In centinaia a Roma per dire che il commissariamento di Bagnoli è un abuso con cui il Governo straccia i poteri costituzionali, il ruolo della città, la sovranità popolare
testo di Francesco Ruggeri, fotoreportage di Andrea Zennaro
Ritirare il commissariamento e avviare una bonifica vera dell’area ex Italsider di Bagnoli: è quanto hanno chiesto alcune centinaia di cittadini napoletani che si sono organizzati nell’Assemblea Popolare Bagnoli Libera e sono giunti a Montecitorio dopo l’ostruzionismo ossessivo del governo e della questura. Prima è stato negato loro il diritto a giungere in corteo, poi è stato concesso. Nonostante ciò il servizio pubblico Rai e i giornali per bene (Repubblica di De Benedetti e il Mattino di Caltagirone) hanno continuato a soffiare sul fuoco parlando di manifestazione vietata. Ma i cittadini sono arrivati a Roma, non prima di aver subìto una perquisizione umiliante all’uscita dell’autostrada di Roma Sud. «Esiti dei controlli: requisito bastone da passeggio di proprietà di uno dei guidatori del pullman, acquistato presso medjugorie materiali sequestrati e svariati deodoranti spray, pericolosi poichè infiammabili. Ci dirigiamo verso Largo argentina per dirigerci a Montecitorio dove verrà consegnata la lettera ufficiale per chiedere la revoca del commissarimanto», fanno sapere dai social i promotori di Bagnoli Libera.
Con loro anche il sindaco di Napoli Luigi De Magistris, e diversi movimenti della città partenopea. Nei diversi interventi che si sono succeduti, gli oratori hanno criticato il governo e il Pd, non solo per il commissariamento, ma per altre scelte come lo sblocco delle trivellazioni, o il proseguimento dei lavori della Tav Torino-Lione. C’è un filo che lega le lotte nei territori contro gli appetiti famelici rappresentati in Parlamento e nel governo dal Pd. «Bagnoli è il paradigma di due modelli di sviluppo: da una parte c’è il principale nemico di studenti e disoccupati, il Pd e il Governo, dall’altro chi tenta di sfiduciare Renzi dal basso», hanno spiegato dalla piazza precisando: «Chi fa credere che nello scontro tra Renzi e De Magistris i movimenti siano subalterni a uno scontro istituzionale sbaglia». Solo chi vende fumo (politicamente parlando) per professione riesce a twittare «Vero che in democrazia decide il popolo, ma il popolo di Napoli non sono 500 ragazzi dei centri sociali». A scrivere è la capogruppo a Palazzo S.Giacomo del Pd, tale Valente Valeria che omette di dire che proprio nella municipalità di Fuorigrotta-Bagnoli, il suo partito è affondato proprio sullo scandaloso commissariamento.
Il governo non s’è nemmeno sognato di ricevere una delegazione, non è nello stile di chi sta manomettendo la Costituzione in senso quasi bonapartista. Consegnata a un cortese funzionario una lettera: «Questo è l’ascolto verso i cittadini, questa è l’attenzione che ci viene concessa, chiusi nei vostri uffici, barricati dalla paura per non affrontarci», twittano a loro volta i manifestanti.
Alla manifestazione ha preso la parola, tra gli altri, Mimmo, cassintegrato che è stato licenziato dallo stabilimento di Pomigliano. «Ho una tenda sotto il comune di Napoli – ha detto al microfono, vestito da pagliaccio – ci vogliono togliere il diritto di opinione, ogni libertà. Siamo qui per difenderle e per difendere il diritto di satira». Per Diego Civitillo, presidente della X municipalità di Napoli, «il commissariamento è illegale, il futuro del nostro territorio vogliamo deciderlo noi. È da 30 anni che ci parlano di bonifica ma non è stato fatto nulla». Tante in piazza le bandiere dell’Usb (Unione sindacale di base) e i cartelloni con la scritta «I quartieri a chi li vive».
«Il premier sono due anni che non lo riesco a vedere. Se lei può mettere una buona parola… Gli dice c’è il sindaco di Napoli che è un noto pacifista, difensore della costituzione e che da due anni cerca di spiegare questa e altre cose semplici al presidente del consiglio ma non riesce ad essere ricevuto. L’altro giorno al San Carlo ci siamo solo stretti la mano». Così il sindaco di Napoli Luigi De Magistris a margine della manifestazione in piazza Montecitorio.«La manifestazione di oggi dimostra che la difesa della città è una iniziativa popolare, che si fermerà quando termineranno gli abusi su Napoli – ha detto ancora il sindaco di Napoli – qui in piazza ci sono i movimenti e il sindaco, una cosa fino a poco tempo fa impensabile. Questo significa che Napoli è unita. Noi non siamo qui col cappello in mano a chiedere l’elemosina, ma a difendere e rivendicare i nostri diritti, perché a Napoli decidono il popolo e i napoletani». De Magistris è rimasto durante la manifestazione accanto all’altoparlante da dove intervenivano i rappresentanti dei diversi movimenti, applaudendoli e assentendo col capo.
Il commissariamento di Bagnoli è un abuso con cui il Governo straccia i poteri costituzionali, straccia il ruolo della città, del Consiglio comunale e di quello municipale e non tiene conto del sindaco, delle elezioni, della Costituzione,della sovranità popolare.
Altre foto dai social: le perquisizioni e l’arrivo in piazza