, qual è la cosa più bella? È questo il titolo di un progetto che ha coinvolto con grande discrezione familiari e amici, catapultandoli per un istante in un mondo troppo spesso dimenticato.
Una vera e propria avventura nei meandri della coscienza, 22 minuti di monologo prodotti in maniera lineare utilizzando un iPhone, una fotocamera compatta e una reflex. Pensieri svariati ma dalle proprietà strettamente intrinseche, tante voci che in piena spontaneità non hanno bisogno di moderni sensazionalismi musicali per essere comprese nel profondo. L’essenza dei dialoghi, onestamente antitetica alla turpe mediocrità della propaganda conformista, rappresenta una intuitiva fusione tra l’involontaria interazione dei personaggi con il pubblico e le più sensibili riflessioni filosofiche delle quali l’essere umano è ancora capace.
In questo contesto, al di là delle mistificazioni delle classi dominanti e delle perverse trasformazioni antropologiche indotte per giustificare le mostruosità imposte dal sistema del consumo e del profitto, le priorità elencate in La cosa più bella, dalla nascita dei figli alla fondamentale importanza della condivisione e della serenità (per citarne solo alcune), sfuggono alle tristi logiche capitaliste che monetizzano ogni frangente della vita umana.
Rompendo nettamente con le banali strutture pseudoculturali del pensiero unico, il cortometraggio di Alessandro Felici, esaltato dalle composizioni delicate del pianista Edoardo Petretti, coadiuvato nelle musiche da Giacomo Nardelli e nel suono da Leonardo Ceccarelli, apre la gabbia nella quale siamo stati rinchiusi, ricordandoci con una entusiasmante esplosione di empatia che “le persone meritano la bellezza”.
“Amo il cinema come arte collaborativa e conviviale in grado di farti provare quella incomparabile interazione alla base del rapporto tra regista e attore”. Sullo sfondo della normalità quotidiana e all’interno di un vortice di sguardi, seguendo una trama prevalsa da un’incredibile energia emotiva, dal 16 al 22 maggio La cosa più bella sbarca allo Short Film Corner in maniera del tutto inattesa.
Portando con sé una valigia di valori universali assolutamente lontani dalle prerogative della mera apparenza, l’opera di Alessandro Felici può avere l’umile ambizione di farci uscire per un attimo dall’alienazione della precarietà esistenziale, rivitalizzando in noi quel processo di consapevolezza dell’essere così indispensabile alle speranze dell’umanità. “La mia risposta? La cosa più bella è la fortuna di vedere la bellezza in ognuno”.