Fattacci romani di questi giorni. Arriva Colomban, neo assessore alle Partecipate della Raggi. Arresti eccellenti in CasaPound. L’estrema destra dietro MafiaCapitale
di Uriele
Strane notizie e torbidi eventi in questi giorni a Roma.
1) Bufere sul Campidoglio. Si è venuto a sapere ieri da un testimone del processo Mafiacapitale che il superdirigente amatissimo dal sindaco Raggi era un uomo legatissimo ad Alemanno (e lo si sapeva) ma anche a settori influenti del Vaticano. Il suo potere risiedeva nella sua attività di persona depositaria di dossier che tutti temevano. Chissà chi gli fornisce dossier così importanti? Oggi veniamo a sapere inoltre di un nuovo assessore alle partecipate in pectore, Colomban, trevigiano stimato dai Casaleggio’s. Ma chi è costui? E’ uomo noto proveniente dal centrodestra veneto, con amore assoluto per il Mose, la Tav e la Pedemontana; anzi è stato candidato in Veneto nel 2010 con il PDL. Amico di Zaia, governatore e prima ancora di Galan, il predecessore e senza disdegnare gli indipendentisti veneti. Roma decisamente non ha bisogno di uomini siffatti.
2) Si è venuto a sapere che nel corso di indagini e intercettazioni recenti su Mafiacapitale emerge un sostrato inquietante criminale di rapporti tra esponenti di Mafiacapitale, fascistoni e ultrà sportivi romani. Su la Repubblica del 28 settembre leggiamo “ a governare la geografia criminale della città sono sempre e ancora loro. La manovalanza è fuori e pronta a tenere insieme quel che rimane di batterie che hanno fatto tremare il “mondo di sotto”. Il filo che lega i “capoccia” è uno: l’appartenenza alla destra eversiva, che da anni detiene il monopolio del traffico di armi. È una galassia criminale eterogenea – tifosi della Roma e della Lazio, politici del Pdl e di Forza Nuova, ex Nar e banda della Magliana – ma che porta una sola matrice: l’estrema destra. Per ricostruire intrecci criminali che hanno macchiato di sangue la capitale bisogna partire da una figura centrale, ma non apicale. Nicola Pirone.Tutto parte da un “preziosissimo dato emerso da accertamenti” eseguiti dal reparto anticrimine del Ros che aveva chiesto, e ottenuto, di intercettare dialoghi e corrispondenze in carcere del gruppo armato dell’inchiesta Mafia Capitale: Massimo Carminati, Riccardo Brugia, Roberto Lacopo. Il 18 dicembre del 2014, due settimane dopo l’arresto, il Cecato detenuto a Tolmezzo in “alta sicurezza 3” riceve con posta prioritaria una lettera da lui, Nicola Pirone, inviata dal carcere di Saluzzo dove resterà fino al 2021. La biografia criminale di Nicola Pirone racconta di un suo amore viscerale per Alessandro Alibrandi, uno dei fondatori dei Nar in cui militava anche Carminati, a cui lui prepara dei manifesti dal carcere per commemorarne l’anniversario della morte, da recapitare al fratello, Lorenzo, che è attualmente il datore di lavoro di Sergio Carminati, fratello del Cecato. Dei recenti rapporti tra il Nero e Pirone parlò il collaboratore di giustizia Cassia indicandolo come acquirente di armi proprio da Carminati. “Pirone – si legge in un’informativa del Ros alla procura – aveva raccontato a Cassia durante una detenzione trascorsa insieme – di almeno due rapine, avvenute tra il 2008 e il 2009, portate a compimento attraverso l’utilizzo delle armi e l’appoggio logistico fornito da Carminati”. Pirone sul campo opera solo con esponenti dell’estrema destra per mettere a segno rapine. Come Claudio Corradetti, detto il “Drago”, salito agli onori delle cronache nel 2013 per aver partecipato alla rapina all’Esquilino in cui perse la vita Giorgio Frau, ex Brigate rosse. Oppure con Giancarlo Scibetta, classe ’73, con cui fece una rapina nel 2001 alla banca popolare di Bergamo di via Tiburtina 604 e in cui fu coinvolto (a arrestato) anche il consigliere Pdl, nell’era Alemanno, della giunta dell’ex XX municipio Federico Targa. Dal telefono di Targa dal 2009 al 2012 sono emersi contatti con Luigi Ciavardini (ex Nar), Roberto Grilli (lo skipper, grande accusatore della gang di Buzzi e Carminati) e Angelo Spreafico, legato a estremisti di destra come Giorgio Alfieri e Carlo Gentile, attualmente latitante.” Pirone ha inoltre rapporti stretti con esponenti ultrà di Roma e Lazio, tra cui la Banda de noantri, laziale; BISL, romanista; nonché col De Santis, fascistissimo, poi autore dell’omicidio del tifoso napoletano Ciro Esposito. In questo bailamme di nomi, figurano una serie di gestioni di ristoranti e bar, cosa alla quale l’estrema destra risulta oggi “attaccatissima” a Roma e non solo. Il ristorante il “Popi Popi” in via delle Fratte di Trastevere 45 è del fratello di Renatino de Pedis. Il bistrot “un posticino” di Sergio, fratello di Massimo, Carminati è in Via Flavia, 70.
3) Ieri c’è stata una “kermesse” di Casapound a Roma zona via Cavour in occasione dello sfratto di un paio di famiglie che da decenni occupavano degli immobili del Comune di Roma; una delegazione di giovanotti di CPI si è opposta alla forza pubblica in una maniera, diciamo, un po’ vigorosa e sono scattati una serie di fermi e di arresti. Tra gli arrestati è subito trapelato il nome di Simone Di Stefano che è il numero due ufficiale di CPI mentre gli altri rimenavano non noti. Dalle pagine internazionali CPI su Facebook apprendiamo invece che è stato arrestato anche una figura CPI del suo assetto internazionale, Sébastien de Boldieu, alias Sébastien Magnificat, alias Sébastien Manificat, ben noto nei consessi nazifascisti mondiali per il suo ruolo apicale. Sfugge la motivazione di un arresto così eclatante: si tratta di una complicata mossa propagandistica ovvero di un incidente non programmato. Anche il nome di Manificat era “uscito” sull’Espresso il 2 novembre 2015 in connessione con alcuni bistrot di estrema destra a Roma tra cui Le Carré français e il Carrè Monti, legato al ristorante Angelino…
Cose contorte avvengono a Roma!
C’è qualcuno a Roma nella politica non dico di classe ma perlomeno democratica che sa vedere e cogliere i nessi di queste porcherie per tentare di cambiare questo schifoso stato delle cose?