C’è una dose da cavallo di xenofobia italiota dietro le aggressioni di indigeni della cittadina campana e schiavi africani spremuti sul lavoro e vittime di ordinario razzismo per le strade
di Alessio Di Florio
“L’hai rubato?” Mentre avete in mano un pacco, un oggetto, una cosa qualsiasi immaginatevi vi sia posta questa domanda da una persona che non conoscete minimamente. Quale sarebbe la vostra reazione? Sicuramente stizzita, offesa, qualcuno direbbe pure violenta. Pare che da una scena simile sia partito il recente fatto di cronaca che a Castel Volturno ha coinvolto un imprenditore locale e due persone provenienti dalla Costa d’Avorio. Alcune fonti di stampa affermano che i due ivoriani sarebbero stati fermati perché effettivamente stavano rubando, ma ad oggi non ci sembra ci sia stata una conferma definitiva e totale di ciò. Sicuramente erano sospettati di aver rubato il pacco che avevano in mano. Dopo la risposta veemente dei due uomini pare sia scoppiata una furibonda lite durante la quale uno dei figli dell’imprenditore avrebbe sparato dei colpi d’arma da fuoco che hanno “gambizzato” i due ivoriani. L’episodio ha scatenato la fortissima protesta delle comunità africane di Castel Volturno e la contro-manifestazione di alcuni abitanti locali che sono scesi in piazza affermando che con gli africani non si vivrebbe più, perché sono criminali, spacciano, rubano e commettono solo crimini. Mancherebbe a quest’elenco (che riassume perfettamente il pensiero di coloro, da Milano a Palermo, che vorrebbero rimandare indietro tutti coloro che non hanno la pelle bianco latte dimenticandosi però che in alcuni casi sono italianissimi da qualche centinaio di generazioni…) un’ultima attività, purtroppo non lecita: sono sfruttati nei campi, nell’edilizia e in altri lavori, sottopagati, costretti a lavorare in nero e in condizioni di schiavitù. Costretti a subire quotidianamente, oltre a queste vessazioni disumane, aggressioni razziste più o meno quotidiane. Valga per tutti la “rivolta di Rosarno” quando l’Italia che volle informarsi su cosa realmente accadeva in quel lembo d’Italia e chi erano gli sfruttati, gli oppressi, le vittime, scoprì che un “passatempo” era quello di salire su una moto e sprangare “al volo” i migranti che si incontravano. In queste settimane sentiamo e leggiamo di proteste contro “Mare Nostrum”, i suoi eccessivi costi e il fatto che favorirebbe l’immigrazione “clandestina” in Italia. Perché il messaggio che stanno cercando di far passare è che chi viene dall’Africa (che, come universalmente noto, vengono da lussi, agi, una quotidianità confortevole e umanissima…ovvero guerre – spesso scatenate e fomentate da “signori della guerra” e “trafficanti d’armi” occidentalissimi – fame e altre tragedie …) sarebbe fortunato e verrebbe aiutato. Nessuno s’interroga sul perché “Mare Nostrum” abbia coinvolto la Marina Militare e come mai, per soccorrere delle persone (spesso moribonde o quasi) in mare servano le armi. Antonio Mazzeo alcuni mesi fa queste domande se l’è poste (http://antoniomazzeoblog.blogspot.it/2013/11/mare-monstrum-guerra-ai-migranti-nel.html ) ma a quanto pare non è così interessante per il main stream mediatico e per “l’opinione pubblica” quel che denuncia e documenta. Appunto, addirittura documenta. Che scandalo nell’Italia di oggi!! Prima di scrivere articoli s’informa e cerca di non raccontare “cose non vere” (anche su Popoff abbiamo raccontato dell’allarme vaiolo rivelatosi totalmente infondato, https://www.popoffquotidiano.it/2014/07/01/pensavo-fosse-vaiolo-e-invece-era-razzismo/ ). Lo stesso copione di “Mare Nostrum” lo vedemmo all’opera anche ai tempi della guerra a Gheddafi e dell’Emergenza Nordafrica. E anche in quel caso c’è stato qualcuno che non si è accontentato delle grancasse mediatiche e delle “proteste” contro i lussi per i migranti che avevano “l’ardire” di fuggire dalle intelligentissime bombe occidentali … Quel qualcuno fu Stefano Mencherini, regista RAI e giornalista indipendente (già autore, a proposito di lussuosi “centri di accoglienza” per migranti del documentario “Mare Nostrum” sulla realtà di abusi e violenze che si perpetravano nel Cpt di Lecce …) che l’anno scorso è stato autore del documentario “Schiavi – le rotte di nuove forme di sfruttamento, http://www.stefanomencherini-film.eu/home/index.php?option=com_content&view=article&id=7&Itemid=101 ). Come si legge nella presentazione, viene denunciato “l’indiscriminato calpestio di diritti umani e civili avvenuto attraverso l’Ena (Emergenza Nord Africa) e mette in luce come masse incredibili di migranti (rifugiati, richiedenti asilo e irregolari) finiscano nella rete dei nuovi schiavi” reso possibile da un enorme sperpero di denaro pubblico.
Ma questo consolidato copione l’abbiamo già visto all’opera proprio a Castel Volturno, dove il 18 settembre 2008 la camorra fece una strage assassinando 6 migranti. Immediatamente i grandi quotidiani e le grandi televisioni nazionali ipotizzarono un regolamento di conti per la “concorrenza” che i migranti farebbero nello spaccio di droga. Questa tesi fu ampiamente smentita successivamente, e il processo a carico di chi compì la strage acclarò ben altra realtà (ovvero la vera e propria pulizia etnica che la camorra voleva realizzare, decidendo di assassinare alcuni migranti per intimidire tutte le comunità presenti a Castel Volturno e indurle ad andarsene, ma ancora oggi c’è chi (avendo prima letto titoloni a caratteri cubitali e poi più nulla) è convinto che i migranti sono stati assassinati perché spacciatori. Le false storie dei migranti criminali possono essere raccontate, la realtà di migranti vittime e oppresse a quanto pare non possono essere diffuse…
Tutto questo spesso accade da chi oggi si scaglia contro la “Casta”, contro chi uccide il futuro dell’Italia e dei suoi figli, contro la criminalità e chi affama e distrugge il Bel Paese. Si definiscono anti sistemi, contro la crisi scatenata dai “poteri forti” e da chi su questo sistema ci guadagna e lucra. Ma non si rendono conto che ne sono perfetti meccanismi e son proprio loro che permettono a questo sistema di perpetrare. Perché si scagliano non contro i reali “poteri forti” ma scatenano “guerre tra poveri” e contro persone molto più oppresse e vittime. Far credere che i migranti sono tutti ladri, criminali e vivrebbero nel lusso a spese del “povero contribuente” italiano impedisce di vedere le violazioni dei diritti umani, lo sfruttamento del lavoro nero, la disumanità di “non luoghi” dove migliaia di persone sono costrette a vivere come “schiavi del terzo millennio”. E’ la realtà di Rosarno, di Castel Volturno, nella piana del Fucino in Abruzzo, dove le mafie prosperano, lucrano, dominano. E tutto questo Sistema di oppressione e dominio violento può continuare a perpetrarsi anche grazie a chi porta avanti la guerra contro i migranti, accusandoli di essere la quintessenza dei mali della società di oggi …