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A sorpresa rispuntano i vecchi Opg

Un emendamento approvato in Senato riapre di fatto una stagione che sembrava destinata a finire: i detenuti in infermità mentale e in osservazione psichiatrica saranno inviati nelle Rems

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ROMA – Dovevano essere chiusi da tempo, rischiano ora non solo di sopravvivere, ma di tornare a riempirsi e ad essere utilizzati come prima, seppur con un nome diverso.La storia infinita degli Ospedali Psichiatrici Giudiziari (Opg) si allunga con un nuovo capitolo, quello di un emendamento approvato al Senato che di fatto riapre l’intera stagione degli Opg, prevedendo l’invio nelle Rems (Residenze per le misure di sicurezza) di tutte quelle categorie di detenuti che in passato venivano trasferiti negli Opg. Alla faccia di tutti i passi avanti fatti finora, il nuovo provvedimento contraddice gli obiettivi che hanno spinto a operare negli ultimi anni per il superamento della vecchia logica così vicina al modello dei manicomi, negando di fatto la logica che ha condotto a puntare su progetti individuali con misure non detentive, da attuare nelle Rems.

Il campanello d’allarme viene lanciato da Stefano Cecconi, Giovanna Del Giudice, Patrizio Gonnella e Vito D’Anza, che a nome del Comitato nazionale stopOPG scrivono una lettera – appello al ministro della Giustizia Andrea Orlando, al sottosegretario alla Salute Vito De Filippo e per conoscenza al Commissario per il superamento OPG Franco Corleone. “Abbiamo appreso – scrivono i quattro – che è stato approvato al Senato un emendamento al Disegno di Legge 2067 (su garanzie difensive, durata dei processi, finalità della pena ecc), che rischia di riaprire la stagione degli Ospedali Psichiatrici Giudiziari.L’emendamento in questione ripristina la vecchia normativa (quindi ante: legge 81/2014, Dpcm 1.4.2008 allegato C, Accordo Conferenza Unificata 13.11.2011),disponendo il ricovero nelle Rems esattamente come se fossero i vecchi Opg”. 
“Se non si rimedia – affermano i componenti di StopOPG – saranno inviati nelle strutture regionali, già sature, i detenuti con sopravvenuta infermità mentale e addirittura quelli in osservazione psichiatrica. Invece di affrontare il problema della legittimità delle misure di sicurezza provvisorie decise dai Gip, e di quelle che rimangono non eseguite, si ipotizza una violazione della legge 81 ripristinando la logica e le pratiche dei vecchi Opg. Un disastro cui bisogna porre riparo”. “Non solo si ritarda ulteriormente la chiusura degli Opg rimasti aperti (Montelupo Fiorentino e Barcellona Pozzo di Gotto) macosì le Residenze per le Misure di Sicurezza (Rems) diventano a tutti gli effetti i nuovi Opg”, viene affermato. E non solo perché così facendo “si stravolge la funzione delle Rems (e le si travolgono visti i numeri delle persone potenzialmente coinvolte), che non sarà più “residuale”: cioè destinata ai pochi casi in cui le misure di sicurezza alternative alla detenzione si ritiene non possano essere assolutamente praticabili”.
StopOPG fa notare che “l’obiettivo della legge 81 sulla chiusura degli Opg (e sul superamento della loro logica) è quella di far prevalere, per la cura e la riabilitazione delle persone, progetti individuali con misure non detentive, nel solco delle sentenze della Corte Costituzionale, la n. 253 del 2003 e la n.367 del 2004, ispirate esplicitamente dalla legge 180 (Riforma Basaglia). In tal senso sono illuminanti a questo proposito le riflessioni di responsabili di Dipartimenti di Salute Mentale e di Rems e della stessa Società Italiana di Psichiatria”.
Se il problema che l‘emendamento vuol risolvere è quello di garantire le cure troppo spesso ostacolate o negate dalle drammatiche condizioni delle carceri, spiegano i quattro firmatari della missiva – occorre ricordare che “il diritto alla salute e alle cure dei detenuti non si risolve così. Occorre che si rafforzino e si qualifichino i programmi di tutela della salute mentale in carcere e che il Dap istituisca senza colpevoli ritardi le sezioni di Osservazione psichiatrica e le previste articolazioni psichiatriche. E’ grave che le persone c.d. ex art. 148 CP siano reclusi a Reggio Emilia senza rispettare il principio della territorialità. Semmai si devono potenziare le misure alternative alla detenzione. Così invece, moltiplicando strutture sanitarie di tipo detentivo dedicate solo ai malati di mente, riproduciamo all’infinito la logica manicomiale. Il rientro di queste persone nel carcere (o comunque nel “normale” circuito delle misure alternative alla detenzione) serviva e serve proprio a ridimensionare il ruolo del cd binario parallelo”.
“Ci aspettiamo – afferma StopOPG – un intervento deciso del Governo per rimuovere quanto inopinatamente l’emendamento in questione ha disposto, a sostegno del faticoso processo di superamento degli Opg. E nell’occasione – è la conclusione – rinnoviamo la richiesta di un provvedimento che eviti l’invio di persone con misura di sicurezza provvisoria nelle Rems, destinandole ai prosciolti definitivi”.

© Copyright Redattore Sociale

TAG: STOPOPGOPG

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