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4 novembre, nessuna festa oscena per la guerra

Il 4 e 5 novembre  la campagna “Un’altra Difesa è possibile” si ritrova a Trento per gli “Stati generali della Difesa civile non armata e nonviolenta” 

di Alessio Di Florio

inganno

La Prima Guerra Mondiale fu uno scontro tra grandi potenze imperialiste che portò solo milioni di morte, atrocità, barbarie, distruzione e devastazione. Tanto è vero che la definizione più conosciuta e diffusa del conflitto fu quella di Benedetto XV: inutile strage. Solo l’Italia ebbe 650 mila morti e un milione di mutilati e feriti, molti di più di quanti erano gli abitanti di Trento e Trieste, in una guerra che – riportano i libri di storia – persino Giolitti disse che doveva essere evitata. Un approfondimento su “L’ascesa del nazismo e la lotta per il fronte unico nella Germania degli Anni Trenta”, disponibile sul sito “Movimento Operaio” di Antonio Moscato, riporta che “il numero delle vittime, militari e civili, arriva a circa 40 milioni di persone: 21 milioni di feriti, 19 milioni di morti – di cui 9,7 milioni di militari, 8,8 milioni di civili – (4,2 nell’Impero ottomano e 1,5 in Russia). Gli Alleati perdono oltre 5 milioni di soldati (Russia 1,8 – Francia 1,4 milioni) e gli Imperi centrali circa 4 milioni (la Germania 2 e l’Austria-Ungheria 1,1 milioni). Anche i feriti si contano a milioni (5 in Russia; 4,3 in Francia e in Germania; 3,6 in Austria-Ungheria)”. Lo stesso Antonio Moscato nel libro “La madre di tutte le guerre” ha documentato come la Prima Guerra Mondiale sia stata l’innesco di tutte le peggiori barbarie del Novecento. Eppure in Italia, ancora oggi nel 2016 quando da tempo immemore gli storici hanno fatto i conti con la realtà di quanto accaduto, l’inutile strage continua ad essere festeggiata e si perpetua la propaganda della “vittoria”. Mutilata o meno che la si voglia definire poco cambia, non ci fu nessuna vittoria. L’Associazione ecopacifista PeaceLink, il Movimento Nonviolento (fondato da Aldo Capitini, l’ideatore della Marcia Perugia Assisi), l’Associazione Antimafie Rita Atria e il Centro di Ricerca per la Pace e i diritti umani di Viterbo, propongono anche quest’anno di non partecipare alle cerimonie ufficiali e di organizzare iniziative nonviolente in tutte le piazze d’Italia dove commemorare le vittime di ogni guerra esprimendo un lutto che sia anche solenne impegno ad opporsi ad ogni guerra, sempre mosse da volontà di conquista, dominio, colonialismo politico ed economico.

Dopo 100 anni di guerre, lutti, carneficine in nome degli interessi delle grandi potenze capitaliste è il momento di dire basta. Per questo i pacifisti stanno portando avanti la campagna “Un’altra Difesa è possibile” che il prossimo 4 e 5 novembre vivrà un momento importantissimo a Trento. I promotori della Campagna e il Forum Trentino per la Pace e i diritti umani hanno convocato in città gli “Stati generali della Difesa civile non armata e nonviolenta”, definendoli “un primo passo per coordinare e creare un confronto tra i diversi soggetti che già ora agiscono nel settore della difesa civile: le Istituzioni preposte alla Difesa, alla Protezione civile, al Servizio Civile Nazionale, la ricerca sulla risoluzione nonviolenta dei conflitti, il Terzo Settore e le organizzazioni non governative che lavorano per la pace e il disarmo”.  La Campagna “Un’altra Difesa è possibile” punta all’istituzione del Dipartimento per la difesa civile, non armata e nonviolenta (che dovrà comprendere i Corpi civili di pace e l’Istituto di ricerche sulla Pace e il Disarmo) per “dare finalmente concretezza a ciò che prefiguravano i Costituenti con il ripudio della guerra, e che già oggi è previsto dalla legge e confermato dalla Corte Costituzionale, cioè la realizzazione di una difesa civile alternativa alla difesa militare, finanziata direttamente dai cittadini attraverso l’opzione fiscale in sede di dichiarazione dei redditi”. L’obiettivo è “dare uno strumento in mano ai cittadini per far organizzare dallo Statola difesa civile, non armata e nonviolenta – ossia la difesa della Costituzione e dei diritti civili e sociali che in essa sono affermati; la preparazione di mezzi e strumenti non armati di intervento nelle controversie internazionali; la difesa dell’integrità della vita, dei beni e dell’ambiente dai danni che derivano dalle calamità naturali, dal consumo di territorio e dalla cattiva gestione dei beni comuni – anziché finanziare cacciabombardieri, sommergibili, portaerei e missioni di guerra, che lasciano il Paese indifeso dalle vere minacce che lo colpiscono e lo rendono invece minaccioso agli occhi del mondo” e “aprire un confronto pubblico per ridefinire i concetti di difesa, sicurezza, minaccia, dando centralità alla Costituzione che ripudia la guerra (art. 11), afferma la difesa dei diritti di cittadinanza ed affida ad ogni cittadino il sacro dovere della difesa della patria (art. 52)”.

A coloro che non potranno partecipare PeaceLink, Movimento Nonviolento, Associazione Antimafie Rita Atria e Centro di Ricerca per la Pace e i diritti umani di Viterbo propongono di unirsi “idealmente in una sorta di staffetta civile tra commemorazioni nonviolente delle vittime di tutte le guerre, ribadendo che il 4 novembre è giorno di lutto e non di festa per la partecipazione all’inutile strage della Prima Guerra Mondiale”. Iniziative “di addolorato omaggio alle vittime della guerra e di azione concreta per promuovere la pace e difendere le vite” per dimostrare “che solo opponendosi a tutte le guerre si onora la memoria delle persone che dalle guerre sono state uccise. Affermando il diritto e il dovere di ogni essere umano e la cogente obbligazione di ogni ordinamento giuridico democratico di adoperarsi per salvare le vite, rispettare la dignità e difendere i diritti di tutti gli esseri umani”.

 

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