14.8 C
Rome
lunedì, Novembre 25, 2024
14.8 C
Rome
lunedì, Novembre 25, 2024
Homein fondo a sinistraGolpe Psoe, i baroni sfrattano Sanchez per appoggiare Rajoy

Golpe Psoe, i baroni sfrattano Sanchez per appoggiare Rajoy

Si dimette “El Guapo” Sanchez dalla guida del Psoe. Vincono i baroni del partito, quelli che consentirebbero un ennesimo governo dell’austerità a guida Rajoy

di Giulio AF Buratti

1475352637_277659_1475353423_noticia_normal_recorte1-2

I “baroni” sembrano aver vinto: cacciato Chavez dalla guida del Psoe dopo cinque giorni in trincea. La fronda del partito è stata guidata dalla presidente andalusa Susana Diaz a capo dell’ala pronta ad appoggiare un ennesimo governo Rajoy. Le dimissioni di ‘El Guapo’ dopo una giornata convulsa nel consiglio federale socialista segnata da uno scontro senza esclusione di colpi fra i ‘sanchisti’ e i ‘baroni’. Alla fine, dopo una lunga battaglia procedurale, si è andati al voto. Sanchez è stato battuto 133 a 107. La sua proposta di primarie in ottobre e di congresso-lampo in novembre è stata bocciata. Il partito sarà guidato ora da una direzione provvisoria che dovrà traghettarlo fino a un congresso previsto per l’inizio del 2017. Che probabilmente eleggerà Susana Diaz nuovo segretario. Cade con Sanchez, in carica dal 2014, il segretario che ha firmato nell’ultimo anno cinque sconfitte storiche per i socialisti, in altrettante elezioni: due politiche, le catalane, le basche e le galiziane. Sotto la sua guida il Psoe è precipitato dal 48% che aveva negli anni 1980 al 22,6%. Intanto, la crisi del bipartitismo tiene la Spagna in una paralisi istituzionale che dura ormai da 10 mesi. E rischia di portare a nuove elezioni, le terze in un anno. La nuova direzione provvisoria, che dovrebbe essere guidata dal presidente delle Asturie Javier Fernandez, dovrà rifondare il partito dall’opposizione. I nuovi dirigenti potrebbero optare, come chiede il leader storico Felipe Gonzalez, per una astensione sull’investitura di Rajoy e evitare cosi un ritorno alle urne che i sondaggi prevedere catastrofico per il Psoe, schiacciato fra la concorrenza da sinistra di Podemos e un Pp in costante recupero. L’uscita di scena di Sanchez, che nonostante le dimissioni della maggioranza della direzione federale martedì rifiutava di dimettersi, è arrivata dopo oltre 10 ore di riunione apertamente fratricida, fra grida, accuse e insulti, del consiglio federale socialista. Sanchez ha usato tutte le leve tattiche possibili per evitare la sconfitta. Ma non ce l’ha fatta. Davanti alla sede del Psoe in Calle Ferraz si era riunita una piccola folla di suoi sostenitori appoggiati da militanti di Podemos e Izquierda Unida, che hanno fischiato al loro arrivo gli oppositori, urlando loro «golpisti», «venduti» a Rajoy. Se il golpe nel Psoe non consentirà al paese di avere un nuovo premier il 31 ottobre, la Spagna dovrà tornare a votare a Natale, per la terza volta consecutiva.

Intanto, voci insistenti dell’entourage di Rajoy, parlano di elezioni certe adesso che il Psoe è nel pantano. I sondaggi istantanei fatti fare privatamente dal PP ieri sera, darebbero i popolari ad un soffio dalla maggioranza assoluta e il Psoe al suo peggior risultato di sempre, se esisterà ancora come partito unitario. Lo scenario che si sta delineando è pauroso per il Psoe. Lungi dal contrattare e condizionare Rajoy per la loro astensione, lo scenario potrebbe essere la loro resa totale a Rajoy e disponibilità pur di non andare alle elezioni. Ma potrebbe non bastare, la voglia di stravincere del PP è forte. Rivera segretario di Ciudadanos ha dichiarato che è inimmaginabile che i baroni del Psoe abbiamo montato tutto questo per continuare a dire no. Che è necessario un accordo tra PP e Psoe per un governo Rajoy forte.

Oggi a Madrid si riunisce il nuovo comitato di gestione del Psoe, dovrà decidere l’atteggiamento verso l’investitura di Rajoy, ma soprattutto impedire le lacerazioni nelle federazioni che sono sotto una tensione altissima. Nel frattempo a Ferrol in Galizia i consiglieri socialisti escono dalla giunta con la sinistra e in altre città si discute l’uscita dalle alleanze con Podemos e città “en Comù”. La trappola per il Psoe sembra scattata

LEAVE A REPLY

Please enter your comment!
Please enter your name here

Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.

Ultimi articoli

Licia Pinelli: un’assenza, una presenza

Poi, non l'ho più sentita, non volevo disturbarla. Sai come vanno queste cose... si rimanda sempre... E così arriva il primo 15 dicembre senza di lei Era la fine del 1997. In Piazza Fontana non c'ero mai stato. Ti sembrerà strano, considerando quanto quella strage e il caso Pinelli siano stati importanti nella mia vita, quanti articoli e fumetti ho scritto su quei fatti, ma è proprio così. Milano la evito, se posso. Torno alla fine del 1997, a un giorno in cui per questioni personali Milano non posso evitarla. E passo in Piazza Fontana. Nel giardinetto vedo la targa che ricorda Giuseppe (Pino) Pinelli. L'unica, all'epoca, e per me sarebbe rimasta in seguito l'unica che conta. Noto con piacere che c’è ancora gente che depone dei fiori, vicino, e il mio pensiero segue traiettorie oblique, con cui non voglio...

Camminare, vedere, raccontare

I viaggi "in bianco e nero" di Ivo Saglietti, fotoreporter, nella mostra in corso al Palazzo Grillo di Genova

Lo squadrismo dei tifosi israeliani e il pogrom immaginario

Violenza ad Amsterdam: i fatti dietro le mistificazioni e le manipolazioni politiche e mediatiche [Gwenaelle Lenoir]

Ferrarotti è morto e forse la sociologia non si sente troppo bene

Vita e opere dell'uomo, morto il 13 novembre a 98 anni, che ha portato la sociologia in Italia sfidando (e battendo) i pregiudizi crociani

Un Acropoli che attraversa una città, recitando

A Genova va in scena, per la quindicesima edizione, il Festival di Teatro Akropolis Testimonianze ricerca azioni