Sinistra Sociale per la Tiburtina. Nella tormentata campagna per le comunali, spunta una lista civica nel IV Municipio di Roma. Candidature insolite, biografie distanti tra loro, ma unite dalla siderale distanza dal Pd
di Maria Arcidiacono*
In questa tormentata campagna elettorale per le amministrative a Roma, una lista civica si presenta agli elettori del IV Municipio. Si chiama Sinistra Sociale per la Tiburtina. Nata a seguito di percorsi condivisi in questi quartieri, ma anche di confronti vivaci nei circoli dei partiti storicamente eredi del PCI – che per lungo tempo governò il territorio – la lista è in netta contrapposizione con il PD, ma ugualmente distante dalle logiche partitiche in generale.
Ci sono candidature insolite, biografie talora distanti tra loro, ma unite dalla siderale distanza con la giunta uscente, della quale non si condividono scelte e attività di governo del municipio. È per questo che studenti, precarie, ambientaliste, pensionati, medici, ex operai e disoccupati si sono ritrovati concordi nell’iniziare o, in alcuni casi, nel proseguire, un’impegnativa battaglia per risolvere i gravi problemi legati al quartiere, spesso sperimentati sulla propria pelle.
In cima c’è la casa, l’arrivo di centinaia di lettere con richiesta di pagamenti, anche in caso di morosità incolpevole; o addirittura il rischio della messa in vendita di immobili da parte dell’Ater che ne possiede molti, soprattutto a Tiburtino Terzo. Incide pesantemente anche la mancata manutenzione degli stabili, che continua a provocare danni alle strutture del patrimonio pubblico.
L’assenza di lavoro, il precariato e lo sfruttamento, come l’esperienza diretta di una delle candidate in un centro commerciale di zona, con orari e termini di contratto inaccettabili.
La salvaguardia dell’ambiente, come la vergogna dei Punti Verde Qualità: a via Pomona e a via Grotta di Gregna, gli esempi più scandalosamente eclatanti; o come l’assegnazione diretta, poi fatta revocare – grazie anche a chi ora si candida in questa lista – del complesso della Cervelletta, con l’omonima associazione che, anziché provvedere alla mera custodia, ha usato un bene di grande pregio storico artistico per farne un ristorante.
La tutela delle categorie più fragili, ex-tossicodipendenti ed ex-detenuti ; soggetti in difficoltà che, grazie ai progetti che gli operatori avevano faticosamente presentato, avrebbero potuto beneficiare di finanziamenti europei, ma che il municipio, pur avendone la possibilità, non è stato in grado di gestire e ottenere, per negligenza o superficialità.
E poi il dilagare di una destra che alimenta l’odio sociale e fomenta quello xenofobo, tentando di attribuire ogni causa di degrado alla presenza di transitanti in un centro di accoglienza, gestito con cura e professionalità da generosi volontari etichettati invariabilmente come “buonisti”.
Non è retorica, attenzione, sono tutte incognite che si stanno facendo sempre più gravi e urgenti un po’ ovunque, aggravate da una crisi economica che in periferia non risparmia quasi nessuno. Ci sono quartieri in sofferenza per situazioni ormai incancrenite, difficilissime da sbloccare, ma la sfida è proprio quella di riuscire con determinazione a risolvere, partendo dal basso, laddove altri hanno fatto poco o nulla.
Sara Padroni è la candidata scelta per la presidenza del Municipio. Trentenne, disoccupata, conosce i problemi del territorio, e quelli della sua generazione. Si può essere giovani e mettere in pratica politiche vecchie, seguendo modalità imposte da logiche di partito; all’interno della lista è esattamente l’opposto, c’è stata una scelta imprescindibile, in sostanza unanime, il lavoro è collettivo, si farà insieme, è cominciato prima, va oltre la competizione elettorale e si può riassumere in una frase che è diventata slogan per la Sinistra Sociale per la Tiburtina: chiunque e ciascuno ha il diritto e il dovere di partecipare alla gestione della città.
*lista Sinistra Sociale per la Tiburtina